La Gazzetta dello Sport

PIOLI PARI AMARO

Calhanoglu e Piatek non bastano Buon Milan, il Lecce lo gela al 92’

- di Bianchi, Bocci, Gozzini, Lusena, Licari, Pasotto

Il signor ripartenze comincia a San Siro, casa che è già stata sua, e non comincia bene. Colpa dell’ex Babacar, colpa, si fa per dire, di Calderoni, che una volta gli ha regalato una salvezza e ora invece lo lascia in sospeso, con un pareggio amaro, tanto possesso palla, tanti tiri in porta e fuori, e alla fine poco più di niente. Un punto, il primo pareggio di questa stagione di alti e bassi milanisti. Una delusione nel giorno del cinquantaq­uattresimo compleanno, un regalo che non è arrivato, eppure anche tante cose buone. Una mezzora di Milan coraggioso, più semplice. Meno concetti elaborati forse, tanta velocità. Ancora una volta però la squadra resta incompiuta, un passo avanti e uno indietro. E Pioli resta in fase di studio, aveva lanciato la difesa a tre, Hernandez libero di spingere e attaccare, Rafael Leao protagonis­ta, Calhanoglu trasformat­o. «E’ uno di quelli che possono essere utilizzati bene anche nella metà campo avversaria», aveva detto alla vigilia. Meglio di così: Calhanoglu ha segnato, ha fatto segnare, si è ricordato di evitare esultanze imbarazzan­ti. Ma non è bastato. Non è bastata la freschezza di Rafa, non è bastata l’impostazio­ne tattica differente. Nulla sembra bastare a questo Milan alla continua ricerca del tempo perduto.

Difficoltà

E di tempo ce n’è poco, Pioli lo ha ripetuto più volte. Il pareggio del Lecce lascia segni nella sua faccia e nelle sue parole, dopo una vigilia piena di fiducia, la cena con Boban a Milanello, società e squadra superconne­ssi, giocatori tutti attenti e pronti. Nulla sembra bastare a questo Milan abbandonat­o dalla curva in un silenzio critico, ma appoggiato da tanti altri tifosi, in tutto erano 48mila, gran baccano dei leccesi all’inizio, poi il tifo milanista si è sciolto. «Peccato per questo risultato, ho visto tante cose positive e non abbiamo ottenuto la vittoria per demeriti nostri. Ci sono tante situazioni da migliorare», dice Pioli. «Lo spirito di squadra e la generosità sono stati ottimi. C’è ancora molto lavoro da fare. Ma i giocatori del Milan sono ragazzi consapevol­i, delle loro qualità e del valore della maglia che portano. Questa è una partita che meritavamo di vincere».

Amarezza

Pioli non nasconde l’amarezza, si aspettava un debutto diverso, perché tutti gli riconoscon­o qualità di normalizza­tore, organizzat­ore eccetera. Ha studiato un sistema diverso che non ha funzionato fino in fondo, ma è pronto ad altre strategie. «Si va di partita in partita. Contro il Lecce difesa a tre, contro la Roma magari altro. Dobbiamo lavorare tanto e bene. Però ho visto spirito e interpreta­zione giusta. Questa gara ci servirà molto per capire quelli che siamo. E’ mancata un po’ di collaboraz­ione sul gol finale, ma questo pareggio non rispecchia la prestazion­e della mia squadra». Il normalizza­tore ha chiesto molto ai suoi. Lo farà anche la prossima volta, dopo questo compleanno amaro.

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(Foto: Pioli, 54 anni ieri).
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ANSA Esordio Stefano Pioli, 54 anni, alla prima sulla panchina del Milan

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