Brienza in panca Cantù sul velluto Reggio fa ricorso
●●li emiliani contro il coach avversario, in panchina con l’ok della Fip ma non della Lega
Cantù sbanca il PalaBigi grazie alla coppia da sognoJefferson-Gaines, ma la quarta vittoria consecutiva dei brianzoli ha virtualmente l’asterisco. Reggio Emilia, che ha visto esordire il tecnico Stefano Pillastrini, ha infatti annunciato il ricorso alla Federazione per il tesseramento di coach Nicola Brienza, andato in panchina con l’ok della Fip, ma con il parere contrario della Lega. «Con il massimo rispetto per la Lega -spiega il coach canturinonoi ascoltiamo da sempre quello che ci dice la Federazione. La settimana scorsa, per esempio, Udanoh ha avuto dei problemi di allergia e abbiamo dovuto somministrargli dei farmaci: per non incappare eventualmente in problemi di doping, dopo un consulto con la Fip, abbiamo deciso di non schierarlo. La stessa cosa abbiamo fatto in questo caso, chiedendo l’ok per il mio tesseramento che è stato concesso». Reggio però non ci sta e ha inoltrato ricorso e da lunedì tornerà anche sul mercato. In partenza K.C. Rivers dopo la miglior partita della stagione (va alla Stella Rossa). Alla Grissin Bon arriveranno un play-guardia straniero e un’ala piccola probabilmente comunitaria. Nicola Brienza intanto è lì, davanti alla propria panchina, a sbracciarsi. Tutto assolutamente normale, in coda a una settimana che di normale ha avuto poco e nulla. Cantù ha potuto «schierare» il proprio coach a Reggio, dopo giorni di tensione che hanno portato a una quasi crisi diplomatica tra Fip e Lega, poi rientrata col comunicato distensivo del presidente Petrucci di ieri.
I FATTI Con l’improvvisa fuga di Pashutin, dieci giorni fa, il club brianzolo si ritrova senza capo allenatore. La squadra viene quindi affidata a Nicola Brienza, il vice, autorizzato dai regolamenti ad andare in panchina per una sola gara, quella contro
Cremona di domenica scorsa. Per la sfida con Reggio Emilia dunque Cantù è obbligata a convertire il contratto di Brienza da vice a capo allenatore, spendendo così un nuovo tesseramento che il club lombardo non può attivare per i lodi pendenti in Fip. Quindi: o Cantù paga le pendenze e sblocca il mercato entro venerdì, oppure a dirigere le operazioni (chiamare i cambi, i timeout etc..) sarà capitan Udanoh, un giocatore. Insomma la colossale figuraccia è dietro l’angolo. Tant’è che giovedì il Tribunale Federale di Appello prova a dribblare il problema con una sentenza vincolante in cui stabilisce che «una società possa mutare lo status del proprio e già tesserato primo assistente allenatore professionista in quello diverso di capo allenatore». A questo punto però la Lega si intraversa rifiutando, venerdì, il tesseramento di Brienza da capo allenatore a causa delle pendenze economiche del club e non lo inoltra alla Fip. È Cantù infine a rivolgersi autonomamente alla Federazione e ad ottenere il sospirato tesseramento sulla base del pronunciamento del Tribunale Federale. Morale: la comprensibile volontà della Fip di evitare uno sgradevole danno d’immagine al movimento, ha consentito di fatto a un club di svolgere un’operazione di mercato pur avendo dei lodi pendenti. Come la si vuol girare, non è un bello spot per la pallacanestro. «La normativa vigente obbliga la Lega - spiega il presidente Bianchi - a procedere ai tesseramenti solo in assenza di morosità. Il nostro non è stato un gesto ostile verso Cantù o la Fip, bisogna però armonizzare le regole». Petrucci affida il suo pensiero a una nota: «Apprezzo lo sforzo che la Legabasket sta compiendo per creare un sistema virtuoso che porti al rispetto pieno e puntuale delle regole e dei principi di sostenibilità del sistema, sempre e comunque nel rispetto delle reciproche posizioni. Questo percorso, intrapreso dalla LBA e dal suo Presidente, può tuttavia, a volte, portare i soggetti coinvolti a interpretare norme tra loro apparentemente confliggenti, il che li porta a situazioni di difficile soluzione come quella che vede coinvolta la società di Cantù. È evidente che occorre trovare una sintesi di tali posizioni in modo da fondare un movimento più sostenibile, virtuoso, e capace di garantire la parità competitiva».
SERVONO REGOLE CHE RENDANO IL SISTEMA VIRTUOSO E SOSTENIBILE
GIANNI PETRUCCI PRESIDENTE DELLA FIP