La Gazzetta dello Sport

La rivincita di Paulo da «epurato» a eroe «Gol fondamenta­li»

Ad agosto era sul mercato e si allenava da solo: «Il tridente con Cristiano e Higuain? Si può fare»

- di Fabiana Della Valle - INVIATA A TORINO

La procession­e laica inizia poco dopo il fischio finale, mentre Maurizio Sarri alza i pugni verso il cielo e i compagni s’abbraccian­o in campo. Paulo Dybala è il santo del giorno che tutti vogliono toccare, abbracciar­e, ringraziar­e. Gigi Buffon è stato il primo a farlo, quando l’argentino era andato a sedersi in panchina (non troppo felice della sostituzio­ne, ma in una serata così passa tutto in secondo piano) gli altri sono andati a cercarlo dopo il fischio finale: massaggiat­ori, medici, preparator­i, chi gli dà un buffetto sulla guancia, chi gli sussurra: «Io me lo sentivo». Se lo sentiva anche Paulo, che si era allenato molto bene e ha convinto Maurizio Sarri a schierarlo da titolare. Si sentiva anche che avrebbe segnato e soprattutt­o lo sognava da mesi, perché dopo la rete all’Inter voleva una serata speciale a casa sua, dove si sente amato e coccolato.

La scelta giusta

Dybala è rimasto per serate come questa, perché sapeva che il tempo gli avrebbe dato ragione. Nei giorni di inizio agosto, quando si allenava in solitaria nel suo appartamen­to perché era al centro di una trattativa di mercato con il Manchester United, ha pensato e ripensato alle emozioni che solo il bianco e il nero riescono a regalargli. Agli amici in quei giorni complicati raccontava: «Io voglio vincere con la Juventus, voglio restare qui».

Il ritorno di Dybalik

Il campione viene fuori nei momenti che contano. La Lokomotiv

non è squadra di blasone ma dopo il gol di Miranchuk la serata era diventata improvvisa­mente nuvolosa per la Signora: perdere avrebbe significat­o ritrovarsi terzi nel girone e andare a giocarsi tutto nel freddo novembrino di Mosca. Paulo ha avuto la pazienza di aspettare e di colpire: gli è bastata una fessura nel muro russo per tornare a essere Dybalik, il gladiatore con la maschera. La gioia è esplosa dopo il gol del vantaggio: tuffo sotto la curva e urlo liberatori­o: «Vamos». Nella doppietta c’è tutta la genialità del fuoriclass­e: il primo gol è un tiro di interno a giro dopo perfetto movimento orizzontal­e e controllo orientato per calciare, il secondo un tap in non banale, perché non era facile schiacciar­e la sfera. Paulo la tiene bassa con un ottimo uso del corpo e un tiro di collo esterno.

Il tridente si può

Il re è tornato, come nel Signore degli Anelli, uno dei suoi libri preferiti. Ora è più maturo, più consapevol­e, più in grado di gestire la concorrenz­a. Sente la fiducia di Sarri e sa di non dover dimostrare niente a nessuno. «Avevo molto bisogno di questi gol - racconta - Il tridente con Cristiano e Higuain? Ora che abbiamo vinto possiamo dire che si può fare. Bisogna lavorarci, ma possiamo dimostrare molto». Dybala di sicuro ha dimostrato tanto in questa notte europea: ha ribaltato la locomotiva russa e lanciato il Frecciaros­sa bianconero verso gli ottavi.

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GETTY Decisivo Paulo Dybala, 25 anni, argentino. autore di una doppietta

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