Incubo Aru, controlli e stop: addio al Giro d’Italia
●Dopo l’ultimo ritiro alla Parigi-Nizza, test medici per capire l’origine della crisi: il team lo ferma, non c’è un’ipotesi di rientro
Sono i giorni più duri della vita sportiva di Fabio Aru. Al Castello Sforzesco di Milano, tra i mega-bus delle squadre, si parla tanto delle condizioni dello scalatore sardo della Uae-Emirates. Dopo il terzo posto nel 2014 e il secondo al Giro 2015, dopo la vittoria alla Vuelta 2015, dopo la straordinaria impresa a La Planche des Belles Filles al Tour 2017 in maglia tricolore, e poi i due giorni in giallo, Aru si ferma. Non è più lui, lontanissimo dai migliori. Ricordate il calvario al Giro 2018? E adesso, è questa la notizia, si ferma davvero. Stop alle corse. Resettare tutto. Capire. Al momento non esistono né una data né un’ipotesi di ritorno agonistico.
RECUPERO Domani Aru non BETTINI sarà in Spagna al Giro di Catalogna, contro Froome e Valverde. E non lo vedremo al via neppure del Giro di Sicilia, la nuova corsa di Rcs Sport che recupera la grande tradizione del ciclismo nell’isola. Ma Aru, ed è l’aspetto più triste per tutti i tifosi, non lo vedremo neppure al Giro d’Italia. Sì, mancano 48 giorni alla Grande Partenza da Bologna sabato 11 maggio, e non ci sarà tempo di recuperare una forma accettabile. In questo momento la priorità di Mauro Gianetti, direttore generale della potente squadra degli Emirati, è il recupero fisico e psicologico di Aru, che nel 2019 ha fatto appena 10 giorni di gara per 1637 km. CAMBIO La squadra si è rivoluzionata, ha ingaggiato uno staff di allenatori di livello internazionale sotto la guida dello spagnolo (trapiantato in Colorado) Inigo San Millan e uno medico diretto dal sudafricano Jerome Swart (al quale si era rivolto anche Chris Froome per alcuni test). Come dire ai corridori: vi diamo tutto, non manca proprio nulla. E infatti questo inizio di stagione è stato spumeggiante: 10 vittorie in tre mesi, quinto team al mondo, lo sbocciare del neopro’ sloveno Tadej Pogacar, vincitore in Algarve. E Aru? Brillante solo al debutto a Maiorca (ottavo). Poi delusione in Portogallo, dove pensava di essere protagonista. E per lui la Parigi-Nizza è durata solo tre tappe.
PROSPETTIVA I dirigenti del team non riescono a spiegarsi il rendimento negativo del corridore sardo. Si dice che i test siano ottimi, addirittura migliori rispetto alla stagione scorsa. Fabio si allena come un professionista serissimo. Eppure in gara non rende. Parte bene e poi si spegne. Anche lui non riesce a capire il perché. Ecco allora la decisione di fermarsi e sottoporsi a ulteriori test medici, sempre più accurati. Perché Fabio non può continuare così.