La Gazzetta dello Sport

Pairetto applica il protocollo: decisione corretta

●Nei 35” che passano dal fallo da rigore alla rete di Valoti il gioco non si interrompe mai: bravo il Var Mazzoleni a vedere l’irregolari­tà

- Alessandro Catapano MILANO

Tra colleghi, ci ridevano su, anche per esorcizzar­e il pericolo. «Chi sarà il fortunato?». La sorte infine ha deciso di «premiare» Luca Pairetto, 34 anni, torinese, figlio d’arte, miglior giovane nel 2014, terza stagione in Serie A. Ieri direttore di gara a Ferrara, in Spal-Fiorentina. Un arbitro capace, magari non il migliore, ma solitament­e affidabile. Anche ieri – chiariamol­o subito –, ha preso la decisione corretta, impiegando­ci un po’, forse troppo (più avanti vi spieghiamo il perché), ma ha rispettato regolament­o e protocollo. Il quale – altro elemento da chiarire in premessa –, piaccia o no, prevede due cose molto chiare. La prima, enunciata tra i principi della Var: «Non c’è un limite di tempo per il processo di revisione poiché l’accuratezz­a della decisione è più importante della rapidità nel prenderla». La seconda, nelle modalità con cui va effettuata una review: «Se il gioco non è ancora interrotto, l’arbitro interrompe il gioco quando il pallone è in una zona/situazione neutra (di solito quando nessuna squadra è impegnata in un’azione d’attacco)».

LA CRONACA Sfortuna ha voluto, ieri, che nei 35” trascorsi tra il pestone di Felipe a Chiesa (72’46”) e la rete di Valoti (73’20”) il gioco non si è mai interrotto, né è finito in una zona neutra. Ma in quel lasso di tempo il Var Mazzoleni e il suo assistente Vivenzi hanno cominciato a rivedere l’intervento del difensore della Spal sull’attaccante della Fiorentina, rendendosi conto che l’episodio sfuggito all’arbitro (era nella posizione corretta, ma aveva davanti a sé una selva di gambe) poteva contenere le caratteris­tiche del «chiaro ed evidente errore», e come tale doveva essere rivisto. Perciò, mentre i giocatori della Spal stavano festeggian­do la rete del momentaneo 2-1, Mazzoleni ha cominciato a dialogare con Pairetto, spiegandog­li cosa era successo dall’altra parte del campo e, infine, suggerendo­gli la review. A quel punto, quando l’arbitro torinese segnala l’avvio della revisione, il cronometro segna 74’53”: sono passati già due minuti dal fallo su Chiesa. Ce ne vorranno quasi altri due per annullare il gol della Spal e assegnare il giusto rigore alla Fiorentina (76’35”). Pairetto al monitor si prende tutto il tempo che serve, perché glielo consente il protocollo e, soprattutt­o, perché l’eccezional­ità delle circostanz­e gli suggerisce di rivedere l’episodio una volta in più, non in meno.

RILETTURA I venti minuti circa che seguono fino al triplice fischio non sono di facile gestione per Pairetto, che deve governare gioco e proteste. La Spal tracolla, la Fiorentina decolla. A fine partita Felipe, ignaro che il protocollo consentiss­e all’arbitro di cambiare direzione alla gara, ammette di aver commesso fallo su Chiesa. Mentre i suoi dirigenti, furiosi, rincarano le proteste. La sensazione è che sia urgente, per tutti, un’attenta rilettura del protocollo.

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