La Gazzetta dello Sport

Alfa Romeo, ecco i gemelli diversi

●Il 39enne Raikkonen: «Leclerc? Non mi interessa». Il quasi deb Giovinazzi: «Qui grazie a Marchionne»

- Pino Allievi BALOCCO (VERCELLI)

Da un lato c’è l’italiano (quasi) debuttante che finalmente ce l’ha fatta. Dall’altra c’è il finlandese con un bagaglio di esperienza enorme, ansioso di rimettersi in gioco. L’Alfa Romeo che riporta il proprio marchio in Formula 1 dando il nome anche alla macchina (in realtà si tratta di una Sauber con propulsore Ferrari) non poteva che presentare i propri gioielli nella meraviglia della pista di Balocco, immersa tra le risaie e le Alpi, dove hanno messo per la prima volta le ruote sull’asfalto sia le auto di produzione del Biscione, sia quelle da corsa dell’eraChiti, ossia la 33 iridata negli Sport Prototipi e le F.1 che corsero in sofferenza tra il 1979 e il

1985.

ARIA FRESCA

Antonio Giovinazzi e Kimi Raikkonen sono aria fresca per un’Alfa Romeo altrettant­o giovane nello spirito e nell’apertura sui mercati. Ma Raikkonen non è il passato? No, il Kimi visto ieri nello stupore di una primavera anticipata è qualcosa di assolutame­nte inedito: forma fisica perfetta, via quel vago gonfiore che lo faceva apparire bolso, il volto sorridente, la battuta pronta. Un altro: «Lei dice che è merito di mia moglie? Non c’entra. Sono così perché mi sento sereno e felice. L’Alfa Romeo è una sfida che affronto con tanto entusiasmo anche se ho quasi 40 anni come Valentino Rossi. Fangio vinse il titolo a 46 anni? Altri tempi. Io punto a fare delle belle gare con questa squadra che è rinata e ha una mentalità combattiva. Sono ottimista, sento che faremo belle cose, sia io sia Antonio Giovinazzi al quale darò qualsiasi aiuto, se gli servirà. Insomma, ho delle positive sensazioni».

LA FERRARI Raikkonen svicola su quello che è Ferrari: «Non so né m’interessa se Leclerc metterà in difficoltà Vettel. Seb è forte e tornerà ai vertici mondiali, se gli daranno una buona macchina, dipende solo da quello. Ad Arrivabene ho mandato un messaggino quando ho saputo della cosa. Mi sono trovato bene con lui e lui ha lavorato bene per noi». Antonio Giovinazzi, al contrario di Kimi, comincia da zero e finalmente ha, in F.1, il posto fisso che merita: «È stato il dottor Marchionne a volermi in Ferrari e a prospettar­mi una sistemazio­ne per il 2019. Ed eccomi, dopo un inverno di preparazio­ne intensissi­ma. Mi sento pronto, ho una visione chiara delle cose, sono ottimista sui risultati che può produrre l’Alfa Romeo. L’apprendist­ato in Ferrari, con i test e le simulazion­i, mi ha formato come pilota. Non mi sembra vero trovarmi qui, a 26 anni, dopo tutti i sacrifici che ha fatto mio padre, impiegato in un’azienda di trasporti di Bari, per farmi correre. Tanta fiducia che voglio ricompensa­re con i risultati».

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Da sinistra: Kimi Raikkonen (39 anni), 294 GP in F.1 con 21 successi e un Mondiale, e Antonio Giovinazzi, 26 anni e 2 GP corsi

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