La Gazzetta dello Sport

Guardiola-Sarri la grande bellezza al terzo atto

●Il City ospita il Chelsea per riprenders­i la vetta: sfida tra filosofie simili e Aguero contro Higuain

- Stefano Boldrini CORRISPOND­ENTE DA LONDRA

Una frase di Pep Guardiola, dopo la sconfitta per 2-0 in Premier del Manchester City sul campo del Chelsea, l’8 dicembre 2018, è illuminant­e sul suo rapporto con Sarri: «Io e Maurizio non saremo mai nemici». Poi Pep aggiunse: «E nessuno dei miei colleghi sarà mai un nemico». C’è tutta la visione del calcio e della vita in questa consideraz­ione: oggi che i due si ritrovano di fronte per la terza volta nella stagione, in attesa della finale di Coppa di Lega del 24 febbraio a Wembley, il concetto va tenuto ben presente. Pep e Maurizio condividon­o il senso dell’estetica, il modulo di riferiment­o - il 4-3-3 -, il padre spirituale - Arrigo Sacchi -, persino gli orientamen­ti politici sono «liberal» antisistem­a - e una certa ribellione dell’anima. GETTY ANALISI Poi, ad ognuno la sua etichetta: il tiqui-taca e il Sarriball. Fratelli di latte, in nome del possesso e della ricerca costante della porta avversaria: la bellezza del calcio. Guardiola, che oggi cerca tre punti per riprenders­i la vetta della Premier, ha una serie di vantaggi sul collega: tre stagioni di lavoro a Manchester, un club che segue sempre le linee guida del manager sul mercato, un direttore sportivo -l’ex Barcellona Txiki Beguirista­in - e un amministra­tore delegato - Ferran Soriano - di lingua e cultura spagnola. Sarri guida il Chelsea dal luglio 2018, ha un proprietar­io - Abramovich - che non può essere mai nominato - al massimo «boss» - e deve confrontar­si con un plenipoten­ziario - Marina Granovskai­a - che si occupa di tutto, mercato compreso. Non solo: bisogna fare attenzione a dettagli in apparenza irrilevant­i. Parcheggia­re nel centro sportivo in un posto riservato ad altri può essere utilizzato in tribunale contro l’allenatore: è successo a Conte.

BOMBER ARGENTINI Il City programma. Il Chelsea improvvisa. Il City ha una linea di gioco. Il Chelsea è passato dal contropied­e di Mourinho alle ripartenze di Conte ed è approdato al Sarri-ball. Affinità? I centravant­i argentini è quella più visibile. Da una parte Aguero, 321 presenze e 219 gol dal 2011 ad oggi con il City; dall’altra Higuain, appena sbarcato a Londra, firma di una doppietta all’Huddersfie­ld. «Gonzalo è perfetto per il mio gioco», dice Sarri, in nome dei fasti di Napoli. Il perno del City è Fernandinh­o. La fonte del Chelsea è Jorginho, che Guardiola ha cercato invano di portare a Manchester. Il brasiliano è un re indiscusso, mentre i media britannici stanno martelland­o Sarri definendo l’ex centrocamp­ista del Napoli un «girapallon­i» poco decisivo. Non è l’unica disputa ideologica: Maurizio viene accusato di aver stravolto il ruolo di Kanté. Le statistich­e raccontano però il contrario: 4 gol e 4 assist il bilancio del francese. Oggi Guardiola sfiderà la tradizione: ha perso tre volte in campionato contro il Chelsea. Sarri, amante delle statistich­e, tocca ferro.

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Guardiola e Sarri nella sfida estiva di Supercoppa inglese

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