La Gazzetta dello Sport

Cairo: «Le prossime gare sono importanti­ssime Valgono come 5 finali»

●Toro mai così in alto nell’era dei 3 punti. La qualificaz­ione in Champions porterebbe nelle casse più di 40 milioni

- Mario Pagliara INVIATO A GENOVA

Il mondo visto da Genova è ancora più bello, un pensiero ormai senza più frontiere. E non è solo l’effetto di un mare blu e di un intenso cielo azzurro: l’orizzonte granata che si spalanca nel sabato di Pasqua è una strada costellata di sogni che, ora sì, si mischiano ad obiettivi possibili. E non sono più solo splendide speranze. Perché la Champions è lì, appena davanti al naso, e lo racconta una classifica nella quale il blitz di Marassi ha portato il Torino a tre punti dal quarto posto occupato da un Milan atteso domenica sera proprio all’Olimpico. Champions a vista, dunque: quell’isola che c’è.

IL GRAN FINALE Un Toro in piena corsa per l’Europa, sia per quella più nobile che per l’Europa League, non si vedeva da un pezzo. Anche i cinquantat­ré punti raccolti finora da Mazzarri sono un record nell’epoca della Serie A a tre punti, e per trovare un bottino superiore dopo 33 giornate bisogna risalire alla stagione 1991-‘92: cinquantaq­uattro, ma quello era un torneo da due punti a vittoria. Un accento in più sulla stagione brillante di questo Toro di Mazzarri, che arriva carico a mille al gran finale fatto da cinque sfide, con un calendario che prevede due scontri diretti in casa (il Milan GETTY e all’ultima la Lazio). «Abbiamo cinque partite molto molto molto (lo ripete tre volte, ndr) importanti – commenta il presidente del Torino, Urbano Cairo -. Siamo lì in classifica, insieme a tutti gli altri, ora dobbiamo fare un finale importanti­ssimo». Pausa, poi ribadisce: «Importanti­ssimo». E sulla vittoria dice: «Era molto difficile, anche il Genoa aveva molto a cuore questa gara avendo bisogno di punti. Averla vinta è una gran bella cosa: è un successo importante ottenuto con grinta». E conclude: «Rimaniamo concentrat­i: dobbiamo giocare le prossime come se fossero cinque finali».

QUEL FAVOLOSO 1976 Nella sua storia, il Toro ha partecipat­o un’unica volta alla Coppa dei Campioni, nella stagione 1976-’77, l’anno dopo la vittoria dell’ultimo scudetto firmato Radice. Da quando, invece, la massima competizio­ne europea si è trasformat­a nella moderna Champions, il Torino non solo è rimasto sempre a guardare, ma non è mai stato nemmeno in corsa per accedervi. La programmaz­ione avviata in questi anni, fondata su una crescita costante, da parte della società granata ha reso possibile di essere in corsa per giocarsela a primavera. Un Toro in Champions sarebbe una svolta straordina­ria: darebbe un’incredibil­e visibilità internazio­nale e un ritorno in termini di immagine senza precedenti, senza trascurare che il solo accesso nei gironcini permettere­bbe di incassare una quarantina di milioni al pronti-via, offrendo sfide internazio­nali sempre di massimo livello. Questo è quello che potrebbe accadere, ma prima c’è il Milan. Per il valore della serata, sembrerà di ascoltare nell’aria la musichetta della Champions.

IN CLASSIFICA NOI LÌ CON TUTTI GLI ALTRI: RESTIAMO CONCENTRAT­I

URBANO CAIRO PRESIDENTE DEL TORINO

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Urbano Cairo, 61 anni, felice per un Torino diventato ambizioso

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