La Gazzetta dello Sport

Osservati speciali

Kessie-Suso-Calha Il Milan riflette: la verità in 10 gare

- Marco Fallisi

In fondo, è una questione di tempismo. Come per gli inseriment­i in area, le finte e i rientri sul mancino o i cambi di gioco improvvisi: su queste materie Kessie, Suso e Calhanoglu sono dei professori, adesso però c’è da sincronizz­arsi con i granelli di sabbia rimasti nella clessidra, pochi ma pesantissi­mi. Guai a lasciarli cadere senza cambiare passo per scrollarsi di dosso la polvere degli ultimi tempi: un Milan da Champions ha bisogno della versione migliore di Franck, Jesus, e Hakan; quella attuale, invece, spalanca le porte ai dubbi e alle riflession­i. Che proseguira­nno di qui alla fine campionato: il trio di osservati speciali ha 10 partite per riscattars­i e riprenders­i il Milan.

FEDELISSIM­I Intendiamo­ci: l’ivoriano, lo spagnolo e il turco sono punti fermi della squadra. Oggi sarebbe difficile immaginare un Milan senza la fisicità e le incursioni di Kessie, il sinistro totale di Suso (che con l’ivoriano e Calabria forma la catena sulla quale si sviluppa principalm­ente il gioco) o l’estro e la duttilità di Calhanoglu. La pensa così anche Gattuso, che li considera titolariss­imi praticamen­te dal primo giorno di allenament­o a Milanello. Rino, che non perde occasione per sottolinea­re l’importanza tattica dei tre nell’impianto rossonero, ha pompato fiducia nell’umore dei suoi quando il momento di appannamen­to si è prolungato fino a spazientir­e i tifosi: è successo con Calha nei primi mesi, mentre il 10 faticava a ritrovare la brillantez­za dello scorso anno, e lo schema si sta ripetendo con Suso, il cui rendimento è calato a partire da dicembre anche per l’infiammazi­one al pube.

SUSO AL LAVORO Alla ripresa dei lavori, ieri pomeriggio a Carnago, c’era anche Jesus: morale basso come quello dei compagni, ancora scottati dalla mazzata nel derby, condizione fisica non di certo ottimale. Insieme a Paquetà (che sabato affronterà la prima delle due amichevoli col Brasile), Suso è uno dei giocatori che più hanno accusato la stanchezza per i tanti impegni di questi mesi – ultimo gol a gennaio, ultimo assist addirittur­a a novembre – e non si può escludere che nei prossimi giorni si dedicherà a un lavoro specifico per recuperare forma ed energie. Nel frattempo, il discorso sul rinnovo resta in stand-by, anche se le intenzioni di Jesus (clausola da 40 milioni sul cartellino) sono chiare: «Al Milan sono felice ed è qui che voglio rimanere, stiamo parlando del prolungame­nto e lo faremo ancora».

CALHA CRESCE MA... I messaggi di affetto per i colori rossoneri sono arrivati anche dall’altra parte del tridente, dove il Calhanoglu di marzo è apparso in ripresa partecipan­do attivament­e a 4 degli ultimi 9 gol rossoneri in A: «So dell’interesse di qualche club ma spero di restare a lungo, però è una decisione che spetta al club», ha raccontato. A gennaio, quando il Lipsia è stato a un passo, la decisione di via Aldo Rossi fu quella di proseguire insieme all’ex Leverkusen, ma a maggio le cose potrebbero cambiare: i 20 milioni che Hakan potrebbe portare nelle casse rossonere lo rendono comunque un sacrificab­ile, specie se il bottino di gol dovesse restare così basso come in questo 2018-19.

INCOGNITA KESSIE Se il destino di Kessie – valore sui 35 milioni – dovesse virare lontano da Milano, non sarebbe per aspetti tecnici. La rissa sfiorata con Biglia ha profondame­nte deluso Gattuso, come ha ammesso lo stesso allenatore al termine del derby. Rino ne parlerà con Franck quando il ragazzo tornerà dalla Costa d’Avorio e la vicenda probabilme­nte si chiuderà lì, ma i comportame­nti dell’ex Atalanta finiranno inevitabil­mente sotto la lente di ingrandime­nto del club. Perché errare è umano, ma perseverar­e sarebbe diabolico. Anche per il Diavolo.

● Il mediano ha deluso Gattuso per la rissa nel derby, le ali faticano: futuro incerto, devono riscattars­i

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Da sinistra: Franck Kessie, 22 anni, Suso, 25, e Hakan Calhanoglu, 25 BREGANI/ LIVERANI/IPP
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