La Gazzetta dello Sport

Altuve, piccolo gigante L’ultimo fuoricampo porta Houston sulla luna

Il giocatore più basso decide la serie (4-2) contro i NY Yankees all’ultima battuta. World Series con Washington

- di Stefano Arcobelli

Non abbiamo un problema, dicono stavolta a Houston. Ma abbiamo Altuve. Le emozioni sino alla luna le garantisce l’AstroBoy, Jose Altuve, il più piccolo ed il più grande, capace di mandare in estasi gli Astros e eliminare i New York Yankees all’ultima pallina dell’ultimo out dell’ultimo inning, riportando la squadra texana alle World Series due anni dopo. Erano passate 4 ore e 8 minuti di gioco, quando il seconda base venezuelan­o ha deciso la finale dell’American League con un fuoricampo da 2 punti contro il closer cubano Aroldis Chapman, evitando i supplement­ari sul 4-4 e chiudendo la serie 4-2. Da domani la finale delle finali contro Washington, la capitale in attesa da 86 anni.

Superstite

Tutti pazzi per Altuve: in prima fila tra i 43.357 spettatori c’erano i mitici Nolan Ryan e Craig Biggio, James Harden e Russell Westbrook. Tutti a chiedersi sempre come fa il più basso giocatore delle Major League ad essere non tanto un grande «rubatore» di basi», bensì il battitore non solo di contatto ma di potenza, l’uomo del destino della squadra che il venezuelan­o non ha mai voluto lasciare. Neanche quando, in 3 anni tra 2011 e 2013, perse oltre 300 partite e i primati li realizzava al contrario. Sostenuto da un’incrollabi­le fede Altuve rassicurav­a i dirigenti: «Svolteremo, non tradirò mai gli Astros: è un segno di Dio che le cose cambierann­o». Tra i latini è un eroe: è diventato anche il titolo di un programma radiofonic­o «Altuves», in cui si parla di altezze e lunghezze: «Mi diverte». E dopo aver sparato il fuoricampo decisivo, Jose s’è fatto più piccolo: «Gara meraviglio­sa». Gara drammatica, invece, per chi l’ha persa in quel modo, come i più titolati delle Major per la terza volta negli ultimi anni eliminati dagli Astros. Gioco di situazioni, solo il baseball può regalare attimi fuggenti come quello dell’inning conclusivo: con DJ LeMahieu che pareggiava il match da 2-4 a 4-4, con il lanciatore Chapman a un passo dal terzo atto ma punito dall’AstroBoy che due anni fa, prima dell’anello vinto contro Los Angeles, era stato nominato

mvp della finale dell’American e aveva realizzato 3 fuoricampo in una volta nelle Division Series.

Il migliore

Il piccolo Jose se li era meritati tutti i 163. 5 milioni di contratto settennale. In gara-4 era stato insultato dai tifosi degli Yankees ed era stato difeso dal manager AJ Hinch con una minaccia: «La prossima volta ritiro la squadra». Ora al manager chiedono come si possa definire Altuve: «Chiamatelo Mvp». Il migliore anzi l’anima degli Astros, cuore, venezuelan­o che gioca a fianco del cubano Yuli Gurriel, il prima base autore del fuoricampo da 3 punti che aveva indirizzat­o la gara che valeva la stagione. Poi è entrato in scena il 3 volte migliore battitore dell’American: doppio, 3 punti, fuoricampo. Perfetto, no?

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Interno Jose Altuve, 29 anni, venezuelan­o, 2a base, decisivo al 9° inning AFP

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