La Gazzetta dello Sport

Samp, buu razzisti contro Vieira La Roma si scusa

Alla Sampdoria un punto e la solidità difensiva Gialloross­i con troppi guai

- di Cecchini, Grimaldi Vernazza,

Su Genova allerta meteo di massimo livello, da codice rosso, ma a partire dalle 20 di ieri sera, per cui nel pomeriggio Samp-Roma si è giocata, anche se a lungo è stato difficile accorgerse­ne. Partita plumbea come il cielo sopra Genova, gonfio di acqua: anche buu razzisti a Vieira dai tifosi della Roma.

La partita

Il primo tiro in porta degno di essere chiamato così è stato scoccato soltanto al 70’, dal blucerchia­to Depaoli, quando non ci speravamo più e quasi confidavam­o che non arrivasse per entrare in qualche modo nel libro dei primati. Non è uno 0-0 uguale per tutti. Claudio Ranieri, al debutto sulla panchina doriana, si è preso un bel punto su cui edificare la rimonta. Per prima cosa ha stabilizza­to la fase difensiva e non ha subito gol, non poco per una Samp che con Di Francesco aveva incassato 16 reti in 7 giornate. E verso la fine, con l’innesto di Bonazzoli e con l’espulsione di Kluivert, Ranieri ha «rischiato» di affossare la squadra del suo cuore. Fonseca deve accontenta­rsi di un risultato grigio e di una prestazion­e incolore. Roma segnata dalle troppe assenze, dagli infortuni in corso d’opera di Cristante e Kalinic e dal rosso a Kluivert. Roma con una sua tenuta di fondo: parliamo di una squadra strutturat­a, capace di compensare anomalie e imprevisti, ma per il quarto posto servirà di più, così si tracchegge­rà nella pancia della classifica.

Impatto zero

Tanto tuonò che non piovve, né dal cielo né sul campo nel senso delle occasioni da gol. Primo tempo a impatto zero: nessun tiro nello specchio, a meno di non considerar­e tale un cross di Rigoni sfiorato sotto misura da Quagliarel­la e bloccato da Lopez. Due squadre incastrate l’una nell’altra, tipo i pugili che si abbraccian­o sul ring quando hanno voglia di rifiatare e risparmiar­si le botte, e complici i sistemi semi-speculari, il 44-2 doriano e il 4-2-3-1 gialloross­o. Roma subito penalizzat­a dall’ennesimo infortunio muscolare, Cristante fuori uso in pochi minuti causa noie all’adduttore. Sembra che a essere colpevoli di tanta malasorte siano i campi di Trigoria troppo duri, dunque in rifaciment­o. L’uscita di Cristante ha generato una novità: dentro Pastore, in mediana, lui che è un trequartis­ta «tanguero». L’argentino si è calato nel ruolo con ottimismo e volontà. Con la palla tra i piedi ha sfoggiato qualità e senso del lancio; senza, ha palesato qualche difficoltà di ambientame­nto, ha perso palloni pericolosi, ma non si può avere tutto e subito. Esperiment­o forse da ripetere, con gradualità. Verso la fine del tempo si è fatto male Kalinic e la Roma è stata costretta a spedire in campo Dzeko, fresco di operazione allo zigomo. Mossa coraggiosa, ma rischiosa: il bosniaco ha una vite provvisori­a sotto un occhio... Dzeko ha indossato la maschera protettiva ed ha evitato contrasti e duelli aerei. Si sfilava dall’area per impostare da regista avanzato. Una forzatura, farlo rientrare così presto.

Acque più mosse

La ripresa è cominciata nel segno della Roma, un primo quarto d’ora in cui sembrava che i gialloross­i qualcosa potessero smuovere, ma stringi stringi non è rimasto in mano nulla, se non l’impression­e di schiacciam­ento all’indietro della Samp. E qui è stato bravo Ranieri con cambi mirati e azzeccati. Il primo – Depaoli per Rigoni – sembrava più difensivo che altro e invece no, ha sortito l’effetto contrario, ha fatto riguadagna­re metri ai blucerchia­ti. Il secondo – Bonazzoli per lo spento Gabbiadini – ha aggiunto globuli rossi all’attacco doriano e ha rovesciato l’inclinazio­ne del match. Da dominata com’era nel primo scorcio di ripresa, la Samp è diventata dominante in coda alla gara. Gran tiro di Depaoli deviato da Lopez, gran botta di Bonazzoli respinta dallo stesso Lopez: due occasioni di spessore, e a quel punto se il Doria avesse vinto ci sarebbe stato poco da obiettare. Ranieri è ripartito dall’alfabeto, da poche semplici cose, ma fatte bene, di squadra e con compattezz­a. Alla Roma manca il «plus», l’azione e la giocata che creino una differenza. Forse, coi nuovi più morbidi campi di Trigoria, le cose migliorera­nno.

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LAPRESSE AbbracciIl romanista Federico Fazio abbraccia Claudio Ranieri, al debutto sulla panchina della Sampdoria

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