Osservati speciali
Kessie-Suso-Calha Il Milan riflette: la verità in 10 gare
In fondo, è una questione di tempismo. Come per gli inserimenti in area, le finte e i rientri sul mancino o i cambi di gioco improvvisi: su queste materie Kessie, Suso e Calhanoglu sono dei professori, adesso però c’è da sincronizzarsi con i granelli di sabbia rimasti nella clessidra, pochi ma pesantissimi. Guai a lasciarli cadere senza cambiare passo per scrollarsi di dosso la polvere degli ultimi tempi: un Milan da Champions ha bisogno della versione migliore di Franck, Jesus, e Hakan; quella attuale, invece, spalanca le porte ai dubbi e alle riflessioni. Che proseguiranno di qui alla fine campionato: il trio di osservati speciali ha 10 partite per riscattarsi e riprendersi il Milan.
FEDELISSIMI Intendiamoci: l’ivoriano, lo spagnolo e il turco sono punti fermi della squadra. Oggi sarebbe difficile immaginare un Milan senza la fisicità e le incursioni di Kessie, il sinistro totale di Suso (che con l’ivoriano e Calabria forma la catena sulla quale si sviluppa principalmente il gioco) o l’estro e la duttilità di Calhanoglu. La pensa così anche Gattuso, che li considera titolarissimi praticamente dal primo giorno di allenamento a Milanello. Rino, che non perde occasione per sottolineare l’importanza tattica dei tre nell’impianto rossonero, ha pompato fiducia nell’umore dei suoi quando il momento di appannamento si è prolungato fino a spazientire i tifosi: è successo con Calha nei primi mesi, mentre il 10 faticava a ritrovare la brillantezza dello scorso anno, e lo schema si sta ripetendo con Suso, il cui rendimento è calato a partire da dicembre anche per l’infiammazione al pube.
SUSO AL LAVORO Alla ripresa dei lavori, ieri pomeriggio a Carnago, c’era anche Jesus: morale basso come quello dei compagni, ancora scottati dalla mazzata nel derby, condizione fisica non di certo ottimale. Insieme a Paquetà (che sabato affronterà la prima delle due amichevoli col Brasile), Suso è uno dei giocatori che più hanno accusato la stanchezza per i tanti impegni di questi mesi – ultimo gol a gennaio, ultimo assist addirittura a novembre – e non si può escludere che nei prossimi giorni si dedicherà a un lavoro specifico per recuperare forma ed energie. Nel frattempo, il discorso sul rinnovo resta in stand-by, anche se le intenzioni di Jesus (clausola da 40 milioni sul cartellino) sono chiare: «Al Milan sono felice ed è qui che voglio rimanere, stiamo parlando del prolungamento e lo faremo ancora».
CALHA CRESCE MA... I messaggi di affetto per i colori rossoneri sono arrivati anche dall’altra parte del tridente, dove il Calhanoglu di marzo è apparso in ripresa partecipando attivamente a 4 degli ultimi 9 gol rossoneri in A: «So dell’interesse di qualche club ma spero di restare a lungo, però è una decisione che spetta al club», ha raccontato. A gennaio, quando il Lipsia è stato a un passo, la decisione di via Aldo Rossi fu quella di proseguire insieme all’ex Leverkusen, ma a maggio le cose potrebbero cambiare: i 20 milioni che Hakan potrebbe portare nelle casse rossonere lo rendono comunque un sacrificabile, specie se il bottino di gol dovesse restare così basso come in questo 2018-19.
INCOGNITA KESSIE Se il destino di Kessie – valore sui 35 milioni – dovesse virare lontano da Milano, non sarebbe per aspetti tecnici. La rissa sfiorata con Biglia ha profondamente deluso Gattuso, come ha ammesso lo stesso allenatore al termine del derby. Rino ne parlerà con Franck quando il ragazzo tornerà dalla Costa d’Avorio e la vicenda probabilmente si chiuderà lì, ma i comportamenti dell’ex Atalanta finiranno inevitabilmente sotto la lente di ingrandimento del club. Perché errare è umano, ma perseverare sarebbe diabolico. Anche per il Diavolo.
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