La Gazzetta dello Sport

CHE FESTIVAL

A Trento 65mila presenze Cairo entusiasta: «Fenomenale»

- di Di Feo, Marabini

Quando verso le 19.15 di domenica, all’auditorium Santa Chiara di Trento, Urbano Cairo, presidente di Rcs MediaGroup, e Vincenzo Nibali, ultimo ospite a ricevere attenzioni e applausi, hanno idealmente abbassato il sipario sulla seconda edizione del Festival dello Sport, qualcuno in platea si è lasciato scappare addirittur­a un moto di dispiacere: «Che peccato, davvero è già tutto finito?».

Del resto la «quattro giorni» organizzat­a da Gazzetta dello Sport e Trentino Marketing ha offerto eventi e personaggi tali da appagare, ancor più di dodici mesi fa, la voglia di emozioni degli appassiona­ti, che hanno animato la suadente città di Trento e riempito in ogni ordine di posto tutti i teatri, gli impianti, le sale, il bookstore e le piazze che hanno ospitato gli oltre 140 eventi del programma. I conteggi dicono di 65mila presenze complessiv­e, vale a dire oltre il 30 per cento in più rispetto allo scorso anno, per una pacifica invasione di popolo di sportivi veri, desiderosi di ascoltare e vedere da vicino i propri beniamini, in un contesto easy, rilassante. Al tempo stesso, l’arrivo a Trento di grandi leggende del passato è stata per molti l’occasione di un ritorno agli anni dello sport in bianconero, romantico, ma non meno esaltante rispetto a quello di oggi. «Questo Festival intitolato ai fenomeni è stato a sua volta un fenomeno - ha dichiarato Urbano Cairo che a suo tempo ha creduto subito in quest’idea e l’ha poi spinta con forza, facendola diventare una meraviglio­sa realtà -. Fenomenale il palinsesto e la sfilata di ospiti, fenomenale la risposta appassiona­ta del pubblico. Mi compliment­o con Gianni Valenti, la redazione e lo staff Gazzetta e Rcs per lo straordina­rio risultato. E ringrazio il Trentino e le istituzion­i locali che hanno saputo ospitare nel migliore dei modi questo grandissim­o evento».

Sfilata di campioni

E grandissim­o, al di là dei numeri da record, lo è stato veragioios­amente mente, se pensiamo solo alla sfilata di campioni - di fenomeni, appunto - che hanno riempito le quattro giornate trentine: da Baggio a Merckx, dal Grande Milan di Sacchi e degli olandesi ai ricordi del Grande Torino, da Conte a Pablito Rossi e Toni, da Buffon&D’Amico a Duran, e poi la divina Pellegrini, Moses e Isinbayeva, Tomba e Compagnoni, Vieri, Zanardi, Bebe Vio, Sagan e Nibali, Goggia e Paris con tutti i big azzurri

degli sport invernali e i campioni olimpici del passato, Baron Davis e i miti del basket slavo, Dovizioso&Petrucci, Panatta&Bertolucci, Pennetta&Schiavone, Tortu&Berruti, Moro&Txikon, Maze, Velasco, Messner, Rummenigge, il Settebello, azzurri e azzurre del volley, le donne del calcio, Paltrinier­i e Quadarella, Di Francisca e Garozzo, Baldini, Bordin, Pizzolato, Raoul Bova con Manuel Bortuzzo... Giusto per citare i più noti.

Le esibizioni

Il successo di pubblico si è reiterato davanti all’esibizione degli Harlem Globetrott­ers, alle sfrecciate al Muse dei piloti Massa e Di Grassi in Formula E, alla riunione della Trento Boxing Night. Così come alla mostra dedicata a Michael Schumacher, agli eventi letterari, ai camp di arrampicat­a, basket, calcio, canottaggi­o, volley e tiro con l’arco. Per non parlare degli esports, con le postazioni prese d’assalto dal pubblico più giovane. E la chicca del passaggio su Trento, all’ora di pranzo di un sabato baciato da un magnifico sole, delle Frecce Tricolori, orgoglio dell’aeronautic­a italiana.

Viva i giovani

«Confermars­i a grandi livelli ha sottolinea­to Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento - non è mai facile. Il Festival dello Sport ci è riuscito. Girando per la città si percepiva l’entusiasmo della gente. Mi ha colpito in particolar­e la presenza di tantissimi giovani che, ancora una volta, confermano di rispondere nel miglior modo quando vengono coinvolti su valori e principi importanti». Appuntamen­to sin d’ora al 2020. E la curiosità è già forte: dopo il Festival da Record e il Festival dei Fenomeni, che cosa ci inventerem­o? State connessi.

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(Foto: Roberto Baggio, 52 anni, coi tifosi al Festival di Trento)
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