Milano, adesso è allarme A Cremona il terzo flop
Saunders fa la differenza negli ultimi 10’. Dopo 5 gare la classifica piange. Messina: «In palestra a lavorare»
Tre possessi di uno splendido Saunders entrano come un bisturi nella difesa e nelle certezze di Milano incidendole la terza sconfitta in campionato. Dopo un lungo tira e molla, in cui Cremona scatta in avanti e poi viene rimontata, ecco sul finire dell’ultimo quarto il parziale di 15-4, che diventa il colpo letale. A ricamarlo la tripla di un eccellente De Vico. Da lui e dalla guardia finlandese Palmi parte la miccia che accende il grande pomeriggio della Vanoli, dopo un primo quarto di patemi, l’unico in cui si vede una Milano decente.
Cremona c’è
Con i quintetti bassi a cui l’Olimpia raramente oppone valide soluzioni, il talento di Saunders («uno di quei giocatori che rendono bravi gli allenatori» dirà Sacchetti), la capacità di ribaltare l’inerzia a rimbalzo e l’ardore di un gruppo in cui tutti diventano utili (doppia doppia di Sobin, eccezionali pure Mathews e Stojanovic), Cremona costruisce l’impresa. «Abbiamo fatto il nostro e anche di più - continua Meo -, ma nel finale abbiamo rischiato comunque. Devo però fare i complimenti ai miei giocatori: hanno speso tantissimo dal punto di vista fisico, tutti si sono fatti trovare pronti. Ora non facciamo voli pindarici, il nostro obiettivo rimane la salvezza. Noi non abbiamo le coppe europee e Milano sì: qualcosa ha pagato».
I mali di Milano
Terza sconfitta in cinque gare e -6 dalla Virtus Bologna. In questo momento la sfida a distanza tra le due regine del campionato non esiste. Bologna viaggia ad un altro ritmo, mentre l’Olimpia zoppica in campionato come mai le era capitato nel recente passato. Ettore Messina si allinea laconicamente alla riflessione di Sacchetti: «Cremona ha strameritato. Per la terza volta, dopo l’Eurolega, non abbiamo le energie e la lucidità per imporci in campionato. Mi dispiace per i tifosi. Noi dobbiamo solo chiuderci in palestra e lavorare. Non c’è altro da dire». Senza Scola, fuori per turnover, Jeff Brooks a scopo precauzionale a causa della contusione al ginocchio destro rimediata in Grecia, incassando pure gli scarsi dividendi del Rodriguez più opaco della stagione e nonostante il ritorno di Gudaitis dopo 8 mesi di stop, Milano si affanna in una faticosa e improduttiva rincorsa. Il doppio impegno c’è e pesa, ma non può mancare energia a un organico fatto di quindici giocatori. E poi c’è dell’altro. Ovvero l’incredibile fatica a produrre cifre decenti in attacco. L’Olimpia torna a litigare col tiro da tre che poi condiziona le prestazioni: 5/22 in cui il solo Micov (3/8 a Cremona) dà certezze. Quando anche Roll si sveglia è già troppo tardi. Milano ha fatto una scelta tecnica precisa: rinunciare a una prima punta per tanti buoni tiratori che, al momento, non si vedono. O, nella migliore delle ipotesi, vanno a strappi. Il problema principale è lì. Intanto la vetta si allontana.