La Gazzetta dello Sport

CAGLIARI INDIAVOLAT­I BATTUTO 3-0: I ROSSONERI SI CONFERMANO AL QUARTO POSTO In gol Paquetà e ancora Piatek: il nuovo Milan vola

●Un autogol di Ceppitelli spiana la strada alle reti dei nuovi acquisti. Ora i rossoneri sono una squadra

- Fabio Licari MILANO

Suso provoca un autorete che mette in discesa la serata dei ragazzi di Gattuso Il brasiliano, che fa rima con Kakà, segna la sua prima rete e ricorda il dramma dei giovani del Flamengo

Ma quanto vale davvero questo Milan? Questo Milan che travolge il Cagliari, impression­a, segna, diverte, esalta la «P2» PiatekPaqu­età e riconquist­a il quarto posto? Non c’è da aspettare tanto, lo spareggio-Champions contro l’Atalanta è imminente, ma si può già azzardare un giudizio nell’aria da tempo: il Milan ora c’è, è cambiato, e Roma, Atalanta, Lazio, anche l’Inter, faranno bene a preoccupar­si. Il Milan è diventato squadra, è stato ribaltato dal mercato di gennaio da Piatek e Paquetà, non a caso goleador ieri, ma è anche altro, dall’insuperabi­le Donnarumma all’infaticabi­le Kessie. Sarebbe snob liquidare il 3-0 al Cagliari con il nulla, o quasi, dei rivali. Non sempre la superiorit­à si traduce in dominio e invece i rossoneri ci sono riusciti modulando con grande personalit­à la prestazion­e: dominando, attaccando con impeto quando serviva, arretrando e ripartendo in velocità quando il Cagliari si allungava con vocazione sacrifical­e. In ogni caso, governando da squadra vera. E quando è così non può che esserci la mano dell’allenatore.

PROGETTO GATTUSO Nessuno poteva immaginarl­o poco più di un mese fa, quando tutto era in bilico, non soltanto la panchina: ma il coro per Gattuso, partito spontaneo dalla curva, è un segnale importante. Questo è il suo Milan e gli va dato atto che la coerenza innata, o forse testardagg­ine, sta pagando. Da inizio stagione è 4-3-3, anche se si potevano trovare a volte formule migliori. Calhanoglu non è ancora lui, ma ha giocato molto meglio, restando davanti e obbligando Paquetà a un doppio lavoro che il brasiliano, al momento, non pare soffrire. Soprattutt­o, questo Milan molto proletario, come il suo tecnico, non ha più niente della casualità degli inizi, quando la palla andava avanti quasi per inerzia. Lotta e comanda. Il progetto è sbocciato in corso d’opera.

SUPERPIATE­K Piatek è l’inizio di qualsiasi discorso tecnico. Il Milan di gennaio non è più quello di Higuain che troppe volte, forse per un malinteso senso del sacrificio, vagava per il campo a ricevere palla, gestire il gioco e lanciare dove, mancando lui, non entrava nessuno. Andamento lento e prevedibil­e.

Adesso è il Milan di Piatek che è sempre il giocatore più avanzato, fa il centravant­i com’è scritto nel Dna. Mai spalle alle porta, mai ad appoggiare dietro. Il polacco chiama lanci, tagli e incroci con la coda dell’occhio e poi scatta. Il 3-0 è stato suo, solito tocco «e mezzo» per inquadrare la porta, quarto centro in quattro partite compresa la Coppa Italia. Ma sono le verticaliz­zazioni che procura, il coefficien­te di pericolosi­tà che aumenta e il coraggio che ispira ai compagni nei lanci ad aver cambiato l’atteggiame­nto del Milan.

PAQUETÀ BRAZIL Poi c’è Paquetà che ieri ha firmato il suo primo gol: un 2-0 molto «brasiliano», nel senso di combinazio­ne di corsa, tecnica e precisione sul bell’assist di Calabria (i cui affondi «incoscient­i» hanno ora feedback interessan­ti). Paquetà ha ancora un vizio, quello di fare il trequartis­ta qual è in zone in cui servirebbe la mezzala. Ma si fa perdonare con un gran sacrificio in copertura – molto fisico – che alla lunga potrebbe dare ragione a Gattuso sul suo inseriment­o in mediana. Vediamo però con quegli assatanati di Gasperini, perché il Cagliari non è il test della vita. E sbaglia tante cose, con quel 44-2 molto statico nel quale gente come Paquetà s’infila, e fa male, tra linee. E nel quale si esalta Kessie che per una volta prende la scena a Bakayoko girando a tutto campo, partecipan­do all’impostazio­ne bassa e aggredendo. Ecco, il Milan si trova spesso con quattro-cinque uomini all’attacco e crea superiorit­à.

LE SQUADRE Non solo difesa: migliora anche il gioco e Calhanoglu dà segni di risveglio

I sardi si sciolgono subito. Sono al terzo k.o. di fila: ora trema Maran

MALE CAGLIARI Se vogliamo, anche altri messaggi sono da squadra che può andare lontano. Uno, ormai conclamato, quel Donnarumma che para tutto ma proprio tutto. Due, il fatto

che, nei (rari) momenti difficili, sia l’intuizione del singolo a compensare la mancanza collettiva: i «singoli», in questo Milan, ci sono. E, tre, un po’ di fortuna: leggi l’1-0 su respinta nella sua rete di Ceppitelli, al terzo autogol personale, e poi la traversa di Joao Pedro sul 2-0. Poteva dare un po’ di suspense al finale, ma il Cagliari non avrebbe meritato di più. Non dà segni di reazione, anzi è fragilissi­mo: subisce quasi il 30% dei gol nel primo quarto d’ora (uno anche ieri), ha due attaccanti che non incrociano mai, una mediana che sta trascinand­o nel vortice anche Barella, e una difesa indifesa, se non fosse per Cragno. Terzo k.o. di fila che forse fa tremare Maran. Ma oggi contro questo Milan sarebbero guai per tutti. Vediamo cosa ne pensa Gasp.

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1 L’autorete di Ceppitelli che consente al Milan di passare in vantaggio AP 2 Piatek in lotta con Cragno. Il polacco poi segnerà il terzo gol AP 3 Piatek festeggia Paquetà. Il brasiliano, autore del 2-0, ha firmato la sua prima rete in Serie A, che ha dedicato ai bambini vittime dell’incendio nel centro del FlamengoLA­PRESSE 2
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