Razzo Sancho vuole prendersi San Siro
Il gioiello del Dortmund brucia i tempi: oggi rientra dopo multa ed esclusione
AKennington, quartiere di Londra da dove viene lui, centomila euro li hanno visti raramente tutti insieme. E se li hanno visti, era meglio non chiedere da dove venissero, visto il tasso di criminalità e di decessi per droga della zona. Jadon Sancho centomila euro li ha presi di multa, in questa settimana. Centomila euro e una partita saltata, quella con il Gladbach, per un ritardo nel rientro dagli impegni con la nazionale. Sganciarli non gli farà piacere ma se li può permettere, forte del contratto da 6 milioni. A occhio, il ritardo non era il primo, ed è stato anche un pretesto per rimettere un po’ in riga «il miglior 2000 del mondo», che dopo la stagione della definitiva esplosione si sta prendendo un po’ troppe libertà, compresa quella di flirtare più o meno apertamente sul mercato con le big inglesi.
Un razzo
San Siro oggi vedrà atterrare il razzo, “The rocket”, come con una dose di fantasia da minimo contrattuale - il ragazzo che va veloce sulla fascia è stato soprannominato. Sancho sarà il pericolo pubblico numero uno in un Dortmund privo di Alcacer e Reus. I gialloneri lo hanno reintegrato dopo il turno punitivo di stop e sanno di doverselo godere in ogni occasione: difficilmente resterà al Borussia a lungo. Vale già 100 milioni, ma a Dortmund aspetterebbero volentieri almeno un’altra stagione prima di fare la iper-plusvalenza.
Sempre mercato
Il problema è che il ragazzo, suo padre e il suo agente nigeriano Obasi sono gente che ha poca pazienza. Nato nel sud di Londra da famiglia di Trinidad, cresciuto fra palazzoni e campi in cemento, già a 7 anni Sancho attraversa quotidianamente la città (40 km, siamo pur sempre a Londra) per allenarsi col Watford. A 12 si sale, si passa al City: da lì la nazionale Under 17, gli allenamenti con la prima squadra, il primo contratto da professionista da firmare. Guardiola, che credeva in lui, racconterà: «Eravamo arrivati alle strette di mano, gli avevamo offerto una cifra importante. Poi mi chiesero garanzie sull’impiego, non posso darle a nessuno». Così Sancho ed entourage fanno saltare il tavolo, il Borussia Dortmund bussa, i Citizens prima di perderlo a zero accettano quasi 8 milioni. Sul momento non male, per un minorenne senza presenze in prima squadra. Vista due anni dopo, è un’operazione disastrosa su cui Guardiola mastica ancora amaro.
Come gioca
Perché Jadon sarà di difficile gestione per i dirigenti, ma è un piacere per allenatori e tifosi. E un potenziale incubo per gli avversari: Asamoah e Skriniar, che se lo troveranno di fronte, lo sanno già. Ha recentemente ammesso che il Mondiale di Russia era il primo di cui vedeva partite (a casa non c’era la tivù), in compenso è cresciuto a pane e youtube. Il calcio per lui era un collezione di giocate, meglio se di Ronaldinho e Neymar. Sul campo, la sua azione parte sempre come un potenziale highlight: mancino, ma praticamente ambidestro, vola con la palla fra i piedi, ed è artista del dribbling, in entrambe le direzioni. A differenza di altri giocolieri, però, la giocata è sempre finalizzata, come testimoniano il numero di assist e gol, entrambi in doppia cifra, dell’ultima stagione: vede i compagni e la porta con la stessa efficacia. Ha 19 anni, un contratto fino al 2022, un tatuaggio sul braccio per un fratello morto, 10 presenze e 2 gol in nazionale. Ha fretta e una certa tendenza a prendersi i palcoscenici importanti. E San Siro stasera gliene offrirà uno nuovo.
La punizione Niente Gladbach e 100 mila euro da pagare per un rientro in ritardo