CHE PAURA L’INTERVENTO PUÒ ESSERE IL MIO ANNO MIGLIORE
Passeggiando a Torino sulla morbida riva del Po, dopo una sosta nel solito bar vicino a Piazza Vittorio, perfino il furibondo Emre riesce a trovare pace: tra tanti i misteri della Champions, c’è la trasformazione di questo ragazzo placido in un mediano imbizzarrito. Quella notte del 12 marzo Emre Can si è preso la Juve con ferocia sconosciuta: raramente qualcuno aveva fatto più paura ai diavoli del Cholo. Merito dell’allegrata in formato europeo: contro l’Atletico Emre si è vestito da centrale di destra della difesa a tre, come ogni tanto gli chiedeva pure Klopp. Ma all’Allianz aveva pure consegne offensive: in un movimento elettrico, forsennato, accompagnava la truppa in avanti. «Tatticamente non avevo mai giocato così, passavamo in continuazione dalla difesa a 3 a quella a 4. È stata una mossa geniale di Allegri, da giocatore di scacchi. A fine gara si respirava emozione pura. Ronaldo? Tutti sapevano a chi fosse indirizzata l’esultanza... Mi trovo benissimo con lui, ha i piedi per terra», ha ricordato ieri in una bella intervista alla Bild. A Genova (come tutti) il tedesco si è preso un turno di riposo: perdonato, lo sforzo precedente era stato esagerato. Di certo conta più l’Emre visto in Europa che quello di Marassi. Anzi, dopo la Champions niente per lui sarà come prima.
LIBERA TUTTI Allegri ha intenzione di usare ancora questo Emre Can multifunzione. In fondo, il tedesco è un prezioso liberatore di energia. Coprendo le spalle a Cancelo, permette al portoghese di scatenarsi in zona nemica; proteggendo Pjanic, consente al bosniaco di pensare un secondo di più. Prima della piroetta in Champions, la sua stagione sembrava singhiozzante tra problemi di salute e difficile collocazione in campo. Eppure è in campionato che il tedesco ha CENTROCAMPISTA JUVENTUS GETTY curiosamente numeri migliori: tra i centrocampisti con almeno 150’ in A nel 2019 Emre Can è quello con la miglior media minuti/gol (4 in 549’, uno ogni 137). E poi, quasi senza dare nell’occhio, è diventato il terzo bianconero per reti segnate: è a 4 come Dybala, lo battono solo CR7 e Mandzu. Durante i giorni tesi dell’intervento alla tiroide aveva sospeso lo studio dell’italiano, ma l’intenzione è di riprendere i libri in mano quanto prima: «Operarmi a stagione in corso mi spaventava molto. Ora però sto bene, può diventare l’anno migliore della mia carriera», ha aggiunto infatti alla Bild. Nei mesi, però, si è goduto un pezzo per volta la sua nuova città, più colorata rispetto alla grigia Liverpool: girare per le vie del centro a piedi era una sensazione sconosciuta. In questo momento sta riposando nella sua Francoforte, anziché faticare nel ritiro tedesco: «Non commento la mancata convocazione, ma all’estero le mie prestazioni vengono valutate in maniera diversa...», ha concluso. Via un sasso enorme da una scarpina numero 43, aspettando che il placido Emre si imbizzarrisca ancora in una notte di Champions.
(ha collaborato Elmar Bergonzini)
EMRE CAN