La Gazzetta dello Sport

LE BIMBE SCHIAVE DELLA GINNASTICA

Lettere alla Gazzetta: il caso Katelyn Ohashi

- di FRANCO ARTURI email: farturi@gazzetta.it twitter: @arturifra Marisa Cagnoni

Due volte «10» in poche settimane, i suoi esercizi virali sui social, il sorriso contagioso. Ma la storia della ginnasta americana Katelyn Ohashi mette paura a leggerla bene: una serie di privazioni, vessazioni, incubi. La dico tutta: non bisognereb­be vietare questo tipo di attività alle bambine?

Direi proprio di sì, cara signora. E davvero m’interessa poco suscitare reazioni più o meno composte dall’ambiente della ginnastica. Parliamo da genitori prima di ogni cosa: possiamo accettare che una figlia di 12 anni regga 36 ore di allenament­o alla settimana? E’ quello che Katelyn stessa denuncia di aver sostenuto a quell’età: fanno più di cinque ore al giorno, sabati e domeniche inclusi. E la vita? E i giochi, lo studio, le vacanze, l’ozio? Questi sono ritmi di una schiava-bambina e non ha senso nasconders­elo. Una profession­ista adulta di calcio, pallavolo o basket sta ben al di sotto delle 20 ore di lavoro settimanal­e, tanto per dare un confronto. Questa ragazza, oggi ventunenne, ha rinunciato da tempo ad inseguire la nazionale Usa e il sogno olimpico (anche se da bambina batteva l’attuale fenomeno Simone Biles) e gareggia ora solo nel circuito dei college. Ketelyn ha scritto una lunga e drammatica confession­e sul perché a un certo punto della carriera è saltata per aria. Dotata da madre natura di gambe superatlet­iche ma un po’ più grosse degli standard di queste atlete (anche troppo) mignon, la Ohashi racconta fra l’altro: «…Ho vissuto le osservazio­ni crudeli e indesidera­te sul mio corpo di quasi tutti: allenatori, tifosi, seguaci di ginnastica, staff della nazionale, mia madre e persino me stessa…. Mi dicevano che sembrava volessi inghiottir­e un elefante o un maiale… Mi hanno paragonata a un uccello troppo grasso per sollevarsi da terra…. Mi è stato proposto un contratto che mi proibiva di allenarmi se non avessi prima perso peso…». Risultato scontato: la crisi, la mancata accettazio­ne di se stessa e del suo corpo, la bulimia. Non stiamo parlando delle orrende molestie che molte sue ex compagne hanno dovuto subire dal medico-orco Larry Nassar, per fortuna oggi carcerato a vita, ma anche questo è un crimine. Ci sono voluti anni perché la ragazza si liberasse di quei fantasmi. La ginnastica è nel mirino da sempre su questo terreno e ha elevato a 16 anni il limite minimo per competere in gare internazio­nali. Ma a cosa serve se prima di quel termine si massacrano, scusate il termine, le bambine in quel modo? Chi controlla chi in questo ambiente?

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