Cellino dolce e amaro «Brescia giovane e bello Palermo, che tristezza»
● Il presidente in vista del big match: «Dispiaciuto per i suoi guai Il nostro segreto sono i giovani e mi godo Corini: preparatissimo»
GRANDI BATTAGLIE CON LUI: NON LO SENTO DA UN PO’, NON LO GIUDICO
MASSIMO CELLINO SU MAURIZIO ZAMPARINI
C’è il dolce e l’amaro in questo Palermo-Brescia e nella testa di Massimo Cellino. «Il risultato conta tanto, ma non è la partita della vita. Piuttosto sono triste, leggo dei guai del Palermo e non mi va di dare pareri: sono troppo legato ai ricordi».
Quali?
«Nel 2004 conquistai la A con il Cagliari proprio insieme ai rosanero. Era una Serie B spettacolare, con 24 squadre e il nostro calcio stava per entrare in una fase delicatissima. E in quegli anni difficili mi sono ritrovato spesso al fianco di Maurizio Zamparini in tante battaglie di Lega. Ora non so cosa sia accaduto, non sento Maurizio da tempo. Da fuori è impossibile giudicare il perché di questa situazione di grande incertezza».
La classifica dice che sono di fronte le due squadre più forti.
«Piano. Questa B è speciale, è super competitiva. Con il sogno della A almeno dieci squadre si sono attrezzate per il salto e hanno speso tanto, forse troppo».
Anche il Brescia ha investito.
«Meno di un anno fa. Grazie al sì immediato di Donnarumma ho centrato subito il colpo migliore, poi ho selezionato le altre mosse. L’anno scorso, con 25 operazioni, feci un sacco di errori e i costi di gestione finirono per essere ingenti».
Con Suazo non è partito bene...
«Mi spiace per lui, ma non ho preso Corini subito perché pensavo fosse ancora legato al Palermo. E ora ho trovato l’allenatore giusto, di categoria superiore».
Lei con gli allenatori spesso ha un rapporto di amore-odio.
«Mi confronto con tutti e se sbagliano glielo faccio notare. A Corini non devo dire nulla: è preparatissimo e ha un ottimo carattere. Forse anche troppo».
Che fa, gli rinnova il contratto?
«Non ce n’è bisogno, ha il prolungamento automatico in caso di promozione».
Tutti gli occhi sono su Tonali.
«Anche in maniera esagerata. Devo proteggerlo. Lui è bravo ma ha tante pressioni addosso. E negli ultimi tempi non mi sta piacendo: lui può tutto, non deve accontentarsi. Cerchi di migliorarsi sempre».
Qual è il segreto del Brescia?
«I meriti sono di tutti, ma io sono contento soprattutto dei giovani. Si parla poco di Cistana, un difensore che farà strada. Ma premono anche Semprini e Viviani. Brescia ha una grande tradizione e sto lavorando per rafforzare il vivaio. Il centro sportivo è il primo passo per entrare nel futuro».
Il Rigamonti è inadeguato.
«Purtroppo sì, ma sto lavorando per una soluzione di buonsenso. Non aggiungo altro anche per scaramanzia: sa, con gli stadi non ho un buon rapporto». E sorride amaro.
Ha legato con Brescia?
«Sono stato accolto benissimo, ringrazio tutti. I bresciani hanno una grande qualità: forse perché sono lontani dalle luci di Milano hanno sviluppato un grande senso pratico. Quello che fanno, lo fanno bene».
Quindi mette radici qui?
«Mi lascia ancora un po’ di tempo per decidere? La mia vita è ancora ad un incrocio».
Sarà al Barbera?
«Non credo. Torno a Londra. La mia settimana è metà in Inghilterra e l’altra metà nella foresteria di Desenzano».
Si è riambientato nel calcio italiano?
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I CLUB
I club nella carriera di Cellino: dal 1992 il Cagliari, dal 2014 l’inglese Leeds e dal 2017 il Brescia
HA UN OTTIMO CARATTERE, FORSE TROPPO: CON LA A RINNOVO SICURO
MASSIMO CELLINO SU EUGENIO CORINI
«Non del tutto. Ad esempio la Serie B non è più quella di una volta. Troppi errori gestionali negli ultimi anni e tuttora manca una guida illuminata. Non si progetta».
Cosa non le piace?
«La chimera delle 19 squadre ha illuso tanti, ma chi ha speso e non andrà in A si inguaierà. In compenso il livello tecnico
del torneo è eccellente, sicuramente superiore alla passata stagione. Ma ricordo che questa è una formula anomala, ingannevole: con ben quattro retrocessioni».
Quale squadra l’ha sorpresa?
«In negativo il Crotone. Non riesco a spiegarmi questo brutto girone d’andata. E dire che mi sembrava la squadra più attrezzata per il salto. Lo stesso vale per il Verona, così come per il Benevento. Il Lecce pratica un bel gioco, da neo-promosso ha speso tanto per ambire. Meritano rispetto anche Pescara, Perugia e Spezia. Ma anche la Cremonese è ben attrezzata. Insomma sono tutti avversari pericolosi».
La nota lieta del torneo?
«L’unica luce viene dagli arbitri. Forse sarò invecchiato io, ma vedo tanti giovanotti capaci che dirigono con personalità. Prima non era così».
Che pensa della Var?
«Sono contrario. Così si omologano tutti gli arbitri, non si spronano i migliori a dare tutto. Sarò romantico ma io mi tengo l’arbitro che sbaglia in buona fede. Lo dico sempre ai miei ragazzi: non protestate, aiutate chi ha il fischietto è tutto sarà più semplice».
Balotelli ha espresso il desiderio di chiudere la carriera nella sua Brescia.
«Porte aperte a Mario, un talento rimasto imprigionato. Se lui sceglie di adeguarsi ai nostri parametri finanziari è chiaramente il benvenuto. E io sarei il suo primo tifoso».