La Gazzetta dello Sport

Bond: attrae il progetto industrial­e, il debito non è un ostacolo

- Marco Iaria @marcoiaria­1

Non solo Ronaldo. La visibilità globale di cui sta godendo la Juventus sin dall’estate scorsa, quella del colpo CR7, ha esercitato una calamita per gli investitor­i internazio­nali, in particolar­e quelli asiatici. Ma il felice collocamen­to del bond, curato da Morgan Stanley in collaboraz­ione con Ubi Banca, è dipeso in generale dalla serietà del progetto del club di Agnelli. «Un modello di business, seppur calcistico, molto più simile a quello di un’azienda classica, con un asset come lo stadio di proprietà», spiega una fonte vicina all’operazione. Visto il numero di ordini e la convenienz­a del tasso d’interesse (3,375%) si è così deciso di elevare il taglio del prestito obbligazio­nario da 150 a 175 milioni. Un bond corporate, senza il supporto di una società-veicolo né la garanzia, per esempio, dei proventi televisivi: è stata «venduta» ai potenziali finanziato­ri la Juventus così com’è, con la storia di successo sportivo e industrial­e degli ultimi 7-8 anni, culminata con l’acquisto di Ronaldo. Gli investitor­i hanno creduto nei fondamenta­li di bilancio e nella forza del brand, anche in proiezione futura. E non si sono spaventati per la crescita del debito.

SOSTENIBIL­ITÀ Al 30 giugno 2018 l’indebitame­nto finanziari­o netto della Juventus era di 310 milioni, quasi il doppio dell’anno prima. Dopo una campagna acquisti dal saldo negativo di 163 milioni, la voce è ulteriorme­nte aumentata ma rientra nel piano di sviluppo con vista sul 2024. Ora l’importante sarà raccoglier­e i frutti degli investimen­ti con ricavi adeguati che generino flussi di cassa. Ronaldo serve anche a questo. Gli investitor­i – spiega la fonte – hanno mostrato fiducia in tal senso. La Juve dovrà agire con equilibrio perseguend­o l’obiettivo di agganciare il treno dei top club europei. Ecco perché quei 175 milioni non costituira­nno di certo il budget della prossima campagna acquisti. Il bond offrirà qualche risorsa in più ma servirà soprattutt­o a rifinanzia­re il debito esistente a scadenze più lunghe per pianificar­e meglio la crescita. La Juve non può permetters­i di fare il passo più lungo della gamba. Il mercato lo si farà soppesando parametri economico-finanziari e strategie sportive.

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