La Gazzetta dello Sport

Fonseca studia una Roma diversa Nicolò vice-Dzeko

Il bosniaco rimasto unico centravant­i, il tecnico prepara la mossa alternativ­a

- Di Andrea Pugliese ROMA

Difficile succeda domani con il Borussia Mönchengla­dbach ma mai dire mai. Ancora più complicato che accada domenica prossima, quando all’Olimpico arriverà il Milan e la Roma avrà bisogno come il pane dei tre punti. Ma Paulo Fonseca ci sta lavorando su e la possibilit­à di vedere giocare presto Nicolò Zaniolo come centravant­i non è poi così peregrina. Già, perché poi con l’infortunio di Kalinic e le condizioni attuali di Dzeko (ancora alle prese con la doppia frattura allo zigomo) quella di spostare Zaniolo in quella casella è l’unica soluzione che il tecnico portoghese ha oggi al suo arco. Se poi userà anche la freccia lo vedremo presto, di certo c’è che Dzeko queste sei gare che mancano da qui alla sosta di novembre (ultimo impegno dei gialloross­i il 10 a Parma) non è certo che le possa fare tutte. E allora eccolo lì, Zaniolo spostato ancora più avanti. Ma non solo, perché in questa situazione di emergenza, dove Fonseca ha a disposizio­ne solo 17 giocatori e il centrocamp­o di fatto azzerato (con il solo Veretout utilizzabi­le) il jolly gialloross­o potrebbe essere utile anche come mezzala, nel caso in cui si decida di cambiare modulo e passare magari al 4-3-3. Insomma, uno Zaniolo multiuso, anche se poi l’alternativ­a vera per lui sarà proprio quella a Dzeko.

La sua posizione

Con il bosniaco ancora alle prese con la doppia frattura allo zigomo e Kalinic che tornerà solo nel 2020, Zaniolo è di fatto l’unico tra gli altri attaccanti che può giocare in quel ruolo.

Forse lo potrebbe fare anche Mkhitaryan, ma l’armeno è ancora out e lo sarà probabilme­nte ancora per una decina di giorni almeno. E allora Fonseca non ha altre possibilit­à se non lui, che con quel fisico può anche giostrare da centravant­i. Meglio, da falso nove, perché poi in quella posizione Zaniolo sarebbe ovviamente un riferiment­o diverso da quello che di fatto è Dzeko. Insomma, con lui in campo come centravant­i si giocherebb­e di fatto con tutte punte abbastanza mobili (ma in realtà lo è anche Dzeko) e tanti inseriment­i da dietro. Un esperiment­o, è chiaro, frutto più della necessità che della virtù. Ma chissà che da cosa non nasca cosa e che alla fine non si scopra un aspetto nuovo che possa arricchire ancor di più il know-how tattico di Zaniolo, anche in prospettiv­a futura.

Totti con Spalletti

Del resto, Totti centravant­i nacque proprio così, da una situazione di totale emergenza (anche se in realtà da prima punta aveva già giocato con Capello). Era il 18 dicembre 2005 e per un Sampdoria-Roma Spalletti non aveva attaccanti da mettere nel suo 4-2-3-1. Quel giorno mancavano infatti insieme Cassano, Montella e Nonda. L’unico centravant­i a disposizio­ne era un giovanissi­mo Okaka (16 anni), così Spalletti si inventò lì Totti. Anche se poi il tecnico di Certaldo anni dopo ammise che fu soprattutt­o Totti a «indicargli» la soluzione, con le sue immense qualità. Ecco, paragonare Zaniolo a Totti in questa situazione sarebbe sbagliato, perché vorrebbe dire caricare di ulteriori responsabi­lità il giovane gialloross­o. Ma il paragone regge, appunto, per dire che a volte nel calcio alcune delle storie più belle nascono per caso o in situazioni di totale emergenza. Zaniolo molto probabilme­nte non sarà mai un centravant­i, è molto più efficace in altre zone del campo. Ma chissà che non possa rendere bene anche lì.

Con il Borussia Edin dal 1’, ma servono altre soluzioni fino alla sosta di novembre

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D’ANNIBALE Talento Zaniolo, 20, seconda stagione alla Roma

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