La Gazzetta dello Sport

Andreazzol­i è finita Genoa: Carrera in pole

Il danese ne fa tre. Una rosa per Preziosi: Carrera in pole, Guidolin e Thiago Motta

- di Olivero, Saetta, Schianchi

Sinfonia parmigiana. La squadra di D’Aversa intona la prestazion­e all’aria che in questi giorni si respira in città, dove è in corso il Festival Verdi, e in un esaltante crescendo stende il Genoa e conquista il pubblico del Tardini. Il 5-1 finale dice tutto sulla supremazia degli emiliani, sempre padroni del campo e mai in difficoltà contro avversari che sono sembrati davvero svuotati, privi di energie e psicologic­amente tramortiti. La posizione di Aurelio Andreazzol­i è come le foglie in questo periodo dell’anno: in caduta libera. Per il suo posto circolano i nomi di Carrera (in vantaggio), Guidolin e Thiago Motta. Una cosa è certa: chiunque arrivi sulla panchina genoana avrà da lavorare parecchio perché il materiale (cioè i giocatori), al netto dei proclami, non è di prima qualità.

Il gol dell’ex

E pensare che è proprio il Genoa ad avere, sullo 0-0, l’occasione più nitida: doppio tiro a colpo sicuro di Goldaniga, solo davanti alla porta, e Sepe ribatte col corpo. Siamo al 31’ del primo tempo e da quel momento la squadra di Andreazzol­i esce dal campo, spinta a forza dall’incedere imperioso dei centrocamp­isti e degli attaccanti del Parma che, nonostante l’uscita per infortunio di Inglese e il conseguent­e ingresso di Cornelius, dimostrano di non subire il contraccol­po e confeziona­no azioni su azioni, una più bella dell’altra. Ad aprire la sfida è Kucka con un tiro di sinistro in spaccata su assist di Kulusevski (minuto 38), poi sale sul palcosceni­co Andreas Cornelius e si prende gli applausi a suon di acuti proprio come i grandi tenori. Primo gol: punizione di Scozzarell­a e il danesone va in cielo saltando con il terzo tempo, esattament­e come insegnano i manuali della pallacanes­tro. Secondo gol: cross di Gervinho dalla sinistra e lui gira in porta con un sinistro al volo tanto preciso quanto potente. Terzo gol, in avvio di ripresa: rasoiata di sinistro dal limite dell’area su tocco smarcante di Kulusevski. Serata pazzesca per Cornelius che si porta a casa il pallone della partita. Ma in questa sinfonia che riempie il Tardini sarebbe ingiusto soffermars­i soltanto sul lavoro del centravant­i. Altri violini hanno partecipat­o all’esecuzione, a co

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minciare da Kulusevski che, oltre a timbrare il quinto gol al 34’ del secondo tempo, si sbatte, lotta in mezzo al campo e, nei pressi dell’area di rigore avversaria, ha la lucidità e la freddezza di pensare e fare la giocata decisiva. E poi Scozzarell­a, che ha il metronomo in testa e fa girare tutta la squadra coi tempi giusti senza sbagliare il ritmo.

Una squadra vera

Non c’è l’infortunat­o Bruno Alves a guidare la difesa, ma alzi la mano chi se n’è accorto: il suo sostituto Dermaku si disimpegna con personalit­à e grinta. E tutto ciò significa che il Parma, piano piano, sta diventando una squadra vera, nel senso di un gruppo unito. Cosa che non è il Genoa, sfilacciat­o, molle, senza idee e pure senza determinaz­ione. Oltre al doppio tentativo di Goldaniga nel primo tempo, del Grifo si ricorda soltanto il gol di Pinamonti al 7’ della ripresa. Poco contano le schermagli­e tattiche, il 4-3-3 contro il 3-5-2, il maggiore possesso-palla del Genoa e la pazienza del Parma nell’attendere l’errore del nemico e colpirlo sul lato debole. Ciò che fa pendere la bilancia a favore degli emiliani è la maggiore cattiveria agonistica che mette sul campo: i ragazzi di D’Aversa arrivano per primi su tutti i palloni e su tutte le ribattute. È questo il motivo che, più degli altri, spiega il largo successo del Parma e il crollo tecnico e mentale del Genoa.

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(Foto: Aurelio Andreazzol­i, prima stagione al Genoa)
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LAPRESSE Due facce Andreas Cornelius, 26 anni, ha appena segnato il 3-0

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