«La più bella, è una vittoria di squadra»
● «Favoriti in Champions per la nostra storia» Simeone: «La Juve? Penso al Rayo»
In poco più di 100 giorni Santiago Solari ha trasformato il Madrid. Non è stato semplice, ci sono state cadute (l’Eibar, il Cska, la Real Sociedad, il Leganes) ma ora i campioni d’Europa ci sono, sono tornati competitivi e determinati. L’argentino affrontava la settimana più complessa da quando allena: visite al Camp Nou e al Metropolitano, semifinale di Copa del Rey e derby di Liga. Un pareggio con ampi meriti e una vittoria senza appello con annesso sorpasso ai rivali che quando Santi prese il Madrid erano 5 punti più su.
SUCCESSO DI SQUADRA «Questo derby è senz’altro la nostra miglior partita da dicembre – ha detto ieri Solari – e lo è perché è stata una vittoria di squadra. E qui, su questo campo complicato contro un avversario tanto duro e competitivo si vince solo così, giocando di squadra». Per dare un’idea, l’Atletico non aveva ancora perso in casa in questa stagione, e da quando gioca al Metropolitano nessuno aveva mai fatto 3 gol a Oblak. Solari ha preso una squadra sfilacciata, delusa, inappetente, depressa. E le ha ridato forma e vita, rendendola di nuovo pericolosa: «Favoriti in Champions? Solo per la nostra storia, il peso di quanto fatto negli ultimi anni conta più dello stato di forma attuale». SCELTE AZZECCATE Però questo è un altro Madrid, e l’allenatore ci ha messo del suo: non avendo paura di mandare Isco in soffitta, di togliere dalla naftalina Vinicius (che in settembre giocò il derby con l’Atletico Madrid col Castilla, in terza serie) e caricargli sulle spalle il peso di un’intera squadra, con annessa panchina per Bale. E poi il sacrificio dell’impresentabile Marcelo col lancio dello sconosciuto Reguilon, Marcos Llorente, ora infortunato, preferito in alcuni momenti a Casemiro costretto a uscire dalla comfort zone, lo spazio a Ceballos, il dinamismo di Lucas Vazquez considerato irrinunciabile. Scelte. Non semplici, molte azzeccate.
MINIMO STORICO «Abbiamo perso con merito, per la grande forza del rivale. Alla Juventus non pensiamo, perché prima c’è il Rayo Vallecano: ora dobbiamo riprenderci dal colpo e preparaci al meglio». Simeone ha applaudito Solari e ora cercherà di rimettere insieme i cocci di una squadra che alla 23a giornata in 7 anni con lui non aveva mai fatto tanti pochi punti. In tre mesi le parti si sono invertite: l’Atletico spaesato cerca se stesso, il Madrid fa di nuovo paura.