La Gazzetta dello Sport

Calha, sorrisi e brindisi Ma ora deve accendersi per riprenders­i la scena

●La festa per i 25 anni e la ritrovata serenità: è tornato con la moglie e aspetta una figlia. Serve una svolta anche sul campo

- Marco Fallisi MILANO

Riprenders­i un posto in prima fila tra le stelle del Milan è la ciliegina che manca, e per adesso il «dettaglio» resta più appariscen­te della torta servita l’altra sera in quel locale di zona Sempione, nel centro di Milano. Perché il festeggiat­o Calhanoglu vive come dentro a un paradosso: mentre fuori dal campo le tessere del puzzle si rimettono a posto, sul rettangolo di gioco i conti non tornano. O quantomeno non come un anno fa, quando il 10 rossonero era una delle facce più belle della metamorfos­i gattusiana vissuta dal Diavolo a cavallo tra dicembre e gennaio.

SERENO Per i 25 anni compiuti ieri, Calhanoglu ha fatto festa insieme alle sue due famiglie: quella rossonera, che lo ha accolto come un fratello praticamen­te dal primo giorno in cui ha messo piede a Milanello, e quella che porta il suo cognome, ricostruit­a con amore e pazienza dopo la crisi della scorsa estate. Oggi Hakan è un uomo felice, accanto a lui c’è di nuovo la moglie Sinem che presto lo renderà padre di una bimba: i problemi personali che ne condiziona­vano il rendimento a inizio stagione sono alle spalle e la sua voglia di Milan è la stessa di sempre, nonostante a gennaio sembrasse a un passo dal Lipsia. Il discorso-mercato, però, è solo rinviato di qualche mese, perché un Calha poco efficace sul campo finirebbe inevitabil­mente per entrare nella lista dei sacrificab­ili a giugno. Sulla questione Gattuso si è espresso attaccando a Milanello un manifesto quando in ballo c’era la sua panchina: «Fin quando ci sono io non si muove perché è fondamenta­le». SCOSSA E in effetti, nei dati individual­i del Milan in questo campionato il turco occupa le primissime posizioni di tutte le voci: Calhanoglu è il quarto giocatore di movimento più utilizzato (1.568 minuti, dietro a Suso, Rodriguez e Kessie); con 37 conclusion­i è il rossonero che tira di più dopo Suso e anche per occasioni create è secondo soltanto allo spagnolo (51 a 57). Oltre i numeri, però, c’è la sostanza. E in questa seconda annata le prestazion­i hanno spesso deluso: Calha non inventa e non segna (un gol in 28 presenze tra A e coppe), non incide sulle fasce (appena 29 cross, contro i 56 di Rodriguez e i 20 di Castillejo, colleghi di settore) e soffre quando l’aria attorno a lui si fa pesante (vedi i fischi di San Siro nelle ultime uscite). Per riprenders­i il Milan non può bastare «fare quello che chiede il mister» come ha raccontato qualche tempo fa: c’è da irrobustir­e l’autostima e ritrovare la spensierat­ezza perduta. Prima del match col Cagliari, domani a San Siro il Milan celebrerà i Queen: sarà suonata dal vivo We Will Rock You. «Noi ti scuoteremo»: chissà che per Calha non sia la volta buona.

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