«Noi bastonati, sì ma ci farà crescere Però quei due gol...»
Il tecnico: «Preferisco così che venire qui a fare barricate. Potevamo tenerla aperta più a lungo»
Ecosì l’ossessione di Gian Piero Gasperini - l’Atalanta non si snaturerà, neanche contro i più forti - è diventata il rimpianto che temeva: di quella compagnia lì avrebbe fatto volentieri a meno. La compagnia di chi ad un certo punto si trova in balia del Manchester City, impossibilito ad essere se stesso nella capacità di fare gioco, di riconoscersi nella propria identità. Ma il Gasp non ha visto una squadra sballottata e basta: non l’ha vista Guardiola, figuriamoci lui. «Preferisco perdere così che venire qui a metterci bassi, tutti dietro, senza vedere mai la palla, lasciando a loro il 70 per cento di possesso palla: non ti fa migliorare in niente, una partita così». E invece. «Invece il risultato è sicuramente pesante, ma ho visto anche cose molto buone per noi. Cose che potremo portarci dietro nelle prossime partite, in campionato. Di solito da partite così esci bastonato e basta: noi ce ne andiamo da Manchester bastonati, ma anche con il patrimonio di cose molto buone che abbiamo saputo mettere in campo».
L’applauso di Pep
Era facile pensare che l’Atalanta non avesse nulla da perdere ieri sera: in fondo il City è una squadra che ha riservato lo stesso trattamento a chi l’ha affrontato con paura, facendo le barricate, o l’ha sfidato provando a mantenere il suo ego. Saremo noi stessi, aveva promesso Gasperini. L’Atalanta ha mantenuto, e quello che ha perso ieri sera non è stato il coraggio, e neanche la considerazione di Per Guardiola: «Ho visto l’Atalanta che mi aspettavo - ha detto il tecnico del City - e l’ho vista per 90’. Le mie parole non sono gratuite, sono le stesse di ieri: perché l’Atalanta è una squadra che non molla mai, ti porta assolutamente al limite, non ti fa giocare. Stasera ho messo giocatori da corsa perché loro fisicamente sono fortissimi, veloci, ti saltano addosso, difendono benissimo: lo sapevamo, l’avevamo visto».
Valore
Gasp continua: «La nostra vittoria ha ancora più valore per la qualità dell’avversaria: nel primo tempo ci hanno fatto soffrire, ma sapevamo che arrivando nell’ultimo terzo di campo uomo contro uomo potevamo avere opportunità. Siamo riusciti a farlo un po’ più noi di loro, per questo abbiamo vinto. Ma l’Atalanta può vincere tutte le tre partite che mancano: non sarà facile, ma può farlo. E’ strano che abbiano zero punti, ma la loro prima partita è stata uno shock, e comunque questo è un girone durissimo».
La rabbia di Gasp
Gasperini non si inoltra così tanto in pensieri ottimistici. C’è un precedente da evitare: l’ultima squadra ad aver perso tutte le prime tre partite di un girone di Champions fu l’Otelul Galati, Romania, nella stagione 2011-12, e alla fine le perse tutte sei. Il tecnico nerazzurro non va neanche così in là con i calcoli, prevede soltanto che «adesso giocheremo alla morte le prossime tre partite, per fare il meglio possibile: di sicuro stasera abbiamo incontrato una delle squadre più forti del mondo».
Per crescere
Sarebbe facile fermarsi lì, nascondersi dietro la quasi scontata impossibilità dell’impresa. Ma c’è qualcosa che non gli è andato giù, qualcosa di cui parlerà, qualcosa su cui lavorerà. Perché partita così, ha detto, devono servire a crescere, ma anche perché ha visto errori non nuovi, e crescere significa anche far tesoro di quelli commessi in passato: «Una volta in vantaggio potevamo tenere il risultato un po’ più a lungo, tenere più aperta la partita. Stavamo ripartendo anche bene, i due gol che abbiamo preso uno dopo l’altro mi hanno fatto arrabbiare, soprattutto il rigore: potevano prendere un altro tipo di gol, non così. A quel punto la partita si è complicata e negli spazi che si sono aperti il City ha dimostrato tutte le sue qualità».