Allegri: «Fiducioso Peggio di così non si può fare»
●«Non siamo morti, ma abbiamo tirato poco e difeso male. Possiamo ribaltarla»
Massimiliano Allegri probabilmente non ha mai vissuto un momento difficile come questo giovedì 21 febbraio 2019. La Juve ha un piede fuori dalla Champions e soprattutto non è sembrata una squadra di Massimiliano Allegri. Allegri di solito porta le squadre al massimo nelle grandi serate europee, mentre questa è stata una Juve mediocre, lontana da quella vista a Valencia e Manchester. Allegri di solito vince le partite con i cambi, qui ha visto Simeone girare l’Atletico con Morata, Lemar e Correa ed è sembrato reagire in ritardo. L’impressione è stata quasi fisica. Il Cholo ha vissuto la partita con la solita energia, ha protestato con gli arbitri quando la Juve ha ritardato l’ingresso per il secondo tempo, ha mandato il Mono Burgos a parlare col quarto uomo, ha chiesto alla curva di alzare la voce. Questo non fa di lui un grande allenatore ma è un fatto che l’Atletico è stato più pronto, più cattivo, più convincente.
NIENTE SCUSE L’analisi della partita è sincera. «Abbiamo fatto un buon primo tempo, con ritmi alti e ottima circolazione di palla, ma poi ci siamo adeguati a loro, disputando una ripresa brutta, senza fare tiri in porta – ha detto –. Siamo stati puniti su due palle inattive, la loro forza, perché sanno essere cattivi anche quando la partita sembra senza sussulti. Ci siamo però fatti trovare impreparati anche un altro paio di volte, come sulla traversa e nell’occasione di Diego Costa. Il risultato si può ribaltare al ritorno, anche perché peggio di così non possiamo fare e recupereremo qualche giocatore. Ci vorrà una grande partita, ovvio. Ed è importante non aver preso il 3-0. Non siamo morti, ma abbiamo tirato poco e difeso male, possiamo farcela». Allegri non si aggrappa a nulla di particolare. Non le scelte: «Dybala lo rifarei giocare, ha fatto la sua partita come gli altri». Non la Var: «L’arbitro è stato bravo, l’Atletico gioca sempre al limite. Penseremo a fare una grande gara a Torino». Non gli atteggiamenti di Simeone: «Il gesto del Cholo? Non mi ha dato fastidio, in questo stadio succedono spesso queste cose».
SENZA PALLONE Allegri martedì sera in conferenza aveva detto di volersi prendere il pallone e non è mai successo. Ha scelto De Sciglio, non Cancelo, e con il senno di poi è semplice dire che probabilmente è stato un errore. Come è inevitabile far notare il ritmo basso, l’atteggiamento passivo, la mancanza di reazione nei momenti chiave della partita. La Juve delle prime partite del girone di Champions però lasciava promesse di crescita, di calcio brillante, di squadra d’acciaio. Il 20 febbraio, il grande giorno per tanti juventini, tutto questo non si è visto e ora forse è il caso di cancellare tutto, di non pensarci. Almeno, di non pensare al futuro, alle voci su un addio a fine stagione che inevitabilmente salirebbero in caso di eliminazione, la sera del 12 marzo. Soprattutto, di non pensare alle statistiche, che sanno essere crudeli. La Juventus tra Coppa Campioni e Champions ha perso 2-0 l’andata per cinque volte e non ha mai ribaltato la situazione al ritorno.