La Gazzetta dello Sport

Da Scampia al San Paolo: la strana sfida all’amico Insigne

●Armando con il Torino torna a casa e ritrova il compagno della Primavera del Napoli Viaggio in un rione difficile che sforna campioni

- Gianluca Monti NAPOLI

«IL PAPÀ ERA CONVINTO CHE SAREBBE ARRIVATO IN A: UNA PROFEZIA»

Prima di gonfiare il petto raccontand­o la storia di Armando Izzo, a Scampia si preoccupan­o tutti del fatto che «i nuovi Armando Izzo non hanno neppure un campo dove poter giocare la sera». Ecco, è giusto partire da qui: dalle porte chiuse al pubblico e dall’illuminazi­one insufficie­nte dello stadio Antonio Landieri, dedicato ad una vittima innocente della camorra. Si trova di fronte all’Arci Scampia, dove Armando è cresciuto calcistica­mente e come uomo e dove torna ogni volta che ha la possibilit­à di farlo.

SANTORO, MISTER VIVAIO Armando Izzo scorgeva il Landieri «sgarrupato» da bambino, quando papà Enzo lo accompagna­va all’Arci Scampia dal presidente Antonio Piccolo. Piccolo, però, solo di cognome perché si tratta di un grande maestro di vita: «Non ho mai visto un padre così convinto che il figlio sarebbe diventato un calciatore profession­ista, non faceva che dirmi che Armando sarebbe arrivato in Serie A. Per come sono andate le cose la sua si è rivelata una profezia». Piccolo segnalò Izzo al Napoli, precisamen­te all’allora responsabi­le del vivaio, e attuale team manager del Toro, Peppe Santoro, che è stato tra i più grandi scopritori di talenti della Campania.

ANTONIO PICCOLO PRESIDENTE ARCI SCAMPIA

Ha portato nel Napoli i vari Insigne, Sepe, Maiello, Ciano, Trotta e appunto Izzo. Lui ha spinto Armando a non mollare quando da ragazzo giocava nelle categorie regionali, lui ha convinto Mazzarri, guarda caso, a convocarlo (unico nato nel 1992 insieme a vari ‘91) per il ritiro di Folgaria nell’estate del 2010.

INSIGNE E SANTACROCE Santoro ha sempre pensato di vedere un giorno Insigne e Izzo in Serie A, sperava solo non fossero uno contro l’altro come accadrà domenica sera. Credeva in loro, come ci credeva Ivan Faustino, in quegli anni allenatore degli Allievi prima e della Primavera poi. «Si vedeva lontano un miglio che Armando aveva qualcosa in più e di diverso dagli altri, lo aggregai ai ‘91 e quindi si ritrovò a far parte del gruppo nel quale c’era anche Lorenzo. Già allora si esaltava nella difesa a tre: quando veniva a giocare con noi Santacroce lo spostavo sul centrosini­stra ma per lui non c’era differenza». A quel punto era chiaro che Armando avrebbe realizzato quello che suo papà, morto prematuram­ente, gli aveva predetto. Prima, però, c’era stato un incontro svolta nella sua vita, quello con l’agente Paolo Palermo.

L’AZZURRO «Buongiorno, io sono Izzo. So che mi seguite e che con i giovani siete bravo». Queste le parole pronunciat­e dal ragazzo ad Arco di Trento nel 2009 di fronte al suo attuale manager, che era andato lì per seguire il prestigios­o torneo giovanile. «Armando era entrato nel finale della partita con l’Atalanta nel ruolo di centrocamp­ista, mi colpì per la bravura ma soprattutt­o per la personalit­à con la quale si presentò». In breve tempo Paolo Palermo conobbe le difficoltà di quel ragazzo di Scampia che aiutava a casa mamma Giovanna nel crescere gli altri tre figli. «È sempre il calciatore che rende bravo l’agente, mai il contrario. Io con Armando non ho mai avuto difficoltà, lui assorbiva i miei consigli come una spugna e poi li metteva in pratica». Izzo sembrava destinato ad un futuro azzurro, invece non ha mai esordito in prima squadra con il Napoli: «Dopo un anno in prestito a Trieste, fece due grandi stagioni ad Avellino in comproprie­tà - ricorda Palermo -. Il Napoli avrebbe potuto riscattarl­o ma i dirigenti dell’epoca non lo ritennero pronto. Non accuso nessuno, men che meno De Laurentiis, perché nel calcio capita di sbagliare certe valutazion­i».

LA NAZIONALE Certo, per Armando quella resta una ferita aperta: «Era il sogno suo e del papà, logico che Napoli-Torino al San Paolo per lui sia una partita speciale anche se ormai ha il sangue granata». Nel futuro di Izzo c’è però ancora una maglia azzurra, quella della Nazionale. A proposito, sarebbe bello portare i ragazzi di Mancini a Scampia, magari proprio allo stadio Landieri, per un allenament­o. Qualcuno sussurra che in Federazion­e ci stiano pensando.

 ?? LAPRESSE ?? Armando Izzo, 26 anni, è arrivato al Torino quest’estate dal Genoa: finora ha colleziona­to 22 presenze in Serie A e 2 in Coppa Italia 11 Nel 2002 Armando Izzo gioca nell’Arci Scampia di Napoli, nel suo quartiere: nella foto è il secondo bambino in piedi da sinistra; ● 2 Nel 2010 è nella Primavera del Napoli: è il primo da sinistra, con lui Umberto Varriale, Alessandro Diana e Crescenzo Liccardo
LAPRESSE Armando Izzo, 26 anni, è arrivato al Torino quest’estate dal Genoa: finora ha colleziona­to 22 presenze in Serie A e 2 in Coppa Italia 11 Nel 2002 Armando Izzo gioca nell’Arci Scampia di Napoli, nel suo quartiere: nella foto è il secondo bambino in piedi da sinistra; ● 2 Nel 2010 è nella Primavera del Napoli: è il primo da sinistra, con lui Umberto Varriale, Alessandro Diana e Crescenzo Liccardo

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