La Gazzetta dello Sport

«La Signora? Un modello però... Pensa solo per sé »

●L’a.d. del Sassuolo: «La Juve può essere la locomotiva della A, ma fatica a legare. L’Inter vincerà. E forse compriamo Rogerio»

- Carlo Laudisa @carlolaudi­sa

«Un asse con la Juve o con l’Inter? Il Sassuolo semmai è il giardino d’Europa. Dopo gli affari con il Chelsea (Boga) ora abbiamo stretto un patto con il Barcellona (Marlon) e il nostro vanto sarà quello di pescare i migliori talenti del Continente». La vigilia della sfida con la Juve riempie d’orgoglio Giovanni Carnevali, il manager del gioiello calcistico della famiglia Squinzi. «Ovviamente puntiamo a tornare in Europa, ma all’insegna del bel gioco. E De Zerbi è il brillante interprete di questa mission, a cui la proprietà tiene molto».

Intanto c’è una Juve meno amica che in passato.

«Affrontiam­o una delle squadre più forti d’Europa e siamo più esperti dopo sei stagioni di A. Contro di loro bisogna essere perfetti. Stop. Non vedo altri spunti».

Beh, il no per Rogerio al Chelsea non ha aiutato Paratici...

«Il Sassuolo ha dimostrato forza e coerenza: non vende a gennaio. Magari in estate acquistiam­o Rogerio, in prestito da noi. È già successo con Lirola».

Ora tutti pensano che virerete sull’Inter.

«Coi nerazzurri abbiamo già un buon rapporto: ad agosto con Ausilio abbiamo chiuso Politano. Ma in questi anni abbiamo fatto i maggiori affari con la Roma: Lorenzo Pellegrini ne è la prova».

Però con Marotta alla Juve tutto era più facile.

«Sbagliato. È uno dei dirigenti più capaci, abbiamo lavorato insieme 6 anni tra Monza, Ravenna e Como: è stato il mio maestro, siamo amici. Ma trattare con lui è impossibil­e».

Cioè?

«È rigoroso, dura smuoverlo quando tutela gli interessi della sua società. In occasione dei miei no per Zaza e Berardi in bianconero, lo dissi a Paratici: Fabio è più comprensiv­o. E non vedo nubi tra noi. Ho un buon rapporto anche con Allegri: a Pavia nel ‘90 lui giocava e io ero d.g.: da lì facemmo il salto».

Come sono i rapporti in Lega?

«La Juve in questi anni ha fatto un salto incredibil­e, meritato. Ma con gli altri club fatica a legare. Peccato».

Si spieghi meglio.

«Per carità, è un difetto di tutti, ciascuno pensa per sé e il nostro calcio ha perso troppo tempo: non è cresciuto. Invece io penso che la Juve potrebbe essere la nostra locomotiva».

E qual è il ruolo dell’Inter?

«Marotta è un top player e la famiglia Zhang ha grandi progetti. Vinceranno presto, ma soprattutt­o aiuteranno a crescere la Serie A».

Quali riforme si aspetta?

«Con Micciché e De Siervo ci sono ottime prospettiv­e: i presidenti devono aiutarli a lavorare su cambiament­i radicali. Tante norme vanno razionaliz­zate».

Ad esempio?

ITALY PHOTO PRESS

«Le seconde squadre possono essere utili, ma non si deve pagare 1,3 milioni a fondo perduto e i giocatori dovrebbero essere interscamb­iabili con la casa madre. Ma è un esempio. C’è tanto da lavorare. Noi abbiamo anche la squadra femminile e ci puntiamo molto. Non mi pare sia dappertutt­o così».

Al Sassuolo i conti tornano?

«Abbiamo uno stadio di proprietà e abbiamo appena investito 12 milioni per il nuovo centro sportivo, struttura all’avanguardi­a. Ciononosta­nte abbiamo chiuso in utile gli ultimi tre esercizi, valorizzan­do tanti giovani. Anche Locatelli, Lirola, Adjapong e Scamacca sono in rampa di lancio».

Avete stoppato Sensi e Duncan.

«Non solo loro. In estate ne riparliamo, non freniamo nessuno. Anche Boateng, ad esempio, meritava di giocarsi la chance del Barça. Ed è un vanto anche per noi: in Catalogna prima mica sapevano dov’è Sassuolo...».

E Berardi?

«Segna meno, ma è maturato tanto. Soprattutt­o come uomo. Siamo contentiss­imi di lui. Se resta con noi ci fa un regalo».

Un paragone tra Di Francesco e De Zerbi.

«Due grandi profession­isti. Cercano lo spettacolo in modo diverso e con caratteri opposti. Eusebio è metodico, Roberto vulcanico».

Sempre in eruzione?

«Dipende (e ride). Lo conosco da quando giocava nel Milan, con lui ho sempre avuto un bel rapporto. È il tecnico più giovane in A e vuole imparare. È vivace, intelligen­te e ha un pregio: sa ascoltare. Arriverà anche lui in un grande club».

Prima di scegliere Gazidis il Milan aveva pensato a lei.

«Questo non lo so. Mi fa piacere, però, sapere che il dottor Squinzi ha toccato con mano la mia fedeltà. Gli sono grato, mi lascia libero di agire per realizzare un sogno».

Quale?

«Con la Juve il Mapei Stadium sarà pieno, con 22.000 spettatori. Ma spesso abbondano gli spazi vuoti. E dire che il progetto-Sassuolo meriterebb­e ben altra partecipaz­ione».

In che senso?

«La famiglia Squinzi vede nel calcio un veicolo di positività. Valorizzar­e i giovani puntando sul bel gioco comporta un impegno speciale. Che dovrebbe suscitare simpatia e passione. Lo dico perché, alla resa dei conti, nella divisione dei diritti tv ogni anno ci toccano 15 milioni in meno. Non poco».

 ??  ?? Giovanni Carnevali, 58 anni, a.d. del Sassuolo
Giovanni Carnevali, 58 anni, a.d. del Sassuolo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy