SPALLETTI VOTA PER IL RINNOVO DI ICARDI GELO ALL’INTER
●Dirigenti chiamati in causa dal tecnico: i programmi non cambiano No agli alibi e alle invasioni di campo: nuovo incontro entro fine mese?
L’assist del tecnico al capitano ha creato irritazione in società
Sentimento pentimento, resta solo da capire quale sia il mood prevalente. Ma intanto il colpo è partito e non è la prima volta. Il punto è che le parole di Luciano Spalletti su Mauro Icardi hanno sortito l’antipatico effetto di spostare l’attenzione da un’Inter che a Parma ha dato, specie nel secondo tempo, la concreta dimostrazione di voler allontanare la crisi. Così disse l’allenatore: «Visto che i direttori hanno accettato di discutere di questo contratto, ora devono andare a parlare e devono definirlo». Le trasmissioni non sono terminate, però. Perché del giorno dopo vanno raccontati il fastidio della società per l’ennesima uscita pubblica fuori asse di Spalletti, e dall’altro lato la ricerca del chiarimento da parte del tecnico, che ha provato a spiegare privatamente come volesse solo fare un assist a Icardi, dentro il momento più difficile della stagione e un’astinenza da gol ormai condizionante.
QUI SOCIETÀ Un po’ di punti fermi sono necessari. Innanzitutto i precedenti, perché Spalletti almeno già in altre due occasioni ha pubblicamente mandato messaggi neppure troppo indiretti alla società. L’ha fatto quando, appena dopo l’ufficialità dell’arrivo di Beppe Marotta, in relazione alle parole di sostegno dell’a.d. dopo l’eliminazione di Champions League, spiegò: «Fa piacere se qualcuno ti dà supporto, ma allo stesso tempo chi ti dà supporto, ti sta dicendo che da solo non ce la fai. Lo fa involontariamente, ma fa un danno oltre alla rassicurazione stessa». Poi, nelle ore successive. il chiarimento. Secondo step, a proposito del caso Perisic: «Non so se sia stata la scelta giusta dire pubblicamente che Perisic aveva chiesto la cessione». Pochi minuti e arrivò la precisazione: «Non ho assolutamente bacchettato Marotta». A Parma, due sere fa, la terza uscita. Che non ha fatto piacere in società, ovviamente. Primo perché ha spostato l’attenzione dalla vittoria, passaggio importante in ottica classifica e con diversi buoni fattori da sottolineare. E, secondo punto, perché il tecnico ha messo insolitamente le mani su un argomento di stretta competenza societaria, proprio nelle settimane – dalla gestione del caso Nainggolan in poi – in cui il club gli aveva dimostrato la massima fiducia e una completa autonomia nelle decisioni di spogliatoio.
QUI LUCIANO E allora c’è da capire perché Spalletti abbia scelto di fare quelle dichiarazioni. Certo, la voglia di concedere un alibi a Icardi, che non segna da sette partite e che ha notevolmente abbassato il suo standard di rendimento nel 2019. Ma le parole del tecnico – non volendo considerarle come un mettere le mani avanti per un problema che si sta facendo evidente e che incide fortemente nelle prestazioni offensive della squadra – sono certamente la spia di uno spogliatoio che poco e male ha digerito la pubblicità e la tempistica del caso rinnovo del capitano, da parte di tutte le componenti in campo nella vicenda. Non è sfuggito, nel secondo tempo a Parma, un plateale e ripetuto gesto di insofferenza di Brozovic nei confronti di Icardi per un passaggio non controllato. E allora dentro quell’invito di Spalletti ai dirigenti – in soldoni vale un «adesso risolvete la questione» – c’è anche il sottinteso invito al club a tranquillizzare gli animi di tutti. Magari anche degli altri calciatori dell’Inter che aspettano un adeguamento di contratto.
LE CONDIZIONI Icardi intanto è lì, mancato protagonista dell’Inter che riparte. E non sarà impossibile vederlo riposare nelle prossime partite, magari a cominciare da giovedì a Vienna, proprio a vantaggio di Lautaro. La dirigenza, in ogni caso, non crede al teorema Spalletti, ovvero che ci sia un collegamento diretto tra le prestazioni di Icardi e il caso rinnovo: «Gli aspetti contrattuali non possono e non devono condizionare un giocatore come lui», disse una setti-
mana fa Marotta. I piani del club non cambiano. La società ha intenzione di adeguare e allungare il contratto del capitano, un nuovo incontro dovrebbe andare in scena dopo la doppia sfida di Europa League, entro la fine del mese. Ma la società ragiona su cifre che non muteranno, anche a fronte dell’invito di Spalletti di fare presto. Sette milioni di euro o giù di lì, bonus esclusi: tanto sarà in grado di mettere sul piatto l’Inter. E servirà la reale volontà di Icardi di arrivare alla firma. Altrimenti, si resta in scadenza 2021, termine rassicurante per qualsiasi tipo di scenario. Buono anche semplicemente per aspettare tempi migliori, magari semplicemente l’estate. Nella speranza che un gol cambi l’umore di tutti i protagonisti.