La Gazzetta dello Sport

Rino non ci sta «Mi dà fastidio Noi svogliati e impauriti»

●●attuso: «C’è preoccupaz­ione Squadra vuota. Ma siamo sempre lì»

- Marco Pasotto INVIATO A PARMA

La sensazione, piuttosto netta, è che in altro momento della stagione - magari senza avere l’assillo di un obiettivo che si complica sempre quando non dovrebbe - Rino Gattuso dopo una prestazion­e del genere ci sarebbe andato giù molto più pesante. Perché è difficile trovare una spiegazion­e all’atteggiame­nto del primo tempo di ieri per una squadra obbligata a difendere a costo della vita un quarto posto definibile in una maniera sola: imprescind­ibile. Le colpe

GETTY vanno ovviamente condivise: se la squadra si è presentata con un approccio opposto a quello che vorrebbe la logica, c’entrano i giocatori come l’allenatore. Nel secondo tempo invece i parametri si sono modificati, perché Rino ha azzeccato anche stavolta il cambio di sistema - dal 4-3-3 al 3-4-1-2 - e le sostituzio­ni, ma a tradirlo sono stati due singoli nell’azione che ha generato la punizione vincente di Alves. E allora Gattuso sbuffa, ricaccia al mittente con rabbia chi gli nomina la parola crisi e sceglie comprensib­ilmente la strada del cazziatone moderato. Come dire: non posso far finta di nulla, ma procedere alla fustigazio­ne pubblica a cinque partite dalla fine rischiereb­be di avere effetti peggiori. Di certo il momento è molto delicato: è vero, come ricorda Rino, che una settimana fa il Milan ha piegato la Lazio, ma è altrettant­o vero che è stata l’unica vittoria nelle ultime sei uscite. I singhiozzi altrui aiutano, però confortano fino a un certo punto: se i rossoneri avessero mantenuto un cammino più lineare, il discorso quarto posto sarebbe ormai quasi chiuso.

REGALI Il problema è che la prestazion­e di ieri ha mostrato all’allenatore un passo indietro - mentalment­e e atleticame­nte - rispetto ai migliorame­nti visti contro Juventus e Lazio. «Pensando a quello che ci giochiamo mi dà fastidio vedere un primo tempo simile - riconosce Gattuso -. Poca veemenza, poca voglia di rincorrere l’avversario, paura ad attaccare la profondità. Ho visto una squadra vuota e non credo sia una questione fisica, ma di interpreta­zione, per come abbiamo tenuto il campo. Purtroppo ci capitano ancora giornate in cui regaliamo un tempo. Però eviterei di parlare di tragedia, perché siamo ancora lì. Insomma, un po’ di preoccupaz­ione c’è ma non sono disperato. Però, che polli siamo stati a concedere quella punizione...». La preoccupaz­ione nasce dal giro palla lento e scolastico, dalla mancanza di spunti da parte di chi dovrebbe dare qualità, dai troppi lanci lunghi a cui sono stati costretti i difensori. «In realtà dopo il nostro gol non ci hanno mai impensieri­to, eravamo sempre sei contro due. È stato un solo episodio a fregarci, ma loro a tratti hanno avuto più rabbia di noi». L’alert arriva giusto in tempo per la Coppa Italia di mercoledì: con un primo tempo come quello di ieri, la finale non è un traguardo alla portata. ● Nessuna vittoria rossonera nelle ultime tre trasferte di campionato. Nelle precedenti quattro il Milan aveva invece vinto tre volte e pareggiato una.

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● i passaggi effettuati dal Milan in partita: quelli del Parma sono 327. I rossoneri hanno tenuto di più la palla (58,4 di possesso) ma non hanno concretizz­ato

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