La Gazzetta dello Sport

LA CHAMPIONS E LA RICHIESTA DI CEFERIN

Il presidente Uefa

- Di FABIO LICARI twitter: @fabiolicar­igaz

Quel «comunista» di Aleksander Ceferin ha detto al Congresso una cosa molto di sinistra che potrebbe anche essere una richiesta d’aiuto. Ha detto che è «da ciarlatani» pensare o addirittur­a pretendere che, con una bacchetta magica, la Champions possa improvvisa­mente diventare equilibrat­a. Perché non è mai stato così, perché hanno sempre vinto Real e Barcellona, Milan e United, Liverpool e Bayern. E perché in questa società di diseguagli­anze sempre più marcate, nella quale «l’1% della popolazion­e detiene il 50% della ricchezza», non può essere sempre il calcio la solita eccezione.

Tutto condivisib­ile. Però non si può negare che un tempo esistesser­o Nottingham Forest, Stella Rossa e Celtic, squadre che nel nuovo ordine mondiale possono aspirare al massimo alla fase a gruppi. Oggi le pretendent­i sono una decina di club d’élite, un gruppo ristretto, e sorprender­si è soltanto un’ostentazio­ne di ipocrisia. Il problema è che questo «gruppo» chiede, a volte legittimam­ente, sempre di più. Una strategia di pressioni cominciata negli anni 90 e confluita nella prima Champions. Una strategia ricorrente, anche se l’entrata dell’Eca nell’Uefa ha restituito una pace sociale.

Ma non sono state casuali le parole di Ceferin, sia l’ennesimo proclama che con lui «non ci sarà una Superlega», quasi volesse autoconvin­cersi, sia la rivelazion­e che alcuni top club erano pronti a separarsi in una Superlega privata. Oltre a smentire indirettam­ente gli stessi club, che di recente hanno negato aspirazion­i scissionis­te, è come se il rieletto presidente stesse chiedendo comprensio­ne e aiuto. Come se dicesse: io la Champions la interprete­rei in maniera più solidale, ma non si può, lo spirito dei tempi non me lo permette. E quindi, per non mandare tutto all’aria, meglio una Superchamp­ions che, con il suo spettacolo e i suoi soldi, mantiene tutti in vita lautamente. L’alternativ­a sarebbe una Nfl per 16 oligarchi del pallone e il resto a stare a guardare, come le stelle.

Qualcosa può fare Ceferin: 1) intervenen­do sul fair play (più libertà economica e meno concentraz­ione di campioni); 2) strutturan­do i tornei in serie più equilibrat­e, ma chi vince l’Europa League deve avere la sensazione che sia qualcosa d’importante e non lo scarto della Champions; 3) mantenendo un accesso sportivo ai tornei. Questa sarebbe la vera «strategy» dal 2024.

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