La Gazzetta dello Sport

Fischi, musi lunghi e minuti ridotti Davis reintegrat­o resta un caso

●Polemiche e anche ritorsioni nel ritorno con i Pelicans della star che aveva chiesto la cessione

- Davide Chinellato

Anthony Davis ai fischi non era abituato. Come a restare in panchina nell’ultimo quarto, con la canotta ancora addosso, mentre la sua squadra cerca di vincere. Lui è, parola del general manager di New Orleans Dell Demps, «la chance migliore per la nostra squadra di vincere». Eppure, dopo 32 punti e 9 rimbalzi in tre quarti, è rimasto a guardare nel parziale che venerdì ha deciso la vittoria su Minnesota. Perché adesso, dopo la richiesta di trade andata male, New Orleans e Davis sono due coniugi separati costretti a vivere sotto lo stesso tetto fino al divorzio.

IL CASO Il no alla trade ai Lakers, la destinazio­ne preferita di AD, non ha chiuso il caso. Anzi, ne ha aperto un altro: la gestione del patrimonio più importante di New Orleans da qui alla fine della stagione, quando i Pelicans torneranno ad esaminare le richieste delle pretendent­i alla loro star, sotto contratto fino al 2020. La squadra voleva fermarlo per le ultime 27 partite: il modo migliore per proteggere il proprio patrimonio. L’Nba però ha fatto sapere che tenere fuori un giocatore sano è contro il regolament­o e costerebbe 100.000 dollari di multa a gara. Davis e i Pelicans sono giunti ad un compromess­o: AD ha di nuovo il posto da titolare e fulcro del gioco (viaggia a 29,4 punti e 13,2 rimbalzi a gara), ma avrà minutaggio ridotto e non giocherà i back-toback, due partite in 24 ore.

SOPPORTATI Davis ha preso male la panchina nel finale con Minnesota, provando a nasconderl­a con un «Il mio lavoro è giocare a basket quando vengo chiamato in causa», con gli occhi che in diretta tv tradivano il suo disappunto. E i fischi dei suoi tifosi, quelli che fino al 18 gennaio lo idolatrava­no, lo hanno ferito più di quanto il suo «è stato imbarazzan­te» lasci trasparire. Né lui né i Pelicans escono bene da questa vicenda: Davis vede compromess­e le sue chance di completare la sua miglior stagione di sempre, New Orleans tenendolo fuori dice addio ai playoff, obiettivo minimo a inizio anno. Sono costretti a vivere insieme almeno fino a giugno, sotto i riflettori, una situazione imbarazzan­te. In attesa che arrivi il divorzio, che l’offerta giusta convinca i Pelicans a dire addio alla star col muso lungo.

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AP Anthony Davis, 25 anni, ha un contratto coi Pelicans fino al 2020

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