La Gazzetta dello Sport

DUE VOLTE AVANTI MA IL LECCE LO GELA DALLA PRIMA DI PIOLI SEGNALI DI RIPRESA

Con il nuovo allenatore i rossoneri cambiano sistema e mentalità esibendo il miglior calcio della stagione: Calhanoglu-Piatek in gol, ma Calderoni fa 2-2 al 92’

- Di Fabio Licari- MILANO

Pazza Inter, ma neanche il Milan scherza in quanto a follia. E non basta la cura Pioli – che stravolge letteralme­nte sistema di gioco, mentalità e Calhanoglu – per cambiare in una notte un campionato che sembra maledetto. Era la prima dose della nuova medicina, serviranno tempo e pazienza. Il 2-2 sa di beffa, ma la strada è quella giusta. Il paziente ha reagito, alternando momenti esaltanti, e il miglior calcio della stagione per un tempo, a un paio di blackout gravi che nel recupero l’hanno condannato al 2-2. Avrebbe meritato di vincere: ha lottato con quell’intensità che il nuovo tecnico pretendeva, s’è divertito, sembrava poter far gol a ogni occasione, ha messo in scena un Calhanoglu “totale” e ritrovato Piatek. Tanti matchball a disposizio­ne, però tutti fuori campo. E questo è un guaio: alla fine, con le gambe stanche, gli è venuto il braccino. Il Lecce di Liverani è questo: pretende di giocare alla pari con tutti, rischia e non si arrende mai. Due volte sotto e due volte il recupero, l’ultimo con un gol incredibil­e di Calderoni che, da solo, vale il pari.

Rivoluzion­e Pioli

Comunque quella di Pioli è già una rivoluzion­e. Mentalità, sicuro. E tattica. C’è voluta una buona mezzora per capire come fosse messo in campo il Milan. Lo stesso Lecce ha perso la testa e le misure, soprattutt­o sulla sua destra dove Meccariell­o era in balia dello tsunami Leao-Hernandez. Una cosa è sicura: dopo tanto parlare di fallimento del trequartis­ta di Giampaolo, e di 4-3-3 da recuperare, si vede tutt’altro. Un classico, modernissi­mo, “WM”: il 3-2-2-3 che sta applicando Mancini, che s’è visto nell’Under 21 di Nicolato e che ha sempre più estimatori tra i tecnici. Con l’idea di avere cinque uomini davanti. Puoi farlo se uno dei due esterni sa trasformar­si in attaccante vero e Pioli questo esterno ce l’ha: Hernandez, fatta la “tara” alla difesa del Lecce, è stato devastante a sinistra, lasciando a Conti il compito di terzo centrale. Con Biglia e Kessie davanti alla difesa, la chiave è la coppia di trequartis­ti: non tanto Paquetà, poi sostituito, ma Calhanoglu che ha toccato palloni in tutte le zone del campo. Un gol, un palo, l’azione del secondo gol, i tiri più pericolosi: la faccia bella del Milan è la sua. Davanti, invece, l’estetica fa un po’ a pugni con il risultato.

Errori sotto rete

Se il Milan non riesce a chiudere è perché Leao, uno spettacolo di dribbling in velocità, non vede mai la porta. Il portoghese parte spesso da sinistra, come se sentisse quel richiamo, come se quello del centravant­i non fosse il suo ruolo, e la mossa funziona perché attira il Lecce dal suo lato e consente le entrate di Calhanoglu. A destra Suso fatica, pur sacrifican­dosi in quella pressione alta che sembra un altro dei diktat di Pioli. Non è un caso che il primo gol sia del turco, su lancione millimetri­co di Biglia: con

trollo, girata e botta. E non è un caso neanche il 2-1 di Piatek, sempre su meraviglia turca in area: il polacco è “il” centravant­i e può darsi che la rinascita del Milan passi per il suo recupero, oltre a quello conclamato di Calhanoglu. Non è una bocciatura per Leao che a quell’età ha il diritto di sbagliare: ora la scommessa di Pioli è cercare di farlo convivere con Piatek.

Lecce mai arreso

L’altra sfida da lanciare a se stesso riguarda la continuità e la concentraz­ione in difesa. Se i primi 45’ sono uno spettacolo di possesso, manovra e verticaliz­zazioni, come se il Milan avesse sempre giocato così, tutto cambia nella ripresa. Un po’ per merito del Lecce, che con Farias invece di Falco trova nuove soluzioni davanti che fanno bene a Babacar. E tanto per demerito del Milan, forse un po’ stanco della trance agonistica: il gioco rallenta, la manovra si fa meno offensiva, e il Lecce ha la possibilit­à di avvicinars­i a Donnarumma. Le chiusure non sono implacabil­i. Poi, certo, i due gol hanno una buona componente di casualità. L’1-1 nasce da un mani di Conti visto al Var: Donnarumma respinge il rigore di Babacar, non la ribattuta. E il 2-2, al 47’, su un sinistro da fuori(classe) di Calderoni che da tempo dominava la sinistra. In mezzo, il Milan aveva cambiato strategia: dentro Rebic, Krunic e Piatek, fuori Paquetà, Kessie e Leao, ed ecco l’atteso 4-3-3. Non vince il Milan, ma Pioli è promosso e i primi segnali sono positivi.

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 ?? AP ?? A segno Krzysztof Piatek, 24 anni (a sinistra) e Hakan Calhanoglu, 25 anni, autori dei gol del Milan contro il Lecce
AP A segno Krzysztof Piatek, 24 anni (a sinistra) e Hakan Calhanoglu, 25 anni, autori dei gol del Milan contro il Lecce

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