La Gazzetta dello Sport

CARRIERE SALVATE RITORNI E SPERANZE

L'Inter vince a Parma: Spalletti respira

- Di ANDREA DI CARO

«Ci giochiamo le carriere», aveva avvertito, enfatizzan­do il momento, Luciano Spalletti alla vigilia. E dopo Parma può dire che l’Inter le ha salvate. In realtà si giocava quasi tutto, cioè la panchina, il tecnico che rischiava di vedere compromess­a la sua avventura nerazzurra. I giocatori avrebbero avuto in ogni caso altre chance fino a fine stagione. La vittoria arrivata con un gol stile Parma (palla rubatavert­icalizzazi­one-gol) permette a Spalletti di respirare, mantenere cinque lunghezze di vantaggio su Roma e Lazio e guardarsi con meno ansia le sfide di Atalanta e Milan oggi. Un’eventuale vittoria dei rossoneri gli farebbe mantenere comunque un +4 sul quarto posto. Ma al di là dei numeri, che però in certi snodi sono fondamenta­li, la trasferta di Parma regala al tecnico, alla società e ai tifosi nerazzurri una certezza e almeno un paio di speranze.

La certezza è che la squadra non ha mollato Spalletti. Ha faticato, lottato, è cresciuta alla distanza, ha cercato la vittoria, l’ha trovata. Una squadra scollata che non crede più al suo allenatore gioca partite diverse. Le speranze invece si chiamano Nainggolan e Lautaro. Il Ninja ha disputato la miglior partita della stagione, da leader del centrocamp­o ha guidato la squadra non solo in modo muscolare con pressing, tackle, contrasti, ma anche regalando un assist al bacio a Lautaro. Nel momento più difficile dunque Spalletti ritrova l’uomo che più ha voluto e che finora maggiormen­te aveva deluso. Più tonico, dimagrito, in palla, si è rivisto il Ninja del passato e ora club e tifosi si augurano che questa gara segni davvero l’inizio dell’avventura di Radja in nerazzurro. Se manterrà questo livello di prestazion­i il tecnico avrà ritrovato quel combattent­e di personalit­à che era stato il fiore all’occhiello del mercato e per il quale l’Inter aveva rinunciato a un talento rivelatosi luminosiss­imo in questi mesi come Nicolò Zaniolo.

La seconda speranza invece si chiama Lautaro, quarto gol in campionato, da bomber vero, nella zona solitament­e occupata da Icardi. Ci sono gol che pesano molto più di altri. E questo del Toro lo è. Anche lui può essere una grande risorsa nel rush finale per la zona Champions e in Europa League. Nel suo caso, a differenza di Nainggolan, non basta la sua bravura e crescita a dargli una maglia da titolare, serve anche trovare un maggiore feeling con Icardi. Lui e Maurito sono due prime punte e Spalletti, che pure a volte ci ha provato, fatica a metterli in campo insieme. Non a caso Lautaro ha segnato quando, nel secondo tempo, a caccia di una vittoria che non arrivava, Spalletti lo ha messo come mossa finale. Una menzione la merita anche Perisic, se non lo mettiamo sullo stesso piano di Nainggolan e Lautaro è solo perché troppe volte in passato ha alternato buone prestazion­i a lunghe apnee. Giusto aspettare una maggiore continuità, di certo se tornerà se stesso, Spalletti potrà calare un altro asso pesante.

Tutto rose e fiori? No, non esageriamo. Perché nel primo tempo l’Inter è stata imballata, macchinosa e priva di idee come nelle ultime prove. La traversa clamorosa di Gervinho poteva complicare maledettam­ente i piani. Poi nel secondo tempo l’Inter si è sciolta, ha segnato un gol annullato dal Var, è passata in vantaggio nel momento in cui il Parma cominciava ad affacciars­i con più frequenza in avanti, ma ha anche confermato di meritare la vittoria sfiorando il raddoppio e colpendo un palo. Tra le spine resta la lunga astinenza di Icardi alla settima gara di A senza reti. Partita deludente. L’Inter a partire dalla prossima sfida con la Samp ha bisogno dei suoi gol. Ci lavorerann­o lui, la squadra, il tecnico in settimana. Ieri c’era da salvare le carriere. È stato fatto, ora va confermato fino a fine stagione.

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