La Gazzetta dello Sport

CR7, notte amara Sconfitta, sfottò e fa 5 al pubblico...

●Non incide mai e viene anticipato da Godin sul 2-0 I tifosi lo beccano, lui gli ricorda le Champions vinte

- Luca Bianchin INVIATO A MADRID

Il 2-0 è il trailer del film di Atletico-Juve. In pochi secondi, c’è tutta la storia. Una palla che rimbalza, un giocatore dell’Atletico che arriva prima degli avversari, Godin che segna anticipand­o Cristiano Ronaldo, il pallone che sfiora CR7 prima di entrare in rete, la sua rete. A volte il calcio crea situazioni quasi irreali e questa… chi avrebbe potuto immaginarl­a? Un duello tra un attaccante-icona e un difensore-icona, però nell’area sbagliata. Cristiano non è il colpevole, però quei due secondi sono simbolici. La Juve ha puntato tutto su di lui per serate come questa, per avere un trascinato­re in Champions, nelle serate in cui si decide il destino della Grande Coppa. Nella prima serata da dentro o fuori, invece, CR7 è sembrato un attaccante normale. Ha calciato una grande punizione, ma come gli altri è rimasto indifeso contro le onde dell’Atletico, che aggrediva, contrastav­a, attaccava. UNO CONTRO 68MILA La realtà è che Cristiano forse ha voluto troppo. Il mondo ha scritto per giorni dei 22 gol segnati in carriera all’Atletico Madrid, del suo ruolo da nemico pubblico numero uno. Così ieri sera CR7 ha giocato contro 68mila persone, uno stadio. Il pubblico del Wanda lo ha fischiato per tutta la sera. La prima all’annuncio delle formazioni, le altre in campo, al primo tocco di palla, al primo errore, al primo duello fisico vinto da Godin. A fine primo tempo, addirittur­a, è nato un dialogo a distanza. I fiscalisti che popolano la curva dell’Atletico hanno cantato «Cristiano paga a Hacienda» e «Cristiano es un moroso». Il senso si capisce anche in spagnolo: «Cristiano paga le tasse», in riferiment­o alla condanna subita per evasione fiscale. Ronaldo ha sentito, ha capito, ha aperto una mano e l’ha agitata. Non stava chiedendo scusa. Il suo «cinque» indicava le Champions League vinte in carriera, due in finale contro una squadra di Madrid in maglia bianca e rossa. Il pubblico ha continuato a fischiarlo, nel finale quasi a deriderlo, e Cristiano non ha trovato il modo di girare la partita con la sua personalit­à. Anche in una delle ultime azioni, con un pallone troppo alto fatto arrivare in area.

7 CONTRO 7 Gli appassiona­ti di votazioni per il Pallone d’oro avranno notato che Griezmann ha vinto il duello tra i 7 meraviglia. Vero. Grizou ha lasciato negli occhi del Wanda quel grande pallone in profondità per Diego Costa, che ha preso il regalo e l’ha gettato nella differenzi­ata. Cristiano invece in queste ore vive una sensazione quasi dimenticat­a: il rischio di salutare la Champions molto presto, già agli ottavi. Per un uomo che dal 2011 arriva sempre almeno in semifinale, è uno shock. Chissà invece come si sente il bambino del tunnel, chissà se è stato felice o triste. La scena viene dal pre-partita: uno dei piccoli che accompagna­no i giocatori in campo ha visto Cristiano che gli allungava la mano, l’ha presa e si è stretto a lui, come un bambino al suo peluche preferito. Resta un bicchiere d’acqua fresca in questo angolo di inferno con 68mila diavoli.

>Dal 2011 è sempre arrivato in semifinale, uscire agli ottavi sarebbe uno shock

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L’eloquente gesto di Cristiano Ronaldo ai tifosi dell’Atletico: 5 Champions!
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