La Gazzetta dello Sport

LA FAVOLA DI NICOLÒ, «CHE VALE 10» SENZA LA 10

- ANDREA DI CARO

Neanche nei suoi sogni più arditi Nicolò Zaniolo, il nuovo enfant prodige del calcio italiano, avrebbe immaginato quello che invece la realtà gli sta regalando. Da fine giugno a oggi, in meno di nove mesi è sbocciata un'altra vita. Da zero presenze in A a titolare fisso della Roma: gol, magie e sostanza, donati con la leggerezza dei suoi 19 anni e la personalit­à di un veterano. Titoloni, copertine, l’amore improvviso di Roma, e un prossimo milionario adeguament­o di contratto. A chi non girerebbe la testa? La giostra non si può fermare, ma si deve fare di tutto per permettere a Zaniolo di non farsi travolgere dalla sua favola. «Se terrà la testa sulle spalle, sia dal punto di vista tecnico che fisico vale 10 in tutto», ci ha detto uno dei più importanti dirigenti della A. E per tenerla sulle spalle c'è un paragone che proprio non gli serve: quello con Totti. E tantomeno dargli il prossimo anno la sua pesantissi­ma maglia: lasciamo che la 10 resti in una teca ancora un po'. L’unico paragone accettabil­e è la stessa attesa che il tifoso della Roma aveva 25 anni fa di vedere giocare Francesco a 18 anni e che oggi ha per Nicolò. Nella crescita del più grande giocatore della storia della Roma hanno contribuit­o gli insegnamen­ti e il profilo basso di mamma Fiorella e papà Enzo, i consigli di Mazzone e Zeman, un presidente papà come Sensi. A Nicolò auguriamo una protezione simile. Al resto penserà il suo talento.

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