L’ATALANTA S’ILLUDE CON MALINOVSKYI POI IL CITY SI SVEGLIA DILAGA E NE FA CINQUE
L’ucraino segna su rigore ma il Manchester ribalta il match in fretta e con Sterling travolge i nerazzurri. Gasp al terzo k.o. Ma non è ancora fuori dall’Europa
E’stata una festa, come diceva Guardiola, ma soltanto per il City. L’Atalanta però torna a casa con l’orgoglio di aver giocato alla pari per mezzora con una squadra dieci-cento volte più forte, di esser rimasta in partita per 50’, e ha avuto anche la soddisfazione di essere addirittura passata in vantaggio dando l’illusione di un sogno. Ma i sogni raramente corrispondono alla realtà. E la realtà è arrivata addosso alla Dea come un camion a tutta velocità. Quando Aguero, Sterling e compagnia stellare hanno cominciato a ballare, la pista si è riempita di maglie azzurre e non c’è stato spazio per quelle nerazzurre che non hanno potuto far altro che ammirare il calcio play station di Guardiola. Non è certo all’Etihad che si poteva sperare di raccogliere qualche punto, il rammarico resta per la bambola presa da inesperienza ed emozione a Zagabria e per la sfortuna dentro una partita giocata bene contro lo Shakhtar a San Siro. Ora, al primo giro di giostra, la classifica parla chiaro purtroppo: zero punti, possibilità di qualificazione ridotta al lumicino, a voler essere ottimisti, e anche Europa League a rischio. Ma mai dire mai con questa Atalanta: al secondo giro di giostra potrebbe sorprendere.
La chiave
Sì, perché tra la sfida con gli e questa con i marziani, a tratti s’è vista una buona Atalanta, come quella che imperversa in campionato. A Manchester, in un cornice spettacolare, la banda Gasp è partita benissimo, leggermente più coperta del solito ma viva e pungente con Malinovskyi e Ilicic. Guardiola ha giocato con due centrocampisti in mezzo alla difesa, Rodri e Fernandinho. Esperimenti che ha già provato in passato. Gasperini ha giocato (lui costretto) senza centravanti puro, mettendo Gomez a fianco di Ilicic. Forse il Papu è stata la delusione più grande: a parte le imprecisioni in alcune azioni chiave, resta nella mente il fatto che non abbia saputo guidare e caricare la squadra. Eppure, con l’uomo più rappresentativa in panne, la Dea era riuscita a imbrigliare il City con ripartenze veloci e un pressing funzionale a centrocampo. Quando Ilicic ha dribblato Fernandinho in area che l’ha atterrato e Malinovskyi ha firmato il rigore, il pensierino dell’impresa ha fatto capolino nei tremila tifosi nerazzurri. Un’illusione finita presto. Aguero, che già prima aveva fallito un gol facile, imbeccato da uno Sterling superlativo, ha pareggiato il conto bevendosi Djmsiti e poi ha effettuato il soprasso con il rigore che Sterling si è procurato su Masiello. Ecco, l’inizio della fine è stato per errori dei singoli più che per netta superiorità. Gasperini la sfida l’aveva studiata bene, senza snaturarsi, come aveva annunciato alla vigilia
Strapotere
La superiorità di classe e anche di ritmo è arrivata dopo, nel secondo round, quando la stabiucraini
lità dei nerazzurri è crollata, Il City ha cominciato a manovrare come in un video game. Gasperini ha fatto le mosse giuste: dentro nel secondo round Pasalic e Muriel per un De Roon in seria difficoltà con il baby gioiello Foden (espulso ingiustamente nel finale per doppio giallo) e il Papu spuntato, con Gosens arretrato. Ma non c’è stato nulla da fare con l’enorme differenza di qualità del City. Sterling è salito in cattedra. Il nazionale inglese ha fatto quello che ha voluto: già prima era entrato nelle due azionigol, poi in 25 minuti ha segnato una tripletta con gli assist dei suoi centrocampisti: De Bryune, Mahrez, Gundogan. Stupendo il secondo gol con dribbling secco a Toloi a rientrare e tiro preciso nell’angolino. Si è permesso persino di sbagliare un gol tutto solo davanti a Gollini, uno che il suo dovere l’ha fatto dicendo no ad altre occasioni. Con il portiere, hanno fatto bella figura Malinovskyi e Ilicic. Francamente, sono stati gli unici due a non soffrire di complesso di inferiorità e gli ultimi ad arrendersi. L’Atalanta ha chiuso grazie a loro la partita in attacco, e nel finale Ederson ha tolto dall’angolino una zuccata di Pasalic. La Dea almeno un altro gol se lo meritava, per il resto è andata come doveva andare. Il City, si sa, ha una qualità incredibile, è candidata alla vittoria finale, è di un’altra categoria per la maggior parte delle squadre in circolazione. Figuriamoci per l’Atalanta. Povera, ma coraggiosa.