CARRIERE SALVATE RITORNI E SPERANZE
L'Inter vince a Parma: Spalletti respira
«Ci giochiamo le carriere», aveva avvertito, enfatizzando il momento, Luciano Spalletti alla vigilia. E dopo Parma può dire che l’Inter le ha salvate. In realtà si giocava quasi tutto, cioè la panchina, il tecnico che rischiava di vedere compromessa la sua avventura nerazzurra. I giocatori avrebbero avuto in ogni caso altre chance fino a fine stagione. La vittoria arrivata con un gol stile Parma (palla rubataverticalizzazione-gol) permette a Spalletti di respirare, mantenere cinque lunghezze di vantaggio su Roma e Lazio e guardarsi con meno ansia le sfide di Atalanta e Milan oggi. Un’eventuale vittoria dei rossoneri gli farebbe mantenere comunque un +4 sul quarto posto. Ma al di là dei numeri, che però in certi snodi sono fondamentali, la trasferta di Parma regala al tecnico, alla società e ai tifosi nerazzurri una certezza e almeno un paio di speranze.
La certezza è che la squadra non ha mollato Spalletti. Ha faticato, lottato, è cresciuta alla distanza, ha cercato la vittoria, l’ha trovata. Una squadra scollata che non crede più al suo allenatore gioca partite diverse. Le speranze invece si chiamano Nainggolan e Lautaro. Il Ninja ha disputato la miglior partita della stagione, da leader del centrocampo ha guidato la squadra non solo in modo muscolare con pressing, tackle, contrasti, ma anche regalando un assist al bacio a Lautaro. Nel momento più difficile dunque Spalletti ritrova l’uomo che più ha voluto e che finora maggiormente aveva deluso. Più tonico, dimagrito, in palla, si è rivisto il Ninja del passato e ora club e tifosi si augurano che questa gara segni davvero l’inizio dell’avventura di Radja in nerazzurro. Se manterrà questo livello di prestazioni il tecnico avrà ritrovato quel combattente di personalità che era stato il fiore all’occhiello del mercato e per il quale l’Inter aveva rinunciato a un talento rivelatosi luminosissimo in questi mesi come Nicolò Zaniolo.
La seconda speranza invece si chiama Lautaro, quarto gol in campionato, da bomber vero, nella zona solitamente occupata da Icardi. Ci sono gol che pesano molto più di altri. E questo del Toro lo è. Anche lui può essere una grande risorsa nel rush finale per la zona Champions e in Europa League. Nel suo caso, a differenza di Nainggolan, non basta la sua bravura e crescita a dargli una maglia da titolare, serve anche trovare un maggiore feeling con Icardi. Lui e Maurito sono due prime punte e Spalletti, che pure a volte ci ha provato, fatica a metterli in campo insieme. Non a caso Lautaro ha segnato quando, nel secondo tempo, a caccia di una vittoria che non arrivava, Spalletti lo ha messo come mossa finale. Una menzione la merita anche Perisic, se non lo mettiamo sullo stesso piano di Nainggolan e Lautaro è solo perché troppe volte in passato ha alternato buone prestazioni a lunghe apnee. Giusto aspettare una maggiore continuità, di certo se tornerà se stesso, Spalletti potrà calare un altro asso pesante.
Tutto rose e fiori? No, non esageriamo. Perché nel primo tempo l’Inter è stata imballata, macchinosa e priva di idee come nelle ultime prove. La traversa clamorosa di Gervinho poteva complicare maledettamente i piani. Poi nel secondo tempo l’Inter si è sciolta, ha segnato un gol annullato dal Var, è passata in vantaggio nel momento in cui il Parma cominciava ad affacciarsi con più frequenza in avanti, ma ha anche confermato di meritare la vittoria sfiorando il raddoppio e colpendo un palo. Tra le spine resta la lunga astinenza di Icardi alla settima gara di A senza reti. Partita deludente. L’Inter a partire dalla prossima sfida con la Samp ha bisogno dei suoi gol. Ci lavoreranno lui, la squadra, il tecnico in settimana. Ieri c’era da salvare le carriere. È stato fatto, ora va confermato fino a fine stagione.