La Gazzetta dello Sport

Wu Lei, non solo un affare di stato per promuovere il calcio cinese

●L’attaccante è arrivato all’Espanyol a gennaio ed è stato già decisivo

- Filippo Maria Ricci

CORRISPOND­ENTE DA MADRID @filippomri­cci

Esotico, sì. Roba di marketing, sì. Però, come dice l’ex napoletano David Lopez al Pais, «Occhio eh. Questo è forte, molto forte». Parla di Wu Lei, attaccante cinese atterrato all’Espanyol nel mercato d’inverno. Sconosciut­o ai più, una stella in Cina. È stato il capocannon­iere dell’ultimo campionato, 27 gol in 29 partite, davanti a Ighalo e Bakambu, gente abituata a segnare in Premier League e in Liga. Due anni fa chiuse al secondo posto, 20 reti come il Pocho Lavezzi, stessa posizione anche tre anni fa. È cresciuto nello Shanghai Sipg e sinora ha giocato solo lì, segnando tanto e conquistan­do la nazionale, dove è fisso dal 2010.

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In Cina stravedono per lui, ha un milione e mezzo di follower sui social network quando l’Espanyol su Twitter non arriva a 400.000 e l’ex milanista Diego Lopez guida i profili social della rosa con 134.000 seguitori su Instagram. Al club fanno sapere di aver venduto 400 magliette del cinese da quando è arrivato, numeri relativi ma che polverizza­no la concorrenz­a interna, e che alla Kelme, sponsor tecnico, siano arrivate altre 5000 richieste dalla Cina. Ma ribadiamo, Wu Lei non è andato da Shanghai a Barcellona per vendere magliette, o almeno non solo.

AFFARE DI STATO Il suo spostament­o è stato deciso a tavolino per cercare da una parte di promuovere il calcio cinese, dall’altro di farlo crescere. A Shanghai sognano di trasformar­lo in ciò che Yao Ming è stato per la Nba. Volano parecchio alti. La scelta dell’Espanyol è stata dettata dal fatto che il club ha un presidente cinese, Chen Yansheng, la cui società, Rastar Group, per chiudere l’operazione ha stretto una collaboraz­ione con la compagnia che gestisce il porto di Shanghai e il Sipg e con lo stesso governo centrale, interessat­o allo sviluppo del calcio. Perché Wu Lei in Cina guadagnava 10 milioni netti e all’Espanyol i compagni al massimo arrivano a due.

OTTIMO INSERIMENT­O È un progetto ambizioso, e per questo in Cina hanno scelto questo ragazzo di 27 anni: uno che sa far gol, che ha mostrato voglia di muoversi e promesso di potersi adattare rapidament­e anche a un calcio tecnico come quello spagnolo. Cosa confermata anche dai compagni. Che l’hanno accolto con un certo scetticism­o visto che l’Espanyol dopo una partenza miracolosa, all’undicesima giornata era secondo a -3 dal Barcellona, è precipitat­o tanto da trovarsi due giornate fa a +2 sulla zona retrocessi­one. Si aspettavan­o un vecchio marpione più che una sorpresa cinese. Wu Lei sinora ha giocato un quarto d’ora contro il Villarreal (2-2) e un’ora col Rayo Vallecano (2-1): per l’Espanyol 4 punti in due partite dopo che ne aveva fatti 3 nelle 10 giornate precedenti, perdendo 9 volte. Col Rayo Wu Lei è stato decisivo. Ovviamente con la lingua siamo ancora alle prime armi, ma i compagni e l’allenatore sono rimasti decisament­e impression­ati dalla qualità dell’acquisto orientale. Non se l’aspettavan­o.

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EPA Il cinese Wu Lei, 27 anni, attaccante dell’Espanyol Barcellona

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