Bond: attrae il progetto industriale, il debito non è un ostacolo
Non solo Ronaldo. La visibilità globale di cui sta godendo la Juventus sin dall’estate scorsa, quella del colpo CR7, ha esercitato una calamita per gli investitori internazionali, in particolare quelli asiatici. Ma il felice collocamento del bond, curato da Morgan Stanley in collaborazione con Ubi Banca, è dipeso in generale dalla serietà del progetto del club di Agnelli. «Un modello di business, seppur calcistico, molto più simile a quello di un’azienda classica, con un asset come lo stadio di proprietà», spiega una fonte vicina all’operazione. Visto il numero di ordini e la convenienza del tasso d’interesse (3,375%) si è così deciso di elevare il taglio del prestito obbligazionario da 150 a 175 milioni. Un bond corporate, senza il supporto di una società-veicolo né la garanzia, per esempio, dei proventi televisivi: è stata «venduta» ai potenziali finanziatori la Juventus così com’è, con la storia di successo sportivo e industriale degli ultimi 7-8 anni, culminata con l’acquisto di Ronaldo. Gli investitori hanno creduto nei fondamentali di bilancio e nella forza del brand, anche in proiezione futura. E non si sono spaventati per la crescita del debito.
SOSTENIBILITÀ Al 30 giugno 2018 l’indebitamento finanziario netto della Juventus era di 310 milioni, quasi il doppio dell’anno prima. Dopo una campagna acquisti dal saldo negativo di 163 milioni, la voce è ulteriormente aumentata ma rientra nel piano di sviluppo con vista sul 2024. Ora l’importante sarà raccogliere i frutti degli investimenti con ricavi adeguati che generino flussi di cassa. Ronaldo serve anche a questo. Gli investitori – spiega la fonte – hanno mostrato fiducia in tal senso. La Juve dovrà agire con equilibrio perseguendo l’obiettivo di agganciare il treno dei top club europei. Ecco perché quei 175 milioni non costituiranno di certo il budget della prossima campagna acquisti. Il bond offrirà qualche risorsa in più ma servirà soprattutto a rifinanziare il debito esistente a scadenze più lunghe per pianificare meglio la crescita. La Juve non può permettersi di fare il passo più lungo della gamba. Il mercato lo si farà soppesando parametri economico-finanziari e strategie sportive.