Criscito «Nel 2011 lasciai il Genoa in Europa Ce lo riporterò»
●Il capitano: «Siamo 7 punti sopra la salvezza e a 8 da chi lotta per le Coppe. Possiamo sognare»
Verso la quadratura del cerchio. Non siamo ancora alla perfezione, ma il Genoa di Prandelli ha cambiato passo. Quattro punti nelle ultime due trasferte, il buon inserimento di Sanabria, una mediana più stabile con Lerager e Radovanovic, la difesa più equilibrata e solida, meno gol subìti e pure il miglior Criscito della stagione. Capitano e leader, in campo e fuori. «La difesa a quattro mi sta aiutando. Io sono un terzino, a San Pietroburgo nello Zenit ho giocato 7 anni in quel ruolo. Qui si difendeva a tre, posso adattarmi, ma il mio ruolo migliore è a sinistra giocando a 4 dietro».
Non era facile, ma il gruppo sembra avere bene assorbito la partenza di Piatek con gli innesti di gennaio.
«Abbiamo perso un grande campione come Krzysztof, lui aveva dimostrato il suo valore sin dal primo giorno. Un giocatore umile, che si è sempre allenato al cento per cento. Tutti noi dobbiamo dirgli grazie per quello che ha fatto. E’ vero poi che i giocatori arrivati a gennaio si sono inseriti in maniera molto rapida: due giorni dopo il suo arrivo Sanabria era già in
EX ZENIT SAN PIETROBURGO
campo. Noi vecchi abbiamo cercato di farli sentire subito a casa. Sono stato all’estero, quando cambi squadra e compagni non è mai facile».
Quale calcio ha ritrovato qui dopo sette stagioni allo Zenit?
«In Italia c’è davvero tanta tattica, ma là ho avuto tecnici italiani o, come Lucescu, che avevano allenato in Italia, quindi molto attenti a questo aspetto. Da noi, però, la qualità è in generale più elevata. Rispetto al 2011 mi sembra che in serie A ora si corra di più».
La classifica non vi preoccupa, ma il salto in alto è lontano.
«Siamo a 7 punti dalla coda e a 8 da quelle che lottano per l’Europa. Le prossime gare saranno fondamentali. Dobbiamo fare punti, cercando di esprimere il nostro calcio migliore, poi ne riparleremo. Ma occhio alla Lazio: Simone Inzaghi è un grande allenatore, sono a un passo dalle prime della classe, fuori casa giocano sempre bene. All’andata giocammo una bruttissima partita (finì 4-1, n.d.r.), c’è voglia di rivincita. E poi, da troppo tempo (22 dicembre con l’Atalanta, n.d.r.) non vinciamo in casa».
Non ci sono più le bandiere nel calcio, lo ha detto pure Totti. La sua scelta va in controtendenza. Chiuderà la carriera qui e poi farà il dirigente.
IL CALCIO IN ITALIA È TATTICA MA DOPO 7 ANNI SI CORRE DI PIÙ
DOMENICO CRISCITO
IL MIO CUORE È ROSSOBLÙ: NON SONO TORNATO PER SVERNARE
DOMENICO CRISCITO
«Sono tornato perché il mio cuore è rossoblù, non ci sarebbe altro da aggiungere. Non ho voluto ascoltare altre proposte. Ma sono tornato con ambizioni. Non ho detto sì al Genoa per venire qui a svernare, come qualcuno magari ha pensato. Il Grifone è stato tutta la mia vita e lo è ancora. Ringrazio il presidente Preziosi per l’opportunità data, facendo un sacrificio sull’ingaggio, ma sono felice di essere il capitano».
Come vede il vostro futuro?
«Ho lasciato questa squadra dopo l’Europa League, magari ci potremo tornare. Un passo alla volta, sin qui abbiamo fatto alti e bassi. Non dico quest’anno. Il presidente è ambizioso vuole il bene del Genoa».
La società ha appena presentato un piano di sviluppo importante sul piano delle strutture.
«La solidità del club è un punto essenziale per il futuro. Preziosi si sta impegnando molto per questo. La recente presentazione dei nuovi progetti aziendali e del centro sportivo sono un chiaro segnale di modernità e di forte sviluppo».
All’epoca di Prandelli c.t. azzurro lei fu escluso dall’Europeo per un presunto coinvolgimento nel calcio scommesse.
«Con il mister ci siamo parlati appena lui è arrivato qui, superando subito tutte le incomprensioni passate. Siamo qui entrambi per fare il bene del Genoa. Certo, non posso dimenticare quel che accadde nel 2012, ma la vita è andata avanti e io mai ho mollato».
Il suo grande amico e rivale Quagliarella vi ha ringraziato per il tweet che gli avete dedicato quando ha raggiunto Batigol.
«Impossibile non parlare bene di Fabio. Non è solo un amico, ma un giocatore davvero grande. Sono contento dei suoi risultati. Certo, non deve segnare nel derby, ma sono certo che in futuro riproverà a superare Batistuta. Ha ancora tanta fame».
Pensa con Mancini c.t. di ritrovare più spazio in azzurro?
«Lui mi conosce bene, sa cosa posso dare. Spero di esserci già alla prossima convocazione. Mi voleva già a tempi dell’Inter, poi l’ho ritrovato allo Zenit. Quando arrivò, nel 2017, io avevo chiesto di andare via. Mi disse: “Ma come, arrivo io e vuole lasciare lo Zenit? Da qui non ti muovi…”. Con lui ho un ottimo rapporto, è una persona fantastica, oltre che un grande allenatore. Lo ha confermato pure in Nazionale, cambiando lo stile di gioco. Spero possa fare bene, lo merita».
SUL SUO AMORE PER IL GENOA