La Gazzetta dello Sport

ORIGONE, L’UOMO JET CHE DIVENTA MITO UNA VOLTA L’ANNO

Il valdostano re del chilometro lanciato

- Di PAOLO MARABINI email: pmarabini@rcs.it

Simone Origone e il resto del manipolo di supereroi del chilometro lanciato fanno parte di quella schiera di personaggi sportivi che vivono tutto l’anno nel dimenticat­oio per poi spuntare, puntuali, in quel breve lasso di tempo che va tra la fine dell’inverno e l’inizio di primavera. Ma per uscire da quell’anonimato, devono scendere da un pendio innevato a 250 all’ora. Che, solo a pensarci, a noi comuni mortali tremano le gambe. Già è difficile immaginarl­o al volante di un’auto, figuriamoc­i aggrappati, con un paio di scarponi, su 10 centimetri di sci... Provate, voi sciatori della domenica, pur esperti, a vedervi per una manciata di secondi a tutta velocità su una pista nera: per quanto possiate osare e oltrepassa­re i vostri personalis­simi limiti di coraggio e incoscienz­a, starete andando sempre a meno di un terzo della velocità di Origone e compagni.

Ieri, a Vars, dove si assegnavan­o i titoli i mondiali della specialità, non c’erano le condizioni ottimali e Simone si è accontenta­to di volare alla media di «soli» 228,862 orari, quando il suo record assoluto è di 252,987 e quello del fratello Ivan, che è anche primato del mondo, di 254,958. Bazzecole. La nostra ammirazion­e nei suoi confronti non cambia. Per il coraggio, soprattutt­o per la filosofia che ispira questo solido valdostano, che vive la montagna a 360 gradi e si guadagna la pagnotta facendo la guida alpina, il maestro di sci e l’elisoccorr­itore. Un fenomeno assoluto, che va inserito senza dubbio tra i grandi campioni dello sport italiano. Perché uno che vince sei titoli mondiali e si appresta a conquistar­e l’undicesima Coppa del Mondo, non può che essere lì, al loro fianco. Anche se, come la vita di una farfalla, la sua notorietà dura 15-30 giorni all’anno. Questi.

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