«Insegno a fare gol Ma com’è difficile trovare in giro un altro come me»
●La nuova vita di Totò, spalla di Marino allo Spezia «Dico sempre che se sbagli non devi deprimerti»
L’uomo che sussurra agli attaccanti è soddisfatto dei suoi allievi. Dall’alto dei 209 gol in A e dal doppio titolo di capocannoniere, Totò Di Natale sa di essere un docente di strada molto ascoltato (ha previsto la doppietta di Bartolomei con la Cremonese) e anche temuto. I risultati cominciano a farsi vedere.
Quali sono i suoi compiti?
«Sono un collaboratore di Marino e curo la fase offensiva. Mi ha allenato all’Udinese dal 2007 al 2010 e quando mi ha proposto di lavorare con lui allo Spezia ho accettato subito».
Okereke: «Da Di Natale ho imparato molto».
«Ha grande corsa e fisico. Sto solo cercando di fargli capire che deve correre meglio per arrivare al tiro con più lucidità».
Come si insegna a fare gol?
«Non è facile, si aiuta a curare il proprio talento».
Quali movimenti spiega?
«Quelli classici del 4-3-3, un modulo che conosco a memoria: il centravanti che deve tag liare sul primo palo , l’esterno
I gol segnati da Totò Di Natale in 14 campionati di Serie A giocati con l’Empoli (18) e l’Udinese (191) che si sposta sul secondo».
L’attaccante più forte della B, esclusi quelli dello Spezia?
«Non faccio nomi, basta leggere la classifica cannonieri».
Bidaoui?
«All’inizio non vedeva mai la porta, abbiamo lavorato molto insieme. Ora non si limita a saltare l’uomo, ma sa finalizzare. E occhio a Galabinov che sta recuperando la forma».
Lo Spezia è troppo sbilanciato?
«No, perché le squadre di Marino cercano sempre la vittoria attraverso il gioco».
Il suo amico Quagliarella?
«Anche a Udine faceva cose straordinarie, può andare avanti fino a 40 anni».
Merita la Nazionale?
«Ma certo».
Favorevole al falso nove?
«Il ruolo sta cambiando, non ci sono più i Vieri, i Totti, gli Inzaghi. E quindi al centro dell’attacco possono stare giocatori con altre caratteristiche. Anch’io ho fatto 3-4 ruoli diversi».
Come giocherebbe Totò in questo Spezia?
«Non ci penso, ho spento il motore. Ho chiuso in bellezza».
Immagini di allenare Messi o CR7…
«Quelli non hanno bisogno di consigli. Un allenatore può solo dirgli: gioca e divertiti».
C’è un altro Di Natale in giro?
«Insigne in A, ma in B non ne vedo. Per ora».
L’Insigne del Benevento?
«Ha grandi margini di miglioramento».
Quando un attaccante sbaglia,
ATTACCANTE SPEZIA
Antonio Di Natale, 41 anni, saluta un raccattapalle
● Con Pasquale Marino, suo allenatore all’Udinese dal 2007 al 2010, oggi allo Spezia ● Con la maglia dell’Udinese KULTA-AP
cosa pensa?
«A volte si deprime, a volte reagisce».
Quando lei sbagliava?
«Buttavo l’errore alle spalle, a volte mi capitava di segnare dopo aver tirato fuori un rigore».
Il gol più bello dello Spezia?
«Quello di Okereke col Cosenza: un tiro a giro di sinistro».
Un gol alla Di Natale.
«Diciamo di sì».
Il non attaccante che l’ha impressionata?
«Tonali, un fenomeno: è veloce, ha gamba, recupera palloni. E picchia. Ha un grande futuro, anche in Nazionale».
Ci sono ancora i numeri 10?
«C’è sempre meno spazio, quasi tutti giocano con due punte, una rapida e una di peso. E’ anche una questione di generazione: ci vorranno almeno 30 anni per rivedere gente come Del Piero o Baggio».
PROFESSORE «Spiego i classici movimenti del 4-3-3: un modulo che conosco a memoria»
«Ci vorranno 30 anni per rivedere giocatori come Del Piero o Baggio»
NON VEDEVA LA PORTA: ORA NON SI LIMITA A SALTARE L’UOMO
SU SOUFIANE BIDAOUI
Lei si sentiva un numero 10 o un attaccante?
«Tutte e due: è stato Marino a farmi giocare più avanti».
Il numero 10 dello Spezia è Mastinu.
«Giusto: può fare tranquillamente il trequartista, peccato sia rimasto fermo a lungo».
L’Udinese è in grande difficoltà.
«Sono cose che succedono, è finito un ciclo, non c’è più quel gruppo di 5-6 giocatori che ha fatto la storia della società».
QUAGLIARELLA STRAORDINARIO, TONALI FENOMENO: SONO DA NAZIONALE
LE NOMINATION AZZURRE SECONDO DI NATALE
Il suo amico Domizzi stupisce ancora col Venezia. A 38 anni.
«E ci ha fatto pure gol. Mi sembrava così strano vedere che lui era in campo e io in panchina».
Lei abita a Empoli e lavora a La Spezia: cosa c’è in comune?
«Molto, sono due piazze dove si può fare calcio senza pressioni e crescere i giovani».
Ha deciso cosa farà da grande?
«Una cosa alla volta, penso al secondo corso di Coverciano».
C’è rimasto male perché dopo aver smesso, nel maggio 2016, sperava di fare il dirigente all’Udinese?
CHE STRANO LUI IN CAMPO E IO IN PANCHINA. E CI HA PURE SEGNATO...
SU MAURIZIO DOMIZZI DIFENSORE VENEZIA
«Ma no, sono in ottimi rapporti con i Pozzo. Vado a Udine una volta al mese perché sono il vice presidente della Donatello, una società di calcio giovanile gemellata con l’Inter».