Manduca si difende: «Ero alla guida ma non l’ho investito»
Il napoletano accusato dell’omicidio ascoltato ieri da Salvini, gip di Milano «Mi piace l’Inter, sono pure tesserato»
«Guidavo quell’auto ma non l’ho investito io, io non sono nemmeno un tifoso del Napoli, anzi mi piace l’Inter e mi sono anche tesserato nella tifoseria nerazzurra». Fabio Manduca, l’ultrà napoletano arrestato con l’accusa di omicidio volontario per aver travolto e ucciso col suo suv Daniele Belardinelli all’inizio degli scontri del 26 dicembre 2018 in via Novara a Milano, prima di Inter-Napoli, si difende così. Ma più che un colpo di scena sembra un disperato tentativo di riabilitare la sua posizione davanti al gip di Milano Guido Salvini. Manduca, per meno di un’ora davanti al giudice alla presenza anche del pm Rosaria Stagnaro, con dichiarazioni spontanee e qualche risposta al gip, ha tentato di negare di aver investito l’ultrà del Varese (tifoseria gemellata con quella nerazzurra), raccontando che lui, con la sua Renault Kadjar, è soltanto «andato dietro alla volante della polizia», che seguiva una parte della carovana degli ultrà partenopei diretti a San Siro e sorpresi dall’assalto degli interisti armata di mazze, bastoni e coltelli.
Parole e fatti
L’atteggiamento di Manduca è cambiato più volte durante la giornata di ieri. Prima aveva deciso di non rispondere alle domande del giudice anche per via dell’assenza dei suoi legali di fiducia. Poi, alla presenza di un legale d’ufficio, ha provato a difendersi e a respingere ogni accusa, limitandosi a confermare che era lui alla guida del mezzo ma anche puntualizzando di non essere un ultrà del Napoli: «Anzi, mi piace l’Inter, ho preso anche la tessera il 21 dicembre», ossia solo cinque giorni prima dei tragici incidenti che hanno portato alla morte di Belardinelli. E come ulteriore prova della sua «simpatia nerazzurra» ha aggiunto: «Sono anche andato a vedere Barcellona-Inter in Spagna». Poi su quella notte e sui compagni di viaggio ha raccontato: «Conoscevo solo Giancarlo Franco (fratello di Vincenzo, uno dei leader della curva del Napoli, ndr), sono un suo amico – ha messo a verbale - gli altri tre li ho conosciuti quella mattina». Il 7 gennaio scorso, sentito come teste, il tifoso aveva raccontato di aver superato, accelerando, «due minivan» quella sera. Poi, interrogato da indagato, si era avvalso per due volte della facoltà di non rispondere. Secondo l’accusa, invece, Manduca avrebbe superato un’Audi A3 accelerando verso gli ultrà interisti, avrebbe puntato Belardinelli e l’avrebbe travolto, fermandosi solo più avanti per controllare le condizioni dell’auto (come documentato nelle immagini). Quelle ammaccature, insieme a una intercettazione, fanno parte delle prove che inchioderebbero Manduca.