La Gazzetta dello Sport

La follia di marzo

Moretti sogna «Con Texas Tech divento da Nba»

- Davide Chinellato

SCUOLA E BASKET NEGLI USA VANNO INSIEME: GIOCHI SOLO SE HAI I VOTI DAVIDE MORETTI SUL SISTEMA AL COLLEGE

● Davide racconta la March Madness, il torneo che assegna il titolo del college: «Emozione unica»

Quando ha lasciato l’Italia per Lubbock, la città dove ha sede il campus di Texas Tech, Davide Moretti sapeva bene cosa voleva. Diventare un fenomeno, la miglior versione possibile di se stesso, un talento da Nba come Tony Parker, il suo idolo. Quello che non poteva essere in Italia, dove «se sei pronto giochi, altrimenti stai fuori. E io non mi sentivo pronto». Due anni dopo, questo 20enne figlio d’arte è pronto per la sua seconda March Madness, la follia di marzo per cui tutti gli Usa impazzisco­no che assegna il titolo del college. Ci arriva da protagonis­ta, da leader di una squadra che entra al Torneo da numero 9 della nazione e che è testa di serie numero 3 nella parte West del tabellone, quella che ha Gonzaga come numero 1. Moretti ha messo 11,6 punti di media in stagione, tirando col 50,5% dal campo, il 47,8% da tre e il 93,3% ai liberi (migliore in Ncaa), andando oltre le sue stesse aspettativ­e. Per i suoi Red Raiders, che cominciano domani a Tulsa contro Northern Kentucky (18:30 italiane), ha un obiettivo chiaro e un sogno: vincere le prime due partite e arrivare fino alle Sweet Sixteen per rendere la stagione «soddisface­nte», sognando di continuare fino alle Final Four di Minneapoli­s.

Davide, cos’è la March Madness?

«Il massimo a cui un ragazzo della mia età può aspirare. Un motivo d’orgoglio. Una grande emozione, mi ricorda quelle che ho vissuto da matricola lo scorso anno. Quest’anno ci arrivo con un ruolo diverso: non vedo l’ora che cominci».

Che squadra è la sua Texas Tech?

«Una buona squadra, da cui mi aspetto grandi cose. Abbiamo vinto la regular season della Big XII, la conference più tosta d’America, vincendo le ultime 9 partite di fila e giocando un basket di squadra di cui andare orgogliosi. Non era mai successo nella storia della nostra scuola».

Dal Torneo cosa si aspetta?

«Come squadra di vincere almeno le prime due partite. È il nostro obiettivo minimo, anche se giochiamo per il titolo. A livello personale, voglio crescere gara dopo gara come fatto tutto l’anno».

Ha giocato una stagione straordina­ria.

«Vero. Mi aspettavo sinceramen­te di fare meglio dello scorso anno, ma quanto sono migliorato ha spiazzato anche me. Ho fatto una bella stagione, ma non è ancora finita e adesso mi sto concentran­do al massimo per chiuderla a razzo».

Perché ha scelto l’Ncaa?

«Potevo restare a Treviso, iniziando la mia carriera da pro’ a 18 anni. Ma io ho un’ossessione per migliorare ogni giorno: non mi sentivo pronto per competere con i migliori giocatori d’Europa e non pensavo che in Italia ci fosse quello di cui avevo bisogno. Qui ci sono strutture e allenatori che mettono lo sviluppo del giocatore prima di ogni cosa. Lo consiglier­ei a chiunque».

È così difficile emergere in Italia?

«Qui vedono un giocatore per il suo potenziale e ci lavorano sopra. In Italia non ti seguono troppo: ti danno una chance, se non la cogli è finita e stai fuori».

È uno studente-atleta: cosa vuol dire?

«Alla mattina vado a lezione e la sera mi alleno. Per rimanere in squadra devi avere una certa media, altrimenti non ti alleni. C’è da studiare: in Italia ho avuto qualche problema a conciliare scuola e basket, ma qui vanno a braccetto. Sto studiando scienze umane».

Com’è l’atmosfera al campus?

«Elettrica, la gente ci aspetta al

Torneo. Il campus è enorme, da quando mi hanno rubato la bici sono un po’ in crisi per gli spostament­i».

Cosa vede nel suo futuro?

«Voglio prima di tutto diventare la miglior versione possibile di me stesso. Ma non mi nascondo, voglio l’Nba, una carriera come Tony Parker, essere il simbolo di una franchigia e vincere dei titoli».

Pensa al draft quindi?

«Valuterò a fine stagione: se avrò buone possibilit­à mi dichiarerò, altrimenti tornerò qui. Non mi spaventa l’idea di stare al college per 4 anni, voglio valutare quello che è meglio per me anno dopo anno».

Tornerebbe in Europa in caso di offerta interessan­te?

«Preferirei stare un altro anno al college. Sono abbastanza sicuro che resterò almeno un altro anno a Texas Tech».

E la Nazionale?

«Mi sono già allenato con coach Sacchetti lo scorso anno: sarei più orgoglioso di vestire la maglia azzurra di nuovo. Il c.t. farà le sue valutazion­i».

 ?? AP ?? Davide Moretti, col n. 25 a destra, esulta dopo una vittoria di Texas Tech. Play 20enne di 188 cm per 79 kg, 2° anno, prima di scegliere l’Ncaa ha giocato a Treviso in A-2.
AP Davide Moretti, col n. 25 a destra, esulta dopo una vittoria di Texas Tech. Play 20enne di 188 cm per 79 kg, 2° anno, prima di scegliere l’Ncaa ha giocato a Treviso in A-2.
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Davide Moretti e i suoi Red Raiders posano col leggendari­o The Worm dopo la vittoria contro Texas del 4 marzo scorso
CON DENNIS RODMAN IN SPOGLIATOI­O Davide Moretti e i suoi Red Raiders posano col leggendari­o The Worm dopo la vittoria contro Texas del 4 marzo scorso
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