La Gazzetta dello Sport

VOLLEY D’ITALIA, PATRIMONIO CHE VA DIFESO

La finale di Coppa a Bologna

- di GIAN LUCA PASINI

L’Unipol Arena di Casalecchi­o ribolle di passione e di grida. Dal «cielo» del palasport bolognese scende la coppa in braccio ad una acrobata e andrà a premiare ancora una volta Perugia, mentre sulle tribune i tifosi festeggian­o. Non ci sono steward, forse ci sarà qualche poliziotto, ma nella marea colorata di 9000 spettatori con le tifoserie che guardano la partita fianco a fianco con al collo sciarpe diverse, non si vedono forze dell’ordine. Non ce n’è bisogno. Vincenti e perdenti escono dalle stesse porte. Incredibil­e? Non troppo nella pallavolo. L’altra sera i genitori di Simone Anzani, centrale di Modena, nel dopo partita sono andati a cena con i tifosi di Perugia, che avevano appena battuto il figlio. E assieme si sono fatti anche un video. Stupendosi dello stupore suscitato. Si cementano rapporti di amicizia anche a distanza di anni. E gli acerrimi «nemici», dopo qualche anno possono anche diventare «fratelli» di schiacciat­e, non cancelland­o comunque gli sfottò sul campo e in tribuna.

E in questo clima, non sempre perfetto, non sempre idilliaco, ma schietto e spesso genuino si sta consolidan­do la più bella pallavolo del pianeta. Il campionato ha i suoi problemini, la Nazionale deve cercare la strada per Tokyo, ma non c’è dubbio che anche la vittoria di Perugia su Civitanova, dopo oltre due ore e mezza di battaglia, conferma come qui in Italia si giochi la pallavolo più intensa, quella che ti rapisce il cuore e che come il più bello dei libri gialli ti tiene inchiodato alle pagine o all’e-book fino all’ultima pagina. Non saprai mai chi vince. E qui in mezzo a campioni di prima grandezza a cominciare da Leon e Juantorena, il volley ha saputo inventarsi uno spettacolo a tutto tondo. Dove le schiacciat­e più preziose del pianeta si alternano a musica, giochi, spettacoli, coreografi­e. Quello che acchiappa del volley è che tutti sono protagonis­ti. Il pubblico coi social, ma anche con le Coppe. Perché le squadre vincenti, poi finiscono per festeggiar­e con la loro gente. Wilfredo Leon si è consumato a forza di selfie con la gente perugina e non nel dopo partita. E con lui tutti gli altri campioni di questa due giorni da quasi 18 mila presenze e poco meno di 300 mila euro di incasso. Un patrimonio così va difeso e salvaguard­ato. Fino alla prossima festa...

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