Rivincita Mattia «Se sento fiducia cambia tutto...»
●Lo sfogo della punta: «Inzaghi? Fatemi segnare ancora un po’ e vi spiegherò»
Dal Genoa al Genoa: 351 giorni dopo l’ultimo urrà, Mattia Destro è tornato a segnare. Raccontata così, sembrerebbe una bella storia. Non andava in gol dal 24 febbraio 2018 (sempre contro i liguri). Non parlava da una vita. «Non mi è stato mai detto di venire a chiacchierare – dice — forse perché non volevano che parlassi. Però... io quando devo parlare parlo. E quando parlo, voglio dire le cose che voglio io, tutto qua». Dopo un tunnel di invisibilità («Cosa non ha funzionato con Inzaghi? Fatemi fare un altro po’ di gol poi ve lo spiego»), l’attaccante rossoblù molla i freni. «Dedico il gol a mia moglie e ai tifosi. Cos’è successo in questi mesi? Sia chiaro, è stata anche colpa mia, ma Mihajlovic, pur non conoscendomi, è stato il primo allenatore a Bologna con cui ho sentito il cento per cento di fiducia. È stato detto che sarei potuto andare via a gennaio ma io ho sempre detto che stavo bene a Bologna e che volevo rimanere. Poi se qualcuno vuole che Destro vada via, parli con me».
FIDUCIA Va dato atto a Mihajlovic di essersi confermato un uomo di parola, visto che appena arrivato a Casteldebole, oltre all’impegno di ridare fiducia a una squadra con il morale sottoterra, aveva pubblicamente ammesso di puntare a recuperare proprio Destro. Il nuovo tecnico rossoblù ha parlato più volte negli ultimi giorni con l’attaccante. Gli ha chiesto impegno: continuo, senza pause, in ogni allenamento. Non solo: gli ha detto in faccia ciò che in giro si raccontava di lui. E non erano giudizi lusinghieri. In maniera diretta. Il Destro a corrente alternata degli ultimi mesi doveva essere dimenticato in fretta. «Il gol è stato una liberazione. Sapevo che nel momento in cui il mister mi avesse dato fiducia sarebbe arrivata la prestazione. Mi dispiace solo che non siamo riusciti a portarci a casa una vittoria. So che dipendeva tutto da me, ma se senti la fiducia intorno, l’ho detto, tutto diventa più facile».