LE PROSPETTIVE La Cremonese ha comprato casa Lo Zini per 99 anni al club grigiorosso
●Accordo col Comune sul diritto di superficie e nuovi lavori di ristrutturazione per 8 milioni
Formalmente non è un passaggio di proprietà vero e proprio. Nella pratica però lo è. Ed è un primo passo, anche per la Serie B, verso il cambio di rotta per quel che riguarda gli impianti che sta interessando sempre più club sulla scorta di quanto già accaduto, in A, a Juventus, Sassuolo, Udinese, Atalanta e Frosinone, solo per restare a casi clou. In B la prima impronta in questa direzione la lascia la Cremonese: ieri il comune di Cremona ha ufficializzato quanto già era nell’aria da settimane, concretizzando l’assegnazione del diritto di superficie dello stadio Zini ai grigiorossi per 99 anni. La proprietà resta al comune ma di fatto è una rivoluzione copernicana.
PERCORSO Che si conclude così come era iniziata, coi primi segnali forti sull’impianto della gestione del cavalier Giovanni Arvedi giunti nel 2018: il passaggio della Cremonese in Serie B dopo 11 anni alla fine del torneo 2016-2017 viene festeggiato dal patron del club con tre grandi opere, ossia la realizzazione dei nuovi Distinti, la copertura della Curva Sud, che fa somigliare lo Zini sempre più a uno stadio all’inglese, moderno ed esteticamente gradevole, e i nuovi parcheggi. Insomma, nessuno si è stupito quando proprio l’Us Cremonese, dopo che la gara d’asta era andata deserta, con merito ha fatto questo passo, considerato a un certo punto quasi fisiologico. Lì, allo Zini, la Cremonese ha sempre giocato, lì i grigiorossi hanno operato sulla struttura negli ultimi mesi, lì — come rivela il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti — il club di Arvedi ancora investirà 8 milioni di euro. La cronistoria del bando che il comune di Cremona ha pubblicato lo scorso 20 dicembre è rapida da riassumere: l’avviso di asta pubblica nasce infatti dall’esigenza di riammodernare l’impianto e al contempo dalla presa di coscienza da parte dell’amministrazione comunale che il costo dei lavori da effettuare sarebbe stato superiore al valore del bene. Quando, il 30 gennaio scorso, l’asta è andata deserta, ecco che il comune s’è rivolto alla Cremonese, che ha preso le chiavi di casa.
FESTA DOPPIA Tutto avviene in un anniversario particolare: perché lo Zini (22mila posti) compie proprio nel 2019 il suo centesimo compleanno. Fu inaugurato nel 1919 — e non, come indicano alcune fonti, 1929 — come può testimoniare Carla Bonazzoli, la custode storica dello stadio, che proprio nel perimetro di via Persico nacque nel 1923. Prima del 1919 la Cremonese giocava a San Rocco, in un piccolo stadio in legno che venne bruciato da un teppista, il quale probabilmente cercava soltanto materiale da ardere nell’estrema miseria del Primo Dopoguerra. A breve distanza sorse il «Giovanni Zini», dedicato al portiere grigiorosso morto al fronte, a Cividale del Friuli, il 12 agosto 1915, fante del 65esimo Reggimento. La prima volta nel nuovo stadio segnò anche il cambio di maglia, dal biancolilla degli esordi al grigiorosso che rende la Cremonese quasi un unicuum mondiale: il 7-0 al Chiasso, in un calcio da pionieri, fissò un grande esordio. Oggi, per la nuova «prima» dello Zini, contro il Padova, basterebbe molto meno alla squadra di Rastelli. Che dopo essersi presa il contenitore, cerca ora di regalarsi pure il contenuto da 3 punti.
IL SIMBOLO
La mossa di Arvedi nell’anno del centenario dello stadio. La società aveva già rifatto curva e distinti