È DIEGO MERTENS
Due gol e supera pure Maradona Napoli mette le ali
A Salisburgo il belga sale a 116 reti Insigne segna e corre da Ancelotti ADL apre a Ibra: «Decide lui»
Ci voleva una vittoria così fuori casa, pirotecnica e sfrontata. Ci voleva per dimostrare che se vogliono, le squadre italiane possono. Il Napoli passa a Salisburgo, a casa di una squadra temuta perché coraggiosa, di un coraggio che sfiora l’incoscienza, e mette una mano sulla qualificazione: bisognerà impegnarsi per buttarla via. Un 2-3 pieno di eccessi, emozioni, errori. La nottata in cui Dries Mertens ha superato Diego Maradona nella classifica cannonieri azzurra di tutti i tempi. Il piccolo diavolo ha marchiato la partita con due gol, un assist e tanto movimentismo tecnico e veloce. Qui in Austria si è conquistato un gran bel posto nella storia della città che lo ha “adottato”.
Azzurro a metà
Il Salisburgo è squadra spericolata e vive di eccessi. Tanto spinge e produce in attacco, tanto rischia davanti alla propria porta. Carlo Ancelotti, nell’approccio alla gara, è stato bravo a estremizzare gli squilibri dei rossi austriaci. Il Napoli ha cominciato con personalità, si è installato nella metà campo avversaria e ha minato le certezze dei salisburghesi. Che forse non si aspettavano di essere attaccati, forse immaginavano un Napoli all’italiana, timoroso e ritratto dentro se stesso. L’ottima partenza del Napoli è culminata nel gol del vantaggio, lineare ed esemplare per confezione, sulla traiettoria Malcuit-CallejonMertens.
La rete ha sublimato i piani tattici di Ancelotti, bravo ad aprire l’allegra linea difensiva di casa. I due centrali, Ramalho e Wober, sono stati disorientati dagli interscambi tra Mertens e Callejon, meno partecipe Lozano, ma il piano era giusto, senonché, aperta la crepa nel muro, il Napoli ha perso campo e si è riscoperto schiacciato davanti a Meret. Salisburgo a testa bassa, del resto il Toro Rosso (Red Bull) è il marchio della casa. Il portiere ha tenuto vivo il vantaggio con tre interventi strepitosi, due su Haaland (uno di faccia) e uno su Daka. Deviazioni sensazionali, ma non ci si può mettere nelle mani del proprio portiere già nel primo tempo. Dai e dai, il Salisburgo ha restituito il colpo. Hwang sulla sinistra è scappato via e Malcuit ha ceduto alla tentazione di abbatterlo. Rigore indiscutibile, trasformato da Haaland perché Meret per i miracoli non è ancora attrezzato. Un primo tempo agrodolce, azzurro a metà. Fatto 30, è mancato il 31. Da un lato il Napoli ha dimostrato che le squadre italiane, se vogliono, possono mostrarsi aggressive ovunque nel mondo. Dall’altra la sensazione che a volte basti un gol di vantaggio per appagarne l’inconscio e indurle a rimettere la testa nel guscio. È vero, il Salisburgo è difficile da reggere quando attacca. Sono dei martelli pneumatici, dispongono di un quartetto of
Al comando Gli azzurri restano in testa al gruppo e allungano sugli austriaci terzi
fensivo giovane e di livello: un mix di Africa (Daka dello Zambia), Asia (il sudcoreano Hwang e il giapponese Minamino) e Europa, con il norvegese Haaland. Ma se attaccati, come lo stesso Napoli ha poi fatto con metodo, sono vulnerabili. È questo il messaggio: provarci sempre.
Botta e risposta
All’intervallo si temeva un tracollo, hai visto mai che questo Salisburgo riparta con la bava alla bocca, ma il primo scorcio di ripresa è stato tranquillizzante. Azzurri in controllo e rossi meno furiosi, più diffidenti, meno baldanzosi. Un quarto d’ora di schermaglie sottili, poi la partita si è riaccesa all’improvviso. Raddoppio di Mertens su pisolo difensivo austriaco, pareggio di Haaland su dormita di Koulibaly (6° gol per il norvegese, capocannoniere di
Champions). È stata una partita luna park, con difese molto rivedibili. Il 2-2 è durato un attimo, il tempo che ci è voluto per riprendere il gioco e permettere a Insigne di segnare la rete della sua grande rivincita personale e forse della pacificazione con Ancelotti. A quel punto il Salisburgo ha trovato pace, ha cominciato ad accettare l’idea che la sua imbattibilità europea potesse crollare. Sì, perché il Napoli ha spezzato una serie positiva che per il Salisburgo nelle coppe europee durava da 19 partite. Non era per niente facile vincere qui alla Red Bull Arena, contro un avversario ispido. Il Napoli lo ha fatto. Chi vuole può. Bisogna crederci sempre e mollare mai, come il Napoli di ieri.