Guardiola-Sarri la grande bellezza al terzo atto
●Il City ospita il Chelsea per riprendersi la vetta: sfida tra filosofie simili e Aguero contro Higuain
Una frase di Pep Guardiola, dopo la sconfitta per 2-0 in Premier del Manchester City sul campo del Chelsea, l’8 dicembre 2018, è illuminante sul suo rapporto con Sarri: «Io e Maurizio non saremo mai nemici». Poi Pep aggiunse: «E nessuno dei miei colleghi sarà mai un nemico». C’è tutta la visione del calcio e della vita in questa considerazione: oggi che i due si ritrovano di fronte per la terza volta nella stagione, in attesa della finale di Coppa di Lega del 24 febbraio a Wembley, il concetto va tenuto ben presente. Pep e Maurizio condividono il senso dell’estetica, il modulo di riferimento - il 4-3-3 -, il padre spirituale - Arrigo Sacchi -, persino gli orientamenti politici sono «liberal» antisistema - e una certa ribellione dell’anima. GETTY ANALISI Poi, ad ognuno la sua etichetta: il tiqui-taca e il Sarriball. Fratelli di latte, in nome del possesso e della ricerca costante della porta avversaria: la bellezza del calcio. Guardiola, che oggi cerca tre punti per riprendersi la vetta della Premier, ha una serie di vantaggi sul collega: tre stagioni di lavoro a Manchester, un club che segue sempre le linee guida del manager sul mercato, un direttore sportivo -l’ex Barcellona Txiki Beguiristain - e un amministratore delegato - Ferran Soriano - di lingua e cultura spagnola. Sarri guida il Chelsea dal luglio 2018, ha un proprietario - Abramovich - che non può essere mai nominato - al massimo «boss» - e deve confrontarsi con un plenipotenziario - Marina Granovskaia - che si occupa di tutto, mercato compreso. Non solo: bisogna fare attenzione a dettagli in apparenza irrilevanti. Parcheggiare nel centro sportivo in un posto riservato ad altri può essere utilizzato in tribunale contro l’allenatore: è successo a Conte.
BOMBER ARGENTINI Il City programma. Il Chelsea improvvisa. Il City ha una linea di gioco. Il Chelsea è passato dal contropiede di Mourinho alle ripartenze di Conte ed è approdato al Sarri-ball. Affinità? I centravanti argentini è quella più visibile. Da una parte Aguero, 321 presenze e 219 gol dal 2011 ad oggi con il City; dall’altra Higuain, appena sbarcato a Londra, firma di una doppietta all’Huddersfield. «Gonzalo è perfetto per il mio gioco», dice Sarri, in nome dei fasti di Napoli. Il perno del City è Fernandinho. La fonte del Chelsea è Jorginho, che Guardiola ha cercato invano di portare a Manchester. Il brasiliano è un re indiscusso, mentre i media britannici stanno martellando Sarri definendo l’ex centrocampista del Napoli un «girapalloni» poco decisivo. Non è l’unica disputa ideologica: Maurizio viene accusato di aver stravolto il ruolo di Kanté. Le statistiche raccontano però il contrario: 4 gol e 4 assist il bilancio del francese. Oggi Guardiola sfiderà la tradizione: ha perso tre volte in campionato contro il Chelsea. Sarri, amante delle statistiche, tocca ferro.