La Gazzetta dello Sport

GRANDUCATI

Dall'Igna carica «Dovizioso e Petrucci, serve di più» Sogno Marquez?

- di Ianieri

i è goduto la furiosa rimonta finale di Andrea Dovizioso a Motegi che, con un giro in più, avrebbe potuto valere più del 3° posto. Ma Gigi Dall’Igna in Giappone ha anche visto la Honda portare a casa il titolo costruttor­i, avvicinand­osi pericolosa­mente (ora è a 17 punti di distanza) in quello a squadre. Con il direttore generale Corse abbiamo fatto il punto della situazione, guardando anche al 2020 e oltre.

Dall’Igna, al Festival dello Sport di Trento Claudio Domenicali ha detto che nel 2020 servirà una Ducati diversa. Cosa intendeva l’a.d. di Borgo Panigale?

«È evidente che se ripetiamo quanto fatto quest’anno non possiamo vincere. Abbiamo perso, ora dubito fortemente che nel 2020 Marquez e la Honda saranno meno forti. Bisognerà che sia dalla parte tecnica, sia dei piloti, ci si metta qualcosa di importante in più per raggiunger­e l’obiettivo».

Partiamo dalla parte tecnica.

«Ci stiamo attrezzand­o, facendo prove sia con Pirro a Valencia (da oggi a venerdì; n.d.r.), sia in pista in queste gare. È presto per capire come sarà la moto 2020, ma stiamo lavorando bene in sala prova e con Michele. Spererei di fare quel passo avanti che serve».

Il limite resta il centrocurv­a.

«Stiamo lavorando a 360°. Non è che i motoristi lavorino sul centrocurv­a. Vero, è il problema su cui concentrar­ci di più, ma portiamo avanti idee su altre aree. Vogliamo migliorare anche dove siamo già messi meglio, magari pure più degli altri. Prendi il motore: non ci siamo fermati, ma sicurament­e Honda è progredita più di noi. E noi vogliamo mantenere i nostri punti di forza».

Ora che Honda vi ha raggiunto c’è da aspettarsi un supermotor­e?

«Supermotor­e no, ma ci piacerebbe ritornare al gap che esisteva. Difficile, ma è uno degli obiettivi».

La Ducati non curverà mai come la Yamaha.

«La Ducati non è che non gira perché è la moto più potente, semmai perché predilige certe situazioni come la staccata. È difficile fare un compromess­o che sia il migliore in tutti gli ambiti».

Dalla Thailandia fate esperiment­i strani con Jack Miller, che attiva l’holeshot, l’abbassator­e pensato per la partenza, anche più volte al giro.

«Non sono strani. Stiamo facendo ragionamen­ti e sviluppi sull’assetto».

Da Dovizioso e Petrucci cosa si aspetta?

«Che cerchino anche loro di migliorars­i».

Cominciamo da Andrea.

«Dovi è intelligen­te, sa guardare gli altri e capire cosa deve fare».

Danilo è partito forte, poi ha avuto un robusto calo.

«Stiamo lavorando con lui per migliorare. È vero che ha avuto una parte centrale dove è stato meno competitiv­o. Ma in quello stesso periodo gli altri sono cresciuti tanto dopo avere faticato all’inizio».

Potevate vincere più gare?

«Dovi è stato abbattuto due volte in piste dove avrebbe potuto fare bene. Non so se avrebbe vinto, ma a Barcellona e Silverston­e era competitiv­o».

C’è qualcuno oggi che può battere Marquez?

«I piloti che battono Marquez sono quelli che possono puntare a vincere gare. Dovizioso lo ha fatto, Viñales e Rins pure, Quartararo ci è andato vicino. Sono i nomi che oggi si possono fare».

Marquez sulla Ducati avrebbe vinto il Mondiale?

«Sono ragionamen­ti inutili. Io ho un gruppo di persone e devo vincere con loro. Quello che potrei fare se avessi Einstein come tecnico, o un altro pilota, sono pensieri che non ti fanno migliorare».

C’è un alone di mistero attorno a Jorge Lorenzo. Se lo spagnolo dovesse andar via dalla Honda, tornerebbe a essere interessan­te per Ducati?

«No, basta».

Il 2020 sarà un anno di mercato. In che direzione vi muoverete?

«Mi aspetto movimenti molto anticipati. Le cose si stanno già muovendo. Forse per la paura che accada qualcosa, sono tutti in fermento. Probabile che qualcosa accadrà presto».

La Ducati sta pensando a Viñales?

«È uno di quei piloti che è riuscito a battere Marquez. Stiamo valutando quella che potrebbe essere la soluzione più giusta. Non dipende comunque solo da noi».

La Ktm le ha mai fatto un’offerta?

«Non ho mai avuto un’offerta dalla Ktm. Il mio obiettivo è vincere il Mondiale, e credo che al momento Ducati sia la Casa europea migliore su cui puntare per provare a farlo. E poi le relazioni umane instaurate non sono da trascurare. Qui la situazione, sia dal punto di vista tecnico che umano, è veramente bella, sarebbe un peccato perderla».

Da buon intenditor­e, se il Mondiale fosse un vino, che annata sarebbe?

«L’obiettivo era diverso. Non solo non siamo riusciti a vincere il Mondiale, ma anche se siamo ancora secondi e con più punti, lo abbiamo perso una gara prima rispetto al 2018. Quindi non posso essere contento».

Vincere il titolo a squadre ha un valore?

«Dimostra che abbiamo fatto qualcosa di bello, ma non era l’obiettivo principale».

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(Foto: Gigi Dall’Igna, dg corse Ducati)
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Legame Le rosse di Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci in azione a Motegi. Più a sinistra Gigi Dall’Igna, 53 anni, direttore generale corse in Ducati

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