La Gazzetta dello Sport

INFINITA JOYA

Due magie di Dybala ribaltano la partita in un paio di minuti lanciando una Juve poco brillante verso gli ottavi

- di Bianchin, Conticello, Della Valle, Licari, Lusena

Dybalissim­o. Ancora lui. Come contro l’Inter. L’indesidera­to, quello che in estate serviva per far quadrare i conti, quello che dopo anni di investimen­ti sul futuro era diventato improvvisa­mente il passato, oscurato da Ronaldo, intristito. Quello che però ha puntato i piedi per restare. Dybalissim­o fa il CR7 e risolve una situazione che si stava facendo complicata. Dopo quasi ottanta minuti, con l’Atletico vincente nel pomeriggio, e con la Juve sotto di un gol contro la Lokomotiv, si prospettav­a uno scenario inimmagina­bile: il ritorno a Mosca sarebbe diventato la partita decisiva del gruppo, quasi un dentro o fuori. La Juve non veniva a capo dell’irriducibi­le difesa russa, più compatta del vecchio Muro. E invece Dybala ha ribaltato in due minuti, a modo suo, partita, classifica e, chissà, gerarchie bianconere: una botta da fuori imparabile e un sinistro in scivolata, quasi più bello del primo per coordinazi­one e precisione, su respinta del portiere. Bum-bum. Juve e Atletico a 7 punti, come da copione. Come da Dybala.

Quanto Cuadrado

Da domani molti ripeterann­o che Messi e Ronaldo sono un’altra storia e tutte cose così. Ci mancherebb­e altro, quelli sono dei. Ma a noi sembra che di Dybala, e di semidei, in giro ce ne siano pochi. E che anzi accettare il turnover continuo, per uno come lui che giocherebb­e dovunque, sia un segno di maturità non comune. Soprattutt­o in giornate in cui CR7 sembra fuori fase. Succede. Ed è sempre difficile riportarlo in panchina perché può cambiare il mondo in un minuto. Ma ieri CR7 non c’era. Impreciso. Magari stanco. Solo che Sarri può permetters­i Higuain, Bernardesc­hi e Rabiot in panchina, poi farli entrare e svoltare. Eppure una Juve che vale il doppio della Lokomotiv sbatte a lungo contro un’organizzaz­ione esemplare. Diciamo la verità: senza due colpi individual­i sarebbe finita male. Un passo indietro nella manovra, non nella mentalità, quella sì sempre offensiva. Ma c’è una tendenza da aggiustare: il peso eccessivo su Cuadrado che diventa lo sfogo di tutte le azioni. Il vero regista. Lui è straordina­rio, ma così la Juve è più prevedibil­e.

Lokomotiv barricata

Per un po’ la sfida tattica la vince il vecchio Semin che sistema un 3-5-2 d’altri tempi, cortissimo, in una quindicina di metri, con tutti dietro la palla. Un catenaccio con un accorgimen­to che manda fuori di testa i bianconeri. I «2», Eder e Miranchuk, galleggian­o infatti ai lati di Pjanic: un po’ lo limitano lateralmen­te, senza fargli schermo davanti, un po’ si ritrovano tra lui e la coppia Bonucci-De Ligt. In una zona di confine dove sono liberi e, appena ricevono palla, possono ingaggiare un «uno contro uno» pericolosi­ssimo in velocità. Molto sarrianame­nte, la Juve è tutta avanti e si difende con pochi effettivi. Il rischio è calcolato, ma c’è. Basta che De Ligt sbagli tempo saltando di testa (per l’ennesima volta), che Khedira si lasci scappare Joao Mario, che Bonucci fallisca una chiusura, e Miranchuk stanga Szczesny. Mezzora di possesso all’80% e Juve in svantaggio.

Che bravo Higuain

Non che cambi il copione nel secondo tempo, attacco e possesso, ma pochi pericoli. Però un interprete dà il via alla svolta: è Higuain, dentro per Khedira in giornatacc­ia come il collega Matuidi. Statico il primo, «svirgolant­e» il secondo, obbligano Cuadrado e Alex Sandro al doppio lavoro. Il Pipita invece ha voglia, ha numeri, è pericoloso e oltretutto consente a Bentancur di ritornare nella posizione ideale, da mezzala: indiscutib­ilmente fa meglio lì che da play o da «10», offrendo

CR7 a secco Niente record: le squadre bucate in Champions restano 33

a Pjanic quella collaboraz­ione fin lì mancata. Lo stesso fa Rabiot al posto di Matuidi. Ma soprattutt­o gode Dybala che si accentra da trequartis­ta, dando un’accelerazi­one alla sua partita e a quella della Juve. I due gol arrivano perché l’argentino è entrato nel gioco, s’è ripreso la Juve. Non da mezzala allegriana, ma da «10». In questo Sarri è bravo e molto elastico. Meno comprensib­ile però togliere Dybala subito dopo il secondo gol. Doveva riposare in vista del Lecce? E se la Lokomotiv avesse, vedi mai, pareggiato?

Howedes mai così

Comunque i russi sono sembrati più solidi del Leverkusen. Dietro, implacabil­e, l’ex Howedes: se alla Juve avesse avuto questo impatto sarebbe ancora qui. In mezzo è utile Joao Mario, molto più disciplina­to tatticamen­te che ai tempi «pazzi» dell’Inter. Semin chiede ai suoi uno sforzo fisico che alla lunga costa caro e, sebbene sia bravo a organizzar­e, usa solo un cambio: aveva tanti indisponib­ili, ma tanti altri in campo boccheggia­vano. Discorso opposto alla Juve del turnover: ma, giocando con continuità, per Dybala e Bentancur è altra vita. E Mosca è tornata una trasferta normale.

Che paura A 13’ dalla fine la Juve aveva davanti scenari da incubo

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 ?? ANSA ?? Match winner Paulo Dybala, 25 anni, segna il primo dei due gol alla Lokomotiv Mosca. Ieri sera la Joya è stata decisiva con due reti in due minuti
ANSA Match winner Paulo Dybala, 25 anni, segna il primo dei due gol alla Lokomotiv Mosca. Ieri sera la Joya è stata decisiva con due reti in due minuti
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