In gol come Kakà Testa al Flamengo la casa dei sogni
●Lucas segna sulle orme di Ricky e rivolge il pensiero al lutto del «suo» club
Non contano il numero delle partite, o quello dei gol segnati, conta tutto l’affetto – qualcosa che non si può quantificare – che ha ricevuto nella scuola del Flamengo: ieri Paquetà ha ricambiato con un bacio pieno di significato. Arrivava dall’isola delle conchiglie, nella baia di Guanabara, aveva dieci anni e un fisico così esile che nessuno avrebbe scommesso sulla sua crescita: nell’Under 15 misurava un metro e cinquantatré e rimediava solo con il talento. Se oggi è un giocatore completo (e alto 1.80) è anche per le cure specialistiche che ricevette a Rio. Non era ancora Paquetà ma Lucas, un bambino che sognava calcio. Viveva a Vargem Grande, nel modernissimo centro sportivo della squadra nella parte Ovest della città. All’alba di venerdì scorso si è scoperto che esisteva anche una vecchia parte della struttura, un futuro parcheggio, dove i ragazzi delle giovanili alloggiavano in una specie di grande container. Aspettavano di traslocare in un’area ristrutturata: l’incendio che ha portato via dieci di loro ha distrutto tutto. Il loro rifugio e i loro sogni.
BACIO La Serie A giocava con la fascia del lutto al braccio per ricordare le vittime, tutti giovani calciatori. La fascia di Paquetà stringeva anche tutti i dodici anni di ricordi vissuti lì: con la squadra juniores del Flamengo vinse la Copa San Paulo de Futebol 2016, prima di fare il salto in prima squadra. Le promesse avrebbero voluto realizzarsi come lui: Rykelmo Vianna era il più grande, 16 anni, Pablo Henrique, Paixao, Vinicius e Santos, 14, i più piccoli. «La tristezza che porta questa notizia è immensa, ho trascorso 12 anni della mia vita vivendo in quell’ambiente. Il desiderio di diventare un calciatore, sogni e traguardi interrotti da una tragedia che non si può spiegare. Voglio trasmettere molta forza ai familiari e agli amici delle vittime, che Dio possa confortare il cuore di ciascuno! Preghiamo», ha scritto Paquetà su Instagram vestito con la maglia rossonera a strisce orizzontali. Sui social Lucas dà prova anche della sua grande fede. Ieri lo speaker di San Siro ha immaginato le vittime giocare a calcio con gli angeli. Paquetà è stato anche un acquisto di Leonardo, il d.t. rossonero cresciuto come calciatore nella stessa squadra di Rio. Ieri Paquetà ha segnato il suo primo gol con il Milan nella serata dell’omaggio ai ragazzi che vivevano come aveva vissuto lui. Si è tolto la fascia nera e l’ha baciata alzandola al cielo, commosso, con gli occhi chiusi e l’altra mano sul cuore. A fine primo tempo, dopo aver raccolto al volo il cross di Calabria per il raddoppio rossonero, ha detto: «Per me è un momento molto difficile. E’ un sogno essere al Milan ed è un sogno aver segnato, ma ho vissuto per oltre dieci anni in quel convitto, era casa mia». Paquetà ha realizzato i suoi desideri, fare come Kakà: prima di ieri sera fu Ricky, nel marzo 2014, l’ultimo centrocampista brasiliano a trovare il gol in A con il Milan. Ed è stato esattamente in quel momento che Lucas si è ricordato dei ragazzi come lui.