La Gazzetta dello Sport

Spalletti svolta: «Sì, credo sia nato qualcosa di nuovo»

●«È stata importante la spinta dei tifosi dopo l’1-1 Hanno deciso di difenderci nelle difficoltà»

- Valerio Clari MILANO

Questa era importante. Lo intuisci già all’ingresso delle squadre in campo, con quella corsa nel tunnel degli spogliatoi, che non sfugge alle telecamere. Spalletti corre perché è in ritardo, certo. Ma anche perché in quel momento la tensione si può scaricare anche così. Questa bisogna vincerla. E per assicurars­ene il tecnico interista dopo il gol del vantaggio rompe gli indugi e gli schemi, entrando in campo per urlare indicazion­i per tenerlo, quel 2-1. Questa può essere l’inizio di un’altra Inter, e Luciano lo dice in conferenza stampa, appena prima di andar via: «Mi sembra che stasera sia nato qualcosa di nuovo».

CI PIOVE ADDOSSO InterSamp non era una partita come le altre, e forse non c’è nemmeno bisogno di spiegarne i motivi: «Veniamo da un brutto momento, e in più ci piovono addosso cose da tutte le parti, continuame­nte – dice Spalletti -. Essere sempre avvolti da questi discorsi qui, esterni al campo, non aiuta. Io in carriera ne ho viste tante, ma così… In queste situazioni i giocatori riescono a fare sempre qualcosa di meno, le reazioni sono umane. E anche quando vinci sembra non contare niente». Però la squadra è andata oltre, dopo aver preso un gol che qualche settimana fa l’avrebbe fatta sciogliere di botto: «È stata importante la spinta del pubblico dopo l’1-1. Hanno deciso di darci una mano nelle difficoltà, di difenderci: lì è nata la scintilla. Le due ultime vittorie sono un segnale di serietà, per perforare questa montagna di cose. Il lavoro ALLENATORE INTER diventa più duro, ma si colpisce ancora più forte».

«LAUTARO CARRARMATO» L’uomo per cui le cose sono cambiate più radicalmen­te negli ultimi giorni, Icardi a parte, è Lautaro Martinez. Spalletti lo promuove su tutta la linea: «Questa gara non cambia la mia valutazion­e di Lautaro. Ormai lo conosco bene io e lo conoscono negli spogliatoi di Serie A. Ha carattere, personalit­à, forza, farà gol». Ieri ha mancato proprio quelli, mostrando però grandi doti da uomo squadra e da appoggio ai compagni. La sua non era una situazione psicologic­a semplice: «C’era da non far pentire quelli che gli hanno dato una maglia, con il confronto costante con quello che garantiva l’altro, il predecesso­re. In più la botta presa col Rapid lo ha tenuto in dubbio fino alla mattina. Quando si è sciolto, è stato un carrarmato vero». E’ passato da 10 minuti ogni tanto a titolare fisso: «Ha giocato 180’ in pochi giorni e lui non si risparmia: anche se gli spari la palla alla bandierina ed è in ritardo di 10 metri la rincorre a mille per non far girare il difensore. Dà tutto su ogni pallone e questo è un dispendio di energie importante. Ci ha messo impegno, cuore, come tutti gli altri». Fra gli altri, citazione d’obbligo per due recuperati alla causa, Nainggolan e Perisic: «Sono contento della prestazion­e di Radja: ha fatto rivedere le sue cose, le vampate tanto chiacchier­ate perché tardavano a venire. È un nuovo passo in avanti, dopo il piccolo blackout di Vienna. Ivan ha fatto corse per tutti e ha dispensato giocate: ha spessore fisico ed umano». Non siamo certo alla perfezione, ma questa va bene così: «Il top si troverà quando saremo più liberi mentalment­e e più fantasiosi. Ora bisognava essere esecutivi».

SONO FELICE DI NAINGGOLAN E PERISIC È UN UOMO VERO

LUCIANO SPALLETTI

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 ??  ?? Luciano Spalletti, 59 anni, abbraccia Perisic a fine partita ANSA
Luciano Spalletti, 59 anni, abbraccia Perisic a fine partita ANSA

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